Relazioni e ascolto: l’invito del cardinale vicario per indirizzare il cammino diocesano

«Dopo aver vissuto la piaga della pandemia e aver celebrato la Pasqua nelle case, ecco che ci disponiamo, con un po’ di trepidazione, a ripartire. Ma non sarà un ritornare come prima; ci aspetta l’attraversamento del deserto e del mare, che rappresentano un parto: Dio ci donerà una nuova nascita, ci genererà come popolo». Il cardinale vicario Angelo De Donatis si è rivolto così a tutti i direttori e gli incaricati degli Uffici del Vicariato questa mattina (venerdì 4 settembre 2020), nel corso del ritiro promosso all’inizio dell’anno pastorale. I sacerdoti sono stati ospiti due giorni nella casa di accoglienza del Foyer de Charité a Ronciglione (Viterbo).

Iniziato alle 17 di giovedì con la preghiera dei Vespri, c’è stata poi un’omelia del cardinale e un tempo lungo di adorazione eucaristica; dopo cena, i partecipanti hanno visto un documentario su Marthe Robin, la mistica francese che ha ideato i Foyers de Charité. Questa mattina, dopo le lodi, ci sono stati la relazione del cardinale e quindi i lavori di gruppo divisi per ambiti: giovani, famiglia, vulnerabilità. Un lavoro per integrare le varie attività degli Uffici, che vengono così coordinate e pensate in una stessa direzione. Alle 12.15 la Messa, poi pranzo e la condivisione.

«Il nostro cammino diocesano è impegnativo – ha detto il cardinale – perché non punta su cose da fare, ma su atteggiamenti nuovi a cui convertirci e da assumere, come quello del saper entrare in relazione con tutti e dell’ascolto contemplativo. Ma non si può evangelizzare senza questi atteggiamenti, rischieremmo di lavorare invano! Siamo chiamati a rinascere come un popolo che all’interno e all’esterno vive relazioni improntate all’amore di amicizia».

«Quello che c’è da fare è, per certi aspetti, semplicissimo e feriale – ha aggiunto –: incontrare le famiglie, incontrare i ragazzi a scuola e nei muretti, andare a visitare gli anziani e i malati, farsi vicini a chi versa in stato di povertà… Nulla di differente da ciò che siamo chiamati a fare sempre. Ciò che è da far maturare è il nostro approccio, è l’atteggiamento del cuore: un cuore abitato dall’amore di amicizia».

Il primato dello Spirito sarà «il tema del cammino di formazione permanente dei presbiteri negli incontri di settore». In particolare, verrà sostenuto il cammino delle famiglie, delle équipe pastorali e dei sacerdoti. «Cercheremo – conclude il cardinale – di dare finalmente concretezza all’ascolto della città attraverso i tredici tavoli tematici, da ripensare nelle modalità di realizzazione tenendo conto della situazione creata dalla pandemia».

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