La pace nel mondo nelle mani di sant’Agostino. È una preghiera di affidamento quella che il cardinale vicario Baldo Reina ha rivolto al vescovo di Ippona, unendosi alle intenzioni di Papa Leone. E con lui, tutti i fedeli che hanno riempito la basilica di sant’Agostino in Campo Marzio per la Messa celebrata dal porporato questo pomeriggio, 28 agosto, in occasione della festa liturgica del santo.
«Ci sentiamo in profonda comunione con il Papa e raccogliamo la sua insistente intenzione che ha offerto a tutta la Chiesa e a tutta l’umanità in questi giorni chiedendo a tutti di pregare per la pace – ha esordito il cardinale nell’omelia -. In quest’ora difficile per la nostra umanità, vogliamo porre sotto la potente intercessione di Sant’Agostino il bisogno di pace. Siamo tutti profondamente preoccupati e lacerati per quello che succede nel mondo attraverso i diversi conflitti che ogni giorno fanno sanguinare terribilmente la nostra terra. Il mondo non segue più il Principe della pace – ha aggiunto -, ma preferisce seguire altri idoli, le armi, pensando che la guerra possa risolvere i problemi. Lo diceva prima Papa Francesco e l’ha affermato tante volte Papa Leone: la guerra è sempre una sconfitta – ha sottolineato il cardinale -. Come facciamo a stare sereni quando ogni giorno vediamo nelle nostre case con i nostri occhi immagini di bambini che muoiono di fame, persone uccise mentre vanno a prendere un po’ di pane disperatamente, ospedali bombardati come se fossero delle scatole di carta. Davvero preghiamo perché torni al più presto la pace».
Da qui, il vicario si è soffermato sulla figura del vescovo di Ippona, «un giovane onesto che si è messo alla ricerca della verità» e si è lasciato «raggiungere dalla grazia di Dio che lo aveva da sempre cercato». Secondo Reina, tutti ci riconosciamo in Sant’Agostino «perché facciamo esperienza di come la vita cristiana non è affatto la recita di una formula, ma è un’esperienza viva. Ci sentiamo al tempo stesso cercatori di Dio e ricercati da Dio, ed è dentro questa dinamicità di grazia – ha sottolineato ancora il porporato – che si muove la nostra fede in un miracolo quotidiano». Agostino ci ricorda che «davvero nulla è impossibile a Dio».
Il cardinale vicario ha poi commentato le Letture. «Gesù si presenta come la porta del gregge e delle pecore, e come il buon pastore». Due immagini, che, secondo il porporato, ci inducono a riflettere sul tema della custodia della nostra vita. Chi è davvero la porta della nostra vita? – ha riflettuto il porporato –. È Gesù, ma ci lasciamo davvero custodire da Lui?». Il Signore, buon Pastore, «ci elargisce la sua grazia perché ha a cuore la nostra vita, perché la vuole custodire. Agostino, una volta fatta questa esperienza, abbandona tutto, intuisce che quel suo bisogno di bellezza, di libertà, tutto quello che lui cercava nel mondo, ormai lo ha trovato all’ennesima potenza in Gesù morto e risorto. E allora continua a cercarlo, ma soprattutto si sente custodito da colui che lo aveva chiamato sin dall’eternità».
Ecco perché, ha sottolineato Reina, «abbiamo bisogno oggi di rivivere lo spirito di Agostino, non solo fare il ripasso del suo pensiero teologico ricchissimo, ma proprio rivivere lo spirito di fede e di conversione che ha bruciato totalmente la sua vita». Il cardinale ha così invitato a «individuare Cristo come la pienezza della vita e a seguirlo non dando retta a nessun altro, nemmeno a quella parte di noi che a volte tende a farci rivivere momenti di fallimento». Agostino, invece, «va avanti con forza e coraggio diventando un faro per tanti che lo seguivano e per tutti noi cristiani che guardiamo al suo esempio rimanendo folgorati. Proviamo a imitarlo – ha esortato ancora il porporato -, facendo spazio alla grazia di Dio, imboccando la porta giusta e seguendo il Buon Pastore che ancora oggi ha bisogno di annunciatori e di testimoni. Ci aiuti sant’Agostino insieme a santa Monica – ha concluso -, affinché la nostra esperienza di fede si lasci interiormente rinnovare da queste figure straordinarie alle quali guardiamo ancora con grande ammirazione e la cui intercessione invochiamo per tutti noi e per il mondo intero».
Insieme al porporato, tra gli altri, hanno concelebrato anche il vescovo Luis Marín de San Martín, agostiniano, sottosegretario del Sinodo dei vescovi, il vescovo Bernardus Bofitwos Baru, padre Alejandro Moral Antón, priore generale dell’ordine di sant’Agostino, padre Ngoa Ya Tshihembail, priore generale degli agostiniani assunzionisti, padre Gabriele Pedicino priore provinciale degli agostiniani d’Italia, e il rettore della basilica, padre Pasquale Cormio.
Prima della benedizione, le parole del priore generale degli agostiniani, che sulla scia del Papa ha invitato a leggere sant’Agostino, perché ci «aiuta a conoscere più profondamente l’amore di Dio, che si rinnova ogni giorno bellezza sempre antica e sempre nuova».
28 agosto 2025