Giordano Flavio Maria Barani, Francesco Barberio, Roberto Buattini, Simone Catana, Ciro Dell’Ova, Mario Losito, Antonio Panico, Vincenzo Perrone, Andrea Silvestri, Tumohiro Ugawa. Sono i dieci diaconi che, sabato pomeriggio, saranno ordinati sacerdoti per la diocesi di Roma. Mentre un diacono permanente, Paolo Verderame, riceverà l’ordinazione presbiterale nella mattinata di sabato, alle 10.30 al Santuario della Madonna del Divino Amore, e sarà presieduta dal vescovo Dario Gervasi.
La celebrazione delle ore 18, nella basilica di San Giovanni in Laterano, sarà presieduta dal cardinale vicario Angelo De Donatis e trasmessa in diretta su Telepace e in streaming sul canale Youtube della diocesi di Roma. Tra i concelebranti ci saranno i rettori dei seminari nei quali si sono formati gli ordinandi, cioè il Pontificio Seminario Romano Maggiore e il Collegio diocesano Redemptoris Mater, e i parroci delle comunità nelle quali stanno prestando servizio. L’animazione sarà affidata al Coro della diocesi di Roma, diretto da monsignor Marco Frisina.
Storie diverse dietro le loro vocazioni, ma la stessa voglia di impegnarsi e di mettersi al servizio degli altri. Francesco Barberio ha 27 anni, ha studiato al Maggiore ed è originario di Lamezia Terme. Nel suo passato il dolore legato alla morte della madre, ma anche la gioia dell’esperienza con gli scout dell’Agesci. «La mia è una famiglia numerosa – racconta –, sono il quinto di sette fratelli. Ho conosciuto la fede a casa, grazie all’esempio di mia madre, di mia nonna e di tutti gli altri. Ho vissuto un momento molto difficile a 13 anni, quando ho perso mia madre. Allo stesso tempo ho toccato con mano la sua grande fede, con la quale ha affrontato tutto il periodo della malattia. Dopo la sua morte, mio padre e sua sorella hanno fondato l’Acmo, Associazione calabrese malati oncologici, per assistere chi è colpito da questo tipo di malattia nella nostra regione».
Un passato da scout, ma nell’Fse (Federazione Scout d’Europa) anche per Vincenzo Perrone, trentacinquenne nato a Scafati, in provincia di Napoli, e trasferitosi a Ostia con la famiglia all’età di 14 anni. «Ero un ragazzo come tanti, ho frequentato il liceo, poi la facoltà di economia all’università, ero impegnato con gli scout – ricorda –. Poi, su suggerimento di una mia amica, ho frequentato un campo vocazionale delle Suore Apostoline dell’Acero, a Velletri. Durante questo campo ho iniziato a interrogarmi ed è nata lì l’intuizione del sacerdozio. Ho avuto anche la fortuna di avere tanti esempi di preti che mi hanno dato belle testimonianze».
Una vocazione matura quella di Mario Losito, 41 anni, ricercatore in economia e management alla Luiss prima di entrare nella struttura formativa di piazza San Giovanni in Laterano. «Ero contento del mio lavoro ma sentivo sempre la mancanza di qualcosa, non ero pienamente soddisfatto – ammette –. Adesso ho tutto un altro pensiero su quella che è la mia gioia, la mia felicità, la pienezza della mia vita. Sono arrivato al sacerdozio grazie a un collega, che mi ha portato al percorso dei Dieci Comandamenti di don Fabio Rosini».
È originario del Giappone Tumohiro Ugawa, che ha studiato al Redemptoris Mater. «Sono nato a Oita, vicino Nagasaki, in una famiglia non cattolica – racconta –. Mia madre, prima di sposarsi, era membro dei Testimoni di Geova, ma poi decise di mandarci alla scuola materna cattolica, dove ho imparato le preghiere e a fare il segno della croce. Vicino casa mia c’era una parrocchia guidata da un sacerdote salesiano slovacco e c’era anche una comunità neocatecumenale che proponeva incontri di catechesi. Quando ero stanco dalla scuola e dallo sport andavo in chiesa, dove trovavo ristoro». Gli anni di seminario a Roma «non sono stati facili all’inizio – confessa –, non capivo la lingua e avevo nostalgia di casa. Adesso sono molto più sereno. Vorrei tornare in Giappone, in futuro, da missionario».
Diversa dalle altre la storia di Paolo Verderame, che sarò ordinato la mattina al Divino Amore. È il suo secondo “sì” al Signore: il primo lo ha pronunciato nel 2015, quando è stato ordinato diacono permanente. Un cammino che aveva percorso accanto alla sua famiglia, alla moglie venuta a mancare due anni fa. «Ho 55 anni – racconta – e sono stato sposato per trent’anni; ho anche una figlia, ventottenne, psicologa. Finora ho lavorato come infermiere al Policlinico Gemelli. L’imput alla vocazione presbiterale è venuto da mia moglie, dalle chiacchierate fatte negli ultimi cinque mesi trascorsi insieme, quando mi invitava ad alzare lo sguardo verso questo ministero». Una scelta sostenuta dalla figlia, dai parenti, dagli amici. Tra cui «don Dario – come il futuro sacerdote chiama il vescovo che lo ordinerà –, con cui ci conosciamo da anni. Il mio ministero diaconale l’ho svolto soprattutto nella parrocchia della Resurrezione, a Giardinetti, dove lui era parroco. Adesso, invece, sono stato assegnato alla parrocchia di San Gabriele dell’Addolorata». Nel percorso di Verderame fondamentale anche l’esperienza negli scout dell’Agesci, «dove ho ricoperto diversi incarichi sia a livello zonale che regionale».
22 aprile 2023