Roma, faticosa e meravigliosa: l’omaggio del Papa al Te Deum

«Non c’è nulla di più meraviglioso e stupefacente della realtà! Un fiore, una zolla di terra, una storia di vita, un incontro… Il volto rugoso di un vecchio e il viso appena sbocciato di un bimbo. Una mamma che tiene in braccio il suo bambino e lo allatta. Il mistero traspare lì». Papa Francesco ha presenziato ai primi vespri nella solennità di Maria Santissima Madre di Dio con il Te Deum, questo pomeriggio (31 dicembre 2021). Come informa la Sala Stampa vaticana, il Papa ha voluto che la celebrazione del pomeriggio dell’ultimo giorno dell’anno fosse presieduta dal cardinale Giovanni Battista Re, decano del Collegio Cardinalizio, mentre il Pontefice ha pronunciato l’omelia e seguito il rito dalla sede posizionata davanti all’altare della Confessione.

Nel Te Deum a conclusione dell’anno civile non sono mancati i riferimenti alla città di Roma. In prima fila, nella basilica vaticana, era seduto anche il sindaco Roberto Gualtieri. «Roma è una città meravigliosa, che non finisce di incantare», ha detto Papa Francesco, ma per chi ci vive «è anche una città faticosa». A Roma «sembra che tutti si sentono fratelli; in un certo senso, tutti si sentono a casa, perché questa città custodisce in sé un’apertura universale. Oso dire: è la città universale. Le viene dalla sua storia, dalla sua cultura; le viene principalmente dal Vangelo di Cristo, che qui ha messo radici profonde fecondate dal sangue dei martiri, cominciando da Pietro e Paolo. Ma anche in questo caso, stiamo attenti: una città accogliente e fraterna non si riconosce dalla ‘facciata’ – ha aggiunto –, dalle parole, dagli eventi altisonanti. No. Si riconosce dall’attenzione quotidiana, ‘feriale’ a chi fa più fatica, alle famiglie che sentono di più il peso della crisi, alle persone con disabilità gravi e ai loro familiari, a quanti hanno necessità ogni giorno dei trasporti pubblici per andare al lavoro, a quanti vivono nelle periferie, a coloro che sono stati travolti da qualche fallimento nella loro vita e hanno bisogno dei servizi sociali, e così via. È la città che guarda ad ognuno dei suoi figli, ad ognuno dei suoi abitanti, anzi, ad ognuno dei suoi ospiti».

Quanto all’anno appena trascorso, segnato ancora dall’emergenza sanitaria, Papa Francesco ha rilevato come sia cresciuto «in tutto il mondo il senso di smarrimento». Ma «grazie a Dio – ha proseguito – abbiamo reagito di nuovo, con il senso di responsabilità. Veramente possiamo e dobbiamo dire “grazie a Dio” perché la scelta della responsabilità solidale non viene dal mondo: viene da Dio; anzi, viene da Gesù Cristo, che ha impresso una volta per sempre nella nostra storia la ‘rotta’ della sua vocazione originaria: essere tutti sorelle e fratelli, figli dell’unico Padre».

31 dicembre 2021