«Non mi stanco di ripetere che il debito estero è diventato uno strumento di controllo, attraverso il quale alcuni governi e istituzioni finanziarie private dei Paesi più ricchi non si fanno scrupolo di sfruttare in modo indiscriminato le risorse umane e naturali dei Paesi più poveri pur di soddisfare le esigenze dei loro mercati». Le parole di Papa Francesco, nel suo messaggio in occasione della Giornata mondiale della pace del primo gennaio 2025, saranno il filo conduttore della riflessione nel prossimo incontro di “Percorsi di ecologia integrale. Un caffè con noi”, promosso dall’Ufficio diocesano per la pastorale sociale e del lavoro per giovedì 16 gennaio, dalle 18.30 alle 20. L’appuntamento si terrà nella Sala Roberto Sardelli di via della Madonna dei Monti 41 e avrà per titolo “Predatori e vittime. Storie di debiti e oppressioni”.
Protagonista sarà Riccardo Troisi, economista, membro del Gruppo Next e Reorient Ong. Interverranno anche il responsabile della Pastorale sociale diocesana, monsignor Francesco Pesce, e il vicedirettore Oliviero Bettinelli. «Il debito dei Paesi più poveri è il segno inequivocabile di uno strumento di controllo attraverso il quale si ricattano e si sfruttano intere popolazioni – osserva Bettinelli –. Non occorrono grandi riflessioni; basta dare ad ogni parola di questa frase la sua definizione per rendersi conto che solo il condono del debito può impedire la morte di chi viene condannato dalla povertà e dalle politiche economiche che la causano. Papa Francesco come sempre è lapidario indicandoci che non ci sono altre strade per la giustizia se non quella di recuperare relazioni che siano umane».
8 gennaio 2025