Catechesi con arte: il Battistero lateranense

Il Battistero lateranense, conosciuto come San Giovanni in Fonte, è il primo battistero costruito subito dopo la libertà di culto concessa ai cristiani nel 313 d.C. dall’imperatore Costantino. Sorge su un impianto termale di epoca romana difatti, nel IV secolo, l’area del Laterano era zona periferica, abitata da alcune famiglie nobili che vi avevano costruito ville sontuose con ampi giardini.

Costantino costruì il battistero di forma circolare e, in seguito, fu Papa Sisto III (432 – 440) a mutarne la forma in ottagonale, che permane ancora oggi. Nell’architettura romana l’idea del cerchio rappresentava la perfezione, e solitamente i mausolei avevano forma circolare, come quello dell’Imperatore Adriano (attuale Castel sant’Angelo) e il Mausoleo di Costanza sulla via Nomentana.

La forma ottagonale invece, rappresenta il giorno della Resurrezione, il giorno in cui il Risorto appare agli Apostoli è “il primo dopo il sabato” (Gv 20,19). Il simbolismo dell’ottagono sottolinea che, con il Battesimo, si entra nel nuovo tempo, quello inaugurato dalla Resurrezione di Cristo. L’ottavo giorno è anche il giorno della nuova creazione, dove l’uomo entra in possesso realmente della vita eterna, anche se non ne ha ancora il pieno possesso.

L’ingresso originario del Battistero Lateranense è rivolto a sud, due magnifiche colonne di porfido incorniciano il bellissimo pronao con due absidi laterali, dove sono state ricavate due cappelle, la cappella dei martiri Cipriano e Giustina (martirizzati da Diocleziano ad Antiochia nel 304), e quella dedicata alle sante vergini e martiri Rufina e Seconda, uccise durante la persecuzione di Valeriano (260 d.C.).

In questo luogo, i catecumeni pronunciavano la triplice formula di rinuncia alle tentazioni, al peccato e al diavolo. Un pagano che si convertiva al cristianesimo diceva «no» agli idoli, agli spettacoli cruenti del circo, alla menzogna, alla truffa, all’abuso del corpo come merce e come commercio. Seguiva poi la pronuncia del triplice assenso alla fede, espresso attraverso la parola «credo»: il catecumeno diceva «sì» a Dio Padre Creatore, a Gesù Cristo unigenito Figlio di Dio e alla Chiesa.

Per il rito del Battesimo, unicamente celebrato nella notte di Pasqua, i catecumeni si voltavano ad occidente per fare la rinuncia a Satana e poi si giravano verso oriente per fare la professione di fede. Difatti ad ovest il sole tramonta, è quindi esso il simbolo delle tenebre, mentre ad est il sole sorge e dunque, proprio in tale direzione, il catecumeno si volgeva per diventare figlio di Dio. Dopo aver espresso la propria volontà pubblicamente, il catecumeno entravano poi nel battistero, dove riceveva il Battesimo per immersione. Dopodiché veniva rivestito delle vesti bianche e poi, dopo l’invocazione dello Spirito Santo, cresimato. Successivamente, il neofita usciva dal battistero per entrare in Basilica e prendere parte, per la prima volta, all’Eucarestia.

L’imperatore Costantino aveva ornato la vasca battesimale con sette fontane d’argento in forma di cervi dalle cui bocche usciva l’acqua. La vasca battesimale che è al centro del Battistero non è originaria, ma è un manufatto di età romana, in basalto verde. A ricordo dei sette cervi d’argento rubati dai barbari, il pontefice Paolo VI nel 1967, fece adornare la vasca con due statue di cervi in bronzo, in atto di bere alla sorgente, richiamando così esplicitamente il Salmo 42, 2: “Come la cerva anela ai fonti delle acque, così l’anima mia anela a te, o Dio”.

La vasca è posta tra otto colonne di porfido rosso, donate sempre da Costantino, che sorreggono l’architrave a otto lati in marmo bianco. Le otto colonne (come gli otto lati dell’edificio) rimandano al significato mistico del giorno ottavo.

Papa Sisto III, su ogni lato dell’architrave fece iscrivere una catechesi in otto versi sul Battesimo. A queste bellissime parole, incise nelle pietre di Roma, lasciamo il campo, affinché anche noi, memori del nostro Battesimo, possiamo gustare tutta la bellezza e la dignità della nostra fede:

Nasce da questo seme divino un popolo da santificare
che lo Spirito fa nascere da quest’acqua fecondata.
Immergiti, peccatore, nel sacro fiume per essere purificato.
L’acqua restituirà nuovo quello che avrà accolto vecchio.
Non c’è più distanza tra coloro che rinascono,
una sola fonte, un solo Spirito, una sola fede (li) uniscono.
La madre Chiesa partorisce verginalmente in quest’acqua
i figli che concepì per ispirazione di Dio.
Se vuoi essere innocente purificati in questo lavacro
sia che ti opprima la colpa paterna (di Adamo), sia la tua.
Questa fonte è la vita e lava tutto il mondo,
prendendo principio dalle ferite di Cristo.
Sperate nel regno dei cieli voi rinati a questa fonte.
La vita felice non riceve coloro che sono nati una sola volta.
Né qualunque numero o forma dei propri peccati atterrisca:
chi è nato a questo fiume sarà santo”.

 

A cura delle Missionarie della Divina Rivelazione