«A mia memoria, dovrebbe essere il primo incontro, in assoluto, tra la diocesi di Roma e le direzioni degli istituti di detenzione. Non penso di riuscire a esprimere pienamente con le parole il sentimento di gioia che mi abita dentro, per la possibilità di vivere insieme questo nostro incontro». Il cardinale vicario Angelo De Donatis ha accolto con un caloroso benvenuto Maurizio Veneziani, provveditore regionale Lazio-Abruzzo-Molise, Anna Maria Santoli, dirigente centrale per la giustizia minorile di Casal del Marmo, i direttori e i vicedirettori delle carceri romane, i comandanti della Polizia penitenziaria, i responsabili delle aree educative delle carceri di Roma, i cappellani carcerari. Tutti riuniti, giovedì 22 giugno, nella Sala degli Imperatori del Palazzo Lateranense, per quello che, come detto, è stato il primo incontro tra la diocesi e il mondo del carcere.
«L’occasione che ha generato l’idea di questo incontro è duplice – ha spiegato il cardinale –: il percorso sinodale che stiamo vivendo come Chiesa universale e Chiesa di Roma, anche grazie al magistero profetico del nostro vescovo Papa Francesco, e dall’altra parte l’istituzione nella nostra diocesi dell’Ufficio per la pastorale carceraria. Sia il primo che il secondo motivo hanno generato in noi il desiderio di incontrarvi e ascoltarvi».
L’appuntamento è stato anche l’occasione per ringraziare «di cuore» le istituzioni carcerarie per il loro servizio, «per ogni vostra azione e misura che applicate a beneficio dei nostri fratelli e sorelle che hanno sbagliato nella vita». Grazie «perché so che il vostro lavoro con le persone, come altri tipi di lavoro – ha proseguito – chiama a vivere il potere come servizio evitando ogni forma di abuso, cosa affatto scontata e sulla quale ci si trova costantemente invitati a vigilare». Ma il ringraziamento della diocesi va anche ai cappellani, che «favoriscono la cultura della riconciliazione e della rieducazione, di una nuova possibilità di vita per tutti».
L’auspicio per il futuro è quello di una sempre più proficua collaborazione con le istituzioni carcerarie, non solo mentre i detenuti stanno scontando la pena, ma anche quando si tratta di affrontare il reinserimento nella società civile, quando escono di prigione. Su quest’ultimo punto si è soffermato in particolare il vescovo Benoni Ambarus, delegato diocesano per l’Ambito della diaconia della carità, che ha sottolineato anche l’importanza di sensibilizzare maggiormente il territorio e le parrocchie nell’accoglienza degli ex detenuti. Il vescovo ha anche lanciato alcune suggestioni ai presenti, attorno alle quali si è aperto il dibattito.
23 giugno 2023