Un percorso formativo per i laici «che si basa sull’ecclesiologia promossa dal Concilio Vaticano II e molto attento al magistero di Papa Francesco» e quindi pure «alle grandi problematiche del mondo attuale come la fratellanza universale e il tema della cura del Creato». Così don Paolo Scarafoni, teologo e nuovo coordinatore del Centro diocesano di teologia per laici, presenta la rinnovata proposta di formazione “Teologia di popolo” che, «voluta e sostenuta dal cardinale vicario e da tutto il Consiglio episcopale», verrà avviata in 11 comunità parrocchiali dal prossimo ottobre.
Attivato nel 1967, il Centro diocesano – che afferisce dal 2006 all’Istituto Ecclesia Mater (Pontificia Università Lateranense) – «è di grande attualità per il cammino ecclesiale e rispecchia una delle priorità segnalate nell’assemblea generale della Cei del maggio scorso – sottolinea Scarafoni -: ripensare l’annuncio cristiano ». Ecco quindi l’obiettivo dichiarato di «preparare i laici – dice ancora il teologo -. Non solo quelli più anziani o pensionati, che si pensa abbiano più tempo da dedicare a questo percorso, ma anche chi magari solitamente “sta a guardare” e invece sarebbe bene che si mettesse in gioco, cogliendo con la formazione l’opportunità di vivere più intensamente la vita di fede»; a dire che «la teologia non è un percorso riservato per alcuni ma è la riflessione dei credenti che sono in cammino e in ricerca per dare un volto cristiano alla realtà».
Le 11 sedi e quindi le parrocchie che ospiteranno il percorso formativo triennale – che si svolgerà in orario serale, dalle 19.30 alle 21.30 una volta a settimana, da ottobre a dicembre e da metà febbraio a maggio –, «saranno due per ogni settore – illustra Scarafoni –, tre per quello Sud, comprendendo anche la realtà di Ostia». Le iscrizioni saranno aperte e possibili nelle singole parrocchie o all’Ecclesia Mater da settembre e il costo annuale del corso sarà di 150 euro. Il coordinatore del Centro – affidato anche a don Enzo Pacelli e a don Pino Pulcinelli – fa anche sapere che «non esistono requisiti d’ingresso di tipo accademico come un titolo di studio o la conoscenza di una lingua ma quello di essere credenti che vogliono approfondire». Ancora, «chi avesse titoli di studio potrà comunque ottenere crediti formativi», aggiunge Scarafoni. Due a semestre i corsi proposti: dalla teologia alla liturgia, dall’antropologia alla morale cristiana, fino all’ecclesiologia sinodale e conciliare. Previsti anche laboratori di ricerca, di confronto di esperienze e di dialogo.
di Michela Altoviti
31 luglio 2023