
IN RIME SPARSE Giuseppe Ungaretti Gridasti: soffoco
IN RIME SPARSE Giuseppe Ungaretti Gridasti: soffoco
L'11 Febbraio 1798, le truppe francesi comandate dal generale Berthier, entrate nella capitale pontificia la medesima notte, occupavano il Quirinale, il Campidoglio e la Trinità dei Monti: la 61ma semi-brigata di cacciatori vi si acquartierò, stabilì le sue cucine di campo nel chiostro e obbligò i religiosi a raggrupparsi in uno dei dormitori. Il 15 Febbraio, veniva proclamata la repubblica romana, il papa veniva arrestato, i cardinali imprigionati
Dal titanico progetto per il monumento funebre di Giulio II traspare tutta la tragica esperienza del Buonarroti, l'artista esule, in perenne conflitto con sé stesso, macerato da un sentimento di profonda diffidenza nei confronti del genere umano, della famiglia e dei suoi stessi collaboratori.
Gli Atti degli Apostoli non dicono che Saulo di Tarso quando si mise in marcia per perseguitare i cristiani, rimanendo folgorato dalla Grazia sulla via di Damasco, era a cavallo. Probabilmente si era messo in cammino a piedi, accompagnato dai suoi accoliti. Ma un santo del livello di san Paolo, a piedi non piaceva agli iconografi e agli artisti. L’Apostolo delle Genti aveva da essere a cavallo come si conviene a un proto-apostolo, a un principe della Dottrina. Quanto alla conversione bisognava immaginarla tumultuosa, drammatica, meglio se con il cavallo spaventato e imbizzarrito, meglio se con luci balenanti, prodigi nel cielo e agitazione di personaggi tutto intorno. Caravaggio, quando fu incaricato da monsignor Tiberio Cerasi di mettere in figura la Conversione di san Paolo per la sua cappella in Santa Maria del Popolo a Roma, non rinunciò alla convenzione iconografica. San Paolo, il persecutore dei cristiani che Cristo aveva fermato sulla via di Damasco, compie il suo ufficio a cavallo, come da sempre era stato rappresentato. Questo del resto voleva il committente che aveva ordinato a Caravaggio anche l’altra tela che gli sta di fronte con la Crocifissione di san Pietro.