Sono 122 i km che i giovani pellegrini della diocesi percorreranno per raggiungere Santiago de Compostela, partendo da Ferrol, nella Spagna nordoccidentale, e compiendo così il Cammino inglese, che conduce alla tomba di san Giacomo il Maggiore, in Galizia. Dal prossimo 29 luglio al 10 agosto il Servizio diocesano per la pastorale giovanile propone infatti l’esperienza del Cammino di Santiago in sinergia con l’Opera Romana Pellegrinaggi, in occasione del Pellegrinaggio europeo dei giovani e della Giornata europea dei giovani, in calendario per il 6 e 7 agosto.
«Sarà un’occasione per creare una rete sempre più estesa e più forte di ragazzi, in vista anche della Giornata mondiale della gioventù di Lisbona in programma per l’anno prossimo – dice don Alfredo Tedesco, direttore del Servizio diocesano per la pastorale giovanile –. In questo tempo si parla tanto di Europa, alla luce di quello che anche con la guerra sta succedendo intorno a noi, e questo pellegrinaggio mostra un’idea e un modello di relazione significativa con gli altri». Il sacerdote sottolinea poi come l’esperienza del pellegrinaggio sia naturalmente assimilabile ai più giovani, che «per loro natura sono sempre in cammino, anche nella fede», e come «questo percorso coinvolge pure quelli che magari non frequentano regolarmente la parrocchia o non provengono da gruppi parrocchiali in senso stretto, ma sono comunque attirati per la curiosità o grazie al passaparola degli amici».
Il Cammino di Santiago, quella rete di itinerari che nel Medioevo i pellegrini percorrevano attraversando l’Europa per venerare le reliquie dell’apostolo di Gesù, esercita ancora oggi il suo fascino e proprio sui più giovani perché «rappresenta una vera e propria parabola della vita», osserva don John D’Orazio, assistente spirituale del pellegrinaggio. Il sacerdote, che si unirà al gruppo dei 36 pellegrini provenienti da Roma dal 4 agosto, per il tratto finale del percorso, sottolinea come «mettersi in cammino porta a confrontarsi con i propri limiti e anche a superare le difficoltà, sfidandole e affrontandole spesso anche grazie all’aiuto degli altri, motivati tutti insieme dalla voglia e dal desiderio di raggiungere la meta». D’Orazio aggiunge poi che il pellegrinaggio diocesano, «che prevede un percorso lungo e impegnativo», è stato pensato per unire all’esperienza spirituale anche «l’opportunità di approfittare delle bellezze artistiche che si incontreranno sulla strada, facendo quindi delle tappe religiose e insieme culturali, per offrire un viaggio a tutto tondo».
Ecco allora la visita a Saragozza e alla basilica della Madonna del Pilar, patrona dei popoli ispanici. «Secondo la tradizione – racconta il sacerdote –, nel 40 dopo Cristo, quando Giacomo giunse in Spagna per evangelizzare i popoli iberici, la Madonna gli apparve per incoraggiarlo perché era deluso per l’inefficienza della sua predicazione e gli donò un pilastro, chiedendogli di costruire una chiesa in suo onore nelle vicinanze. “Pilar” in spagnolo significa infatti proprio “pilastro”». Si ritiene che il pilastro fu dunque posto da san Giacomo nello stesso punto nel quale si trova oggi, dove si sarebbe conservato nei secoli, resistendo anche ad un incendio. Si tratta di una colonna di alabastro che è oggi completamente ricoperta di bronzo e argento, mentre solo nella parte posteriore della cappella che la custodisce c’è un oculo che permette di toccare, baciare e venerare la reliquia originale.
Per altro, l’apparizione di Maria a san Giacomo viene considerata la prima apparizione mariana di cui si abbia notizia, e una tappa mariana altrettanto significativa è prevista a conclusione del pellegrinaggio perché l’8 agosto, in serata, i giovani pellegrini raggiungeranno Lourdes, da dove, dopo la celebrazione conclusiva dell’esperienza, il giorno dopo ripartiranno in pullman per rientrare nella serata del 10 a Roma. Il vero e proprio cammino verso Santiago interesserà invece le giornate dall’1 al 5 agosto, con tappe a Pontedume, Betanzos e Siguiero. Prevista inoltre nel pomeriggio del 7 agosto un’escursione da Santiago a Finisterre, dove campeggia il cippo del km zero del pellegrinaggio e dove la tradizione vuole che i pellegrini raccolgano una conchiglia come simbolo e ricordo dell’esperienza compiuta. Davanti alla croce che spicca di fronte al mare, invece, i pellegrini pongono un sasso a ricordo del loro passaggio.
di Michela Altoviti da Roma Sette
26 luglio 2022