Anche la Porta Santa della basilica di Santa Maria Maggiore è aperta ai fedeli. Il rito, presieduto dal cardinale Rolandas Makrickas, arciprete coadiutore della basilica papale, si è svolto questo pomeriggio, 1° gennaio, giorno in cui la Chiesa celebra la solennità di Maria Santissima Madre di Dio. Il rito è stato accompagnato dal rintocco dell’antica campana della basilica liberiana nota come “della sperduta”. «Dalla cima dell’Esquilino, punto più elevato del centro di Roma, fin dal primo Giubileo della Chiesa essa continua sino ad oggi a diffondere il suo suono per tutta la Città Eterna, a conforto di ogni pellegrino – ha detto il porporato nell’omelia -. Il suono di questa campana non solo scandisce le ore e i tempi per la preghiera, ma trasforma in suono la tradizionale immagine ascritta a Maria, quella di guida e segnavia, la Stella Maris, che illumina il cammino nel buio della notte».
Situata sul lato sinistro del portico, la Porta Santa di Santa Maria Maggiore è stata la prima Porta Santa realizzata nel terzo millennio. Opera dello scultore Luigi Mattei, fu benedetta da Papa Giovanni Paolo II l’8 dicembre 2001 e aperta per la prima volta da Papa Francesco il 1° gennaio 2016 in occasione del Giubileo della Misericordia. Donata dall’Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, raffigura al centro Cristo risorto, ispirato all’immagine dell’uomo della Sindone, che appare a Maria, rappresentata come la Salus Populi Romani, icona tanto cara a Bergoglio, davanti alla quale si è raccolto in preghiera 124 volte dall’inizio del pontificato. In alto a sinistra l’Annunciazione al pozzo, tratto dai Vangeli apocrifi, a destra la Pentecoste. In basso, nella formella a sinistra il Concilio di Efeso, che decretò Maria Madre di Dio, e a destra il Concilio Vaticano II che la proclamò Madre della Chiesa. In alto c’è lo stemma di Giovanni Paolo II e il suo motto “Totus Tuus”, in basso lo stemma del cardinale Carlo Furno, che fu arciprete della basilica, e quello dell’Ordine del Santo Sepolcro.
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