Ritiro di Avvento

Domenica 3 dicembre 2017 la comunità diaconale si è riunita presso la sala Tiberiade del pontificio seminario maggiore per il ritiro di Avvento. Dopo la preghiera delle lodi, presieduta dal diacono Giuseppe Colona, abbiamo potuto ascoltare la meditazione proposta da don Armando Matteo, professore di teologia presso l’università Urbaniana. Quella proposta da don Armando è stata una riflessione sulla società di oggi a partire da ciò che più contraddistingue ogni essere umano: la parola. In particolare ha sottolineato, citando papa Francesco, quanto ci troviamo a vivere non tanto un’epoca di cambiamenti, ma un cambiamento di epoca. Questo cambiamento così radicale ha avuto inizio con l’introduzione di nuove parole, che sempre di più nel corso degli anni hanno assunto un’importanza sostanziale nella vita quotidiana. La prima parola presa in esame è del 1859, quando Charles Darwin per la prima volta ha parlato di “evoluzione”, termine che nel tempo ha preso il posto di “creazione” e ancora con Marx la parola “rivoluzione “ha sostituito “salvezza” e, grazie a Freud, “energia” ha preso il posto di “anima”. Parole che inizialmente sono state usate nei circoli culturali tra pochi intellettuali, ma con il passare degli anni e l’avvento dei mass media, sono divenute di uso comune e hanno prodotto un vero e proprio cambiamento nel modo che ogni essere umano ha di percepire la realtà ed il senso della vita. Un cambio di prospettiva: l’uomo pone la propria ricerca di felicità nel denaro, nel potere della tecnologia, nell’autoaffermazione; Dio, il Paradiso, la salvezza sembrano non avere più posto per l’uomo moderno. Inoltre, la recente rivoluzione nella comunicazione, causata dall’avvento di Internet e dei social, ha portato ad andare oltre i limiti della temporalità, (si comunica ad ogni ora del giorno e della notte), e della corporeità, (si comunica nascosti dietro un dispositivo elettronico). La tentazione davanti a tutto questo è quella di rimanere fissi su una modalità di annunciare il Vangelo al mondo di oggi, usando un linguaggio che non viene più compreso. Ma la “fissità” non è caratteristica del cattolicesimo, che da sempre ha saputo trovare il modo più adatto per annunciare il Vangelo nel corso delle epoche. Tutto questo può diventare oggi per la Chiesa un’opportunità per rivedere il proprio modo di comunicare la fede all’uomo moderno e papa Francesco sta dando un grande impulso in questo senso! Innanzitutto siamo chiamati ad osservare la società di oggi “con gli occhi di Gesù”, poi a rimettere al centro della predicazione la Parola di Dio, a far riscoprire all’uomo di oggi il valore della preghiera personale, ad essere “profeti “, ovvero saper porre l’attenzione su ciò che la società non guarda più: poveri, indifesi, malati, anziani, giovani ecc. Ad annunciare il Vangelo con gioia, anzi con allegria! A far sperimentare la bellezza della fraternità. Questa la strada proposta per vivere con speranza questo cambiamento epocale.  La giornata si è conclusa con la celebrazione eucaristica presieduta dal Vicario del santo Padre S.E. Mons. De Donatis alla presenza di tutta la comunità e del nuovo Delegato Episcopale S.E. Padre Daniele Libanori, il quale ha rivolto in conclusione un saluto e un augurio a tutti i presenti.