“Fede e letteratura: il caso Manzoni a 150 anni dalla morte”

Si chiama “Fede e letteratura: il caso Manzoni a 150 anni dalla morte” l’incontro dedicato all’autore de I Promessi Sposi, promosso dalla diocesi di Roma, in particolare dall’Ufficio per la cultura, dall’Ufficio per la pastorale scolastica e dall’Ufficio per la pastorale universitaria. In programma il prossimo martedì 10 ottobre, alle ore 17, nell’Aula Magna della Pontificia Università Lateranense (piazza San Giovanni in Laterano, 4), il convegno sarà aperto dai saluti del cardinale vicario Angelo De Donatis. Introdurrà i lavori il professor Rosario Chiarazzo, direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale scolastica; seguiranno gli interventi del cardinale Gianfranco Ravasi, presidente emerito del Pontificio Consiglio della cultura, su “Manzoni: il male, la grazia, il perdono”; e del professor Vincenzo Jacomuzzi, docente di letteratura e autore, su “I Promessi Sposi a scuola. Le ragioni di un classico”. L’attrice Isabel Russinova leggerà il celebre brano “Addio monti…” su sottofondo musicale di Fabio Lombardi. Le conclusioni saranno a cura di monsignor Giuseppe Lorizio, direttore dell’Ufficio per la cultura del Vicariato di Roma.

L’evento è pensato in modo particolare per i docenti e gli studenti della scuola secondaria superiore. Realizzato in collaborazione con il gruppo editoriale “La scuola Sei”, è a ingresso gratuito ma prevede iscrizione obbligatoria: eventi@grupposcuolasei.it. Previsto il rilascio di un attestato di partecipazione.

«Tutti abbiamo incrociato l’opera dell’autore milanese sui banchi di scuola e non possiamo dimenticare figure emblematiche come don Abbondio, la monaca di Monza, l’Innominato, il cardinale Federico e ovviamente Lucia, Agnese e Renzo – riflette monsignor Lorizio –. Ma questo ricordo è quello di un peso che nostro malgrado abbiamo dovuto portare o di una ricchezza che abbiamo acquisito? Del resto, parliamo di “caso Manzoni” per il semplice motivo che siamo di fronte a una presenza scomoda nel nostro contesto culturale, segnato dal laicismo e dal politicamente corretto, in quanto egli nelle sue opere sia in prosa che in poesia esprimeva sempre e chiaramente la sua fede cristiana, il che può essere frainteso e ritenuto bigottismo da menti ottuse che devono in ogni caso opporsi al credere e in particolare al cristianesimo».

Per il professor Chiarazzo «tutta l’opera manzoniana, in quanto parte essenziale del ricco patrimonio storico-culturale italiano, è uno strumento straordinario per cogliere tanto una specifica modalità di declinare i valori che promanano dalla tradizione cristiana, quanto per riflettere in termini essenziali sul rapporto tra letteratura e fede».

5 ottobre 2023