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Ermanno Olmi non era un cristiano incontentabile: era incontentabile perché era un cristiano. Amava la realtà in modo appassionato, indagandone e ammirandone ogni dettaglio, dalle meraviglie segrete del creato fino alle imprese, spesso altrettanto nascoste, attraverso le quali l’uomo mette alla prova la propria grandezza. Da questo punto di vista, il suo film più compiutamente cristiano è forse Il mestiere delle armi, del 2001, e non soltanto per il nome dell’attore protagonista, il bulgaro Hristo Jivkov, che dà corpo e volto all’agonia di Giovanni delle Bande Nere, nobiluomo e capitano di ventura, sospeso come tutti noi fra il desiderio di assoluto e la pena di scoprirsi mortale.