Già dall’ingresso si respira aria di famiglia. I biglietti da visita sono due: uno striscione con il logo dell’Anno Santo e un altro con una scritta in rosso a caratteri cubitali: «Volemose bene». È la frase che i ragazzi e le ragazze dell’oratorio hanno deciso di lasciare come benvenuto sulla rampa della parrocchia di Santa Maria della Perseveranza, in via della Pisana. Le parole di san Giovanni Paolo II sono un monito silenzioso. Strappano un sorriso a tutti. Anche il cardinale vicario Baldo Reina, che venerdì si è recato nella chiesa per la visita pastorale, ha potuto ammirare il lavoro realizzato dai giovani. Proprio loro lo hanno accolto al suo arrivo. Una sorpresa preparata ad hoc. Nel pomeriggio, il porporato ha incontrato anche i bambini con disabilità ricoverati al San Raffaele, ospedale a due passi dalla parrocchia.
«È un gruppo molto vivo, che si è maggiormente rafforzato dopo il Giubileo degli adolescenti – racconta don Ivan Dario Rivera Cuadrado, il parroco, bocconista, riferendosi ai ragazzi e alle ragazze dell’oratorio –. Alcuni di loro, in quell’occasione, hanno raccontato la propria esperienza ad altri coetanei e li hanno convinti a partecipare ai nostri incontri». Ma la pastorale giovanile è solo uno dei tanti punti di forza della parrocchia. Una comunità che è immersa in un contesto particolarmente multietnico. «Ci sono molte persone che vengono dalle Filippine, dall’India e dall’Est Europa – sottolinea il sacerdote –. C’è un bel clima di condivisione. Partecipano tutti alle stesse Messe».
Il collante è la grande attenzione all’aspetto spirituale. «Ogni giovedì organizziamo l’adorazione eucaristica – aggiunge il parroco –. Per quanto riguarda invece il catechismo, dall’anno scorso è emersa l’esigenza di trasmettere la fede in maniera più attiva, in particolare attraverso il gioco e le uscite alle quali possono partecipare pure i genitori». Al centro dell’impegno parrocchiale c’è però soprattutto la carità, attraverso l’associazione “Boccone del povero”, che si prende cura delle famiglie in difficoltà del territorio. «Due o tre volte all’anno – racconta don Ivan – chiediamo alla comunità di partecipare a una raccolta di generi alimentari». Tra i problemi più diffusi, la mancanza di lavoro, i contratti a nero, la solitudine degli anziani e anche qualche caso di tossicodipendenza. Senza dimenticare, aggiunge il sacerdote, «la povertà evangelica».
«Come parrocchia – sottolinea – siamo chiamati ad andare incontro a queste fragilità, affidandoci a Maria, che ci aiuta a perseverare nella quotidianità della nostra vita». Un servizio che Paolo porta avanti da sette anni come ministro straordinario della Comunione e come catechista dei catecumeni. Tante le storie di dolore e di speranza che si porta nel cuore. Tra tutte, quella di una signora malata di Sla che assiste attualmente. «L’ho conosciuta quando ancora riusciva a camminare – racconta – . Adesso purtroppo è allettata e a malapena riesce a parlare. La sua fede però è incrollabile. Da casa sua non si esce con la tristezza, ma con la gioia nel cuore. Per me è un punto di riferimento spirituale. È una parte viva della parrocchia». (di Giuseppe Muolo da Roma Sette)
25 maggio 2025