A San Romano la «premura nella carità»

La fede espressa con il sostegno concreto. È la vocazione della comunità parrocchiale di San Romano Martire, a Pietralata, impegnata a includere i disabili, offrire un tetto alle mamme sole, una famiglia ai minori non accompagnati, un pasto caldo ai senza dimora. Una carità espressa in molteplici forme illustrate domenica 30 novembre al cardinale vicario Baldo Reina nella visita pastorale che si è conclusa con la Messa, durante la quale ha amministrato il sacramento della cresima a quattordici ragazzi. Una parrocchia «formata all’ascolto della Parola, dedita alla preghiera ma soprattutto premurosa nella carità», dice il parroco don Julio Lavin de Tezanos Pinto.

«Viviamo tempi difficilissimi», ha affermato Reina all’omelia e, volgendo lo sguardo verso i giovani, si è chiesto cosa incontrano nelle scuole e nei nostri quartieri. «Come facciamo a non essere preoccupati per quello che accade in questo nostro tempo? Abbiamo il dovere, per questi ragazzi, di dire qualche no, di orientarli in maniera sana, di dire in maniera chiara che ci sono delle cose che non li aiutano, che non fanno bene alla loro crescita».

Don Julio, parlando delle attività che si svolgono in ambito caritativo, ricorda che due sere a settimana i volontari portano un centinaio di pasti caldi ai senza dimora che gravitano nei pressi della stazione Tiburtina. Ogni sabato i locali parrocchiali ospitano la mensa dove «senza dimora, anziani soli, persone in difficoltà siedono a tavola e vengono serviti dai volontari – afferma il sacerdote -. Un servizio che a turno coinvolge tutti i gruppi parrocchiali». Attraverso il Centro di ascolto, la Caritas supporta settanta famiglie con pacchi alimentari e, in alcuni casi, con il pagamento delle utenze. «Inoltre – aggiunge il parroco – durante la pandemia le Misericordie di San Romano hanno coordinato il progetto “Spesa SOSpesa”, mobilitando decine di volontari per distribuire oltre mille pacchi alimentari a domicilio». Avviata a San Romano Martire anche la pastorale dei sordi. «Un interprete Lis è presente alle celebrazioni e agli incontri di catechismo».

Prima tappa della visita pastorale è stata la casa famiglia Ain Karim, una delle cinque gestite dall’omonima associazione. In tre risiedono mamme con diciotto bambini; due sono dedicate ai minori, con sei bambini fino agli 11 anni nella Casa Silo e sei adolescenti nella Casa Nazareth, oltre a due ragazzi che frequentano il diurno. «Il cardinale ha incontrato alcuni membri di questa grande “famiglia diffusa”», racconta la presidente Paola Lamartina.

L’opera di Ain Karim si estende alla semi-autonomia, una seconda fase dell’accoglienza che «rende bella la parrocchia». Sei appartamenti accolgono venti ospiti, tra neomaggiorenni e mamme con bambini che hanno lasciato le case famiglia, ma che non hanno la stabilità economica per un affitto. Nel tempo sono state ospitate donne agli arresti domiciliari e non di rado genitori di figli ricoverati negli ospedali della Capitale. «Ci si aiuta vicendevolmente e si resta legati per sempre – le parole di Lamartina -. Da poco abbiamo festeggiato una giovane laureata in ingegneria. È stata tra le prime a nascere ad Ain Karim».

Presentata al cardinale anche l’Arvad (Associazione romana volontari assistenza diversabili), che tutti i pomeriggi lavora con 28 disabili attraverso laboratori di teatro, musica e pet therapy. Attese dalla comunità le loro recite di Natale e la Via Crucis preparate con cura. (di Roberta Pumpo da Roma Sette)

7 dicembre 2025