Cadere, rialzarsi, allenarsi: la veglia di Francesco con i giovani

Foto DiocesiDiRoma/Gennari

«Camminare, e se si cade rialzarsi. Camminare con una meta e allenarsi tutti i giorni perché nella vita nulla è gratis, tutto si paga. Solo l’amore di Gesù è gratis. Con l’amore di Gesù e con la voglia di camminare andiamo alle nostre radici e avanti. Senza paura. Non abbiate paura». Con un «ciao» pronunciato in italiano Papa Francesco saluta il milione e mezzo di pellegrini che partecipa alla veglia a Campo da Graça, situato nel Parco Tejo-Trancão di Lisbona. In un discorso tenuto quasi completamente a braccio, Francesco incita i ragazzi a non arrendersi mai, neanche quando nella vita si incontrano ostacoli e si cade. «Bisogna rialzarsi, è una cosa bella – dice –. Chi non lo fa e rimane per terra è andato in pensione dalla vita, ha chiuso con la speranza». O forse non ha incontrato nessuno disposto ad aiutarlo a rialzarsi. Per questo Bergoglio invita i pellegrini del mondo ad aiutare chi è caduto: «è l’unico momento in cui è lecito guardare una persona dall’alto in basso», ammonisce.

Il Papa arriva all’appuntamento clou della Gmg intorno alle 20.25 ora locale e tra due ali di folla in festa percorre in papamobile il tragitto che lo separa dall’ingresso al palco. A Campo da Graça regna il silenzio durante il discorso che pronuncia in spagnolo. Supportati dalle radioline che tramettono la traduzione simultanea, i ragazzi applaudono quando il Pontefice chiede loro se amano il calcio, di cui è grande tifoso. Utilizzando quindi una metafora calcistica, spiega che «dietro un gol c’è moltissimo allenamento, dietro un successo c’è moltissimo allenamento». Ogni traguardo nella vita si può tagliare solo se ci si allena perché «non si può fare sempre quello che si vuole».

Avviando il dialogo con i giovani, il Papa chiede se testimonieranno agli altri l’esperienza della Gmg. «Voi che siete venuti a cercare qui un senso della vita – dice –, lo terrete per voi o lo porterete agli altri?». Bisogna parlarne perché «la gioia è missionaria, dobbiamo trasmettere tutto quello che abbiamo ricevuto. E allo stesso tempo ricordare chi ha portato gioia nei nostri cuori genitori, nonni, sacerdoti, religiose, catechisti, animatori, insegnanti. «Sono le radici della nostra gioia», afferma chiedendo ai ragazzi di ricordarli in silenzio.

In occasione della veglia al Campo da Graça, come gli organizzatori hanno ribattezzato il terreno del parco del Tago, intorno alle 18 sono stati portati i due simboli della Gmg. Sulle note di Emmanuel, l’inno della Gmg del 2000, la croce pellegrina e l’icona della Madonna Salus Populi Romani hanno raggiunto la riva del fiume Tago. Hanno quindi attraversato Campo da Graça fino al palco. I due simboli sono stati trasportati a bordo di un miliceiro, tipica imbarcazione simile a una gondola usata nel nord ovest del Portogallo.

La veglia si è aperta con le testimonianze di don Antonio Ribeiro de Matos, 33 anni, dal Portogallo e di Marta Luis, diciottenne del Mozambico. Il primo ha parlato della gioia del suo incontro con Cristo avvenuto in seguito a un terribile incidente stradale. Marta Luis, originaria della provincia di Cabo Delgado, in Mozambico, ha raccontato della guerra che ha stravolto il suo Paese, della fuga dal suo villaggio e dalla foresta dove si era rifugiata con la mamma e le quattro sorelle. «In mezzo a tanta sofferenza mai abbiamo perso la fede e la speranza che un giorno ricostruiremo di nuovo la nostra vita», ha detto.

6 agosto 2023