Leone al popolo dei giovani: «Quanto ha bisogno il mondo di testimoni di giustizia e di pace!»

Foto Gennari

Pellegrino tra i pellegrini. È scomparso per qualche secondo, Papa Leone. Il suo volto nascosto dietro la croce. E quello di Cristo mostrato ai giovani di tutto il mondo. Si è fatto piccolo per mostrare loro la grandezza dell’unica «stella polare» da seguire «per costruire il futuro». L’ha alzata al cielo quando è arrivato sul palco. Quasi si confondeva con i ragazzi che lo hanno seguito. Il bianco della talare si è mischiato all’arcobaleno di colori delle magliette. Il sole stava tramontando proprio in quel momento. L’ultima luce del giorno, che però è sembrata l’alba di un nuovo giorno.

C’erano un milione di giovani ad aspettarlo. Un milione di anime di 146 Paesi diversi assetati di dubbi, domande, insicurezze. Alla ricerca di una speranza da toccare finalmente con mano. Le risposte, il Papa, gliel’ha donate già dall’inizio. Da quando, sceso dalla Papamobile, ha percorso l’ultimo tratto a piedi, portando in mano la croce dei pellegrinaggi giubilari. Un gesto poi sigillato nell’eternità dalla strada che ha indicato loro: «Ascoltate la sua Parola, che è Vangelo di salvezza! – ha detto il Papa rispondendo alla domanda di un ragazzo statunitense -. Cercate la giustizia, rinnovando il modo di vivere, per costruire un mondo più umano! Servite il povero, testimoniando il bene che vorremmo sempre ricevere dal prossimo! Adorate l’Eucarestia, fonte della vita eterna! Studiate, lavorate, amate secondo lo stile di Gesù, il Maestro buono che cammina sempre al nostro fianco». Da qui, il suo mandato: «Quanto ha bisogno il mondo di missionari del Vangelo che siano testimoni di giustizia e di pace! Quanto ha bisogno il futuro di uomini e donne che siano testimoni di speranza! Ecco, carissimi giovani, il compito che il Signore Risorto ci consegna». E ha ribadito: «L’amicizia è una strada per la pace».

Il Pontefice è arrivato a Tor Vergata intorno alle 19.20. Alla comparsa dell’elicottero bianco, si è sentito il primo boato dei ragazzi. Le mani di tutti indicavano in alto. Dopo pochi minuti, è atterrato sulla pista. Qualche momento di attesa e poi ha iniziato il giro tra i giovani con la papamobile. Il sole basso gli illuminava il volto, coperto da qualche ombra. Sorrideva raggiante mentre salutava i ragazzi che lo acclamavano. In tre di loro hanno condensato le domande che attraversano la loro vita. E le hanno rivolte al pontefice all’inizio della veglia, accompagnata dalla musica del coro diocesano diretto da monsignor Marco Frisina e dalle voci del trio “Il Volo”.

Continua a leggere su Romasette.it