70 anni dalla morte di Alcide De Gasperi, «maestro e testimone»

La tomba di Alcide De Gasperi nell'atrio della basilica di San Lorenzo fuori le Mura (foto Diocesi di Roma / Gennari)

«Il suo profilo storico e la sua azione politica sono ormai patrimonio consolidato e diffuso non soltanto nella storiografia ma nella coscienza degli Italiani e certamente di ampia parte dell’Europa; per questo motivo innalziamo il nostro rendimento di grazie al Signore mentre gli chiediamo di accompagnare il cammino complesso del nostro Paese». Il vicegerente della diocesi di Roma, il vescovo Baldo Reina, ha esordito così nell’omelia della Messa per i 70 anni dalla morte del Servo di Dio Alcide De Gasperi, celebrata lo scorso 19 agosto nella basilica di San Lorenzo fuori le Mura. Prima della cerimonia, le autorità nazionali e il sindaco di Roma hanno deposto corone di alloro davanti al monumento funebre dello statista posto nell’atrio della basilica. Alla celebrazione hanno partecipato, tra gli altri, Angelino Alfano, presidente della Fondazione De Gasperi, Armando Tarullo, vicepresidente, Paolo Alli, segretario generale, e Martina Bacigalupi, direttrice della Fondazione.

«Siamo consapevoli – ha proseguito il vescovo – che la celebrazione di quest’anno assume un significato particolare poiché si sta per chiudere la fase diocesana del processo di beatificazione; la raccolta e lo studio delle testimonianze e degli scritti del presidente De Gasperi danno forma a una esemplarità di vita a tutto tondo in cui spiritualità, impegno politico, visione del futuro e servizio alla chiesa si intrecciano in una sintesi davvero evangelica che non è soltanto pratica di fede ma dimensione autentica di essa». La causa, lo ricordiamo, è stata aperta a Trento nel 1993.

«I modelli che la Chiesa ci mette davanti – ha proseguito monsignor Reina – servono a stimolare i nostri passi, perché il Vangelo vissuto da questi nostri fratelli sia per tutti noi, oggi, la vera bussola che orienta scelte e programmi di vita. In particolare, in questa celebrazione, volgiamo lo sguardo all’esemplarità di Alcide De Gasperi, alla sua spiritualità, vero motore di ciò che è riuscito a realizzare nella sua vita e nelle delicate responsabilità a lui affidate. Questo nostro fratello ha compreso nella preghiera e nel confronto costante con la Parola che l’amore di Dio accolto e incarnato realizza il vero bene in noi e attorno a noi».

Partendo dal brano evangelico di Matteo, il vicegerente ha messo in risalto alcuni tratti della spiritualità di De Gasperi; in particolare l’umiltà, il primato di Dio e la pazienza. Rileggendo la Dichiarazione all’Assemblea Generale della Conferenza di Parigi dl 10 agosto 1946 colpisce, infatti, il tratto umile con cui si pone: «Prendendo la parola in questo consesso mondiale – furono le parole dello statista –, sento che tutto, tranne la vostra personale cortesia, è contro di me, e soprattutto la mia qualifica di ex nemico, che mi fa considerare imputato…Signori è vero; ho il dovere innanzi alla Coscienza del mio Paese e per difendere la vitalità del mio popolo di parlare come italiano…». De Gasperi, ha spiegato monsignor Reina, ci ha lasciato la lezione di «essere umili per coltivare progetti di bene e di grandezza nella dignità. Una lezione questa che non deve rimanere nella memoria delle cose passate – ha aggiunto –, ma che deve significare qualcosa per il presente e per il futuro che si vuole costruire».

Ancora, si è soffermato sul primato di Dio. De Gasperi «fu un cercatore di Dio, ne coltivò l’amicizia nella preghiera personale, nella stesura di tante preghiere, nel confronto quotidiano con la Parola e nel nutrimento dell’Eucarestia. Affermando il primato di Dio riconosce che il tratto della fede – personale e personalmente vissuta – esercita ovunque una pressione costante sulla vita sociale che si muova in regime di libertà».
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Infine, la pazienza. «È con pazienza – ha osservato il vescovo Reina – che De Gasperi affronta il lungo impegno politico; in particolare – anche per gli scenari che stiamo vivendo – mi piace ricordare il suo impegno paziente per il progetto dell’Unione Europea anche con la proposta della Comunità Europea della Difesa, oltreché con l’avvio della Comunità dell’energia del carbone e dell’acciaio. Sappiamo che gli stessi problemi affrontati da De Gasperi sono resi attuali da una terribile emergenza bellica proprio ai due lati o confini dell’europea. In tante occasioni Papa Francesco ha ribadito la necessità del negoziato per porre fine ai conflitti. Ecco, la pazienza di tessere relazioni, di ricucire gli strappi, di lavorare a progetti di pace e di sviluppo, di disarticolare la guerra con la cultura della pace e della riconciliazione».

De Gasperi, ha concluso il vicegerente, è stato «un valido esempio per noi e per il nostro tempo», un «maestro e testimone», un cristiano che «ha incarnato il Vangelo sapendolo vivere in pienezza». «De Gasperi ha dato tutto quello che aveva, intelligenza, passione, progetti, visione politica, per tutti e, in particolare per i tanti poveri del suo tempo; è stato un grande politico che si è formato e nutrito nella dimensione spirituale della sua fede religiosa. Invochiamo il suo aiuto e la sua intercessione; ci lasciamo interrogare dalla sua lezione politica e istituzionale per riavviare processi di autentico sviluppo sociale e morale del nostro Paese consapevoli che il Vangelo è in grado di costruire società giuste, che il comandamento dell’Amore verso Dio e verso il prossimo cambia ciò che umanamente appare sconfitto, che la fede rende forti e annienta le paure e l’istinto alla guerra che abita il cuore dei popoli… Alcide De Gasperi ci doni la forza di diventare pagine di Vangelo per essere cristiani segnati dalla gioia e dal desiderio di regalarla al mondo».

21 agosto 2024