Ricorre domenica prossima, 27 luglio, la V Giornata mondiale dei nonni e degli anziani. Per celebrarla a Roma è in programma una Messa dedicata – trasmessa in diretta su Rai1 dalle 10.55 – nella basilica di Santa Maria in Trastevere, curata dall’Ufficio diocesano per la pastorale familiare e presieduta dal vescovo Renato Tarantelli Baccari, vicegerente della diocesi. Guardando a questo appuntamento, il presule mette in luce la «bellissima» concatenazione, «opera della Provvidenza», che lega questa ricorrenza al Giubileo dei giovani, che si aprirà lunedì 28 luglio. Per Tarantelli infatti «è significativo che la Giornata dei nonni e degli anziani venga prima, mentre secondo l’ordine temporale siamo abituati a pensare al contrario alle fasi della vita di giovani e anziani» eppure «più andiamo avanti e più leggiamo all’indietro la storia e le esperienze», sottolinea.
Allora, la Giornata voluta e istituita da Papa Francesco nel gennaio del 2021 diviene l’occasione «per riflettere» su quanto e come «i nonni e gli anziani, valore fondamentale nel contesto della famiglia e di un popolo, possano e sappiano traghettare verso il domani, costituendo proprio un ponte tra passato e futuro», afferma Tarantelli. In particolare, il vescovo individua nella «saggezza dell’anziano» una capacità «di comprensione del cambiamento che ha una funzione fortemente educativa e di riflessione», laddove spesso «in una famiglia i nonni sono coloro che sanno dialogare con i nipoti grazie a una capacità di ascolto che supera il salto generazionale, rendendo la comunicazione e la trasmissione più serena e mansueta, libera da condizionamenti rispetto a quella che i giovani hanno invece con i genitori».
Tarantelli pensa sia al valore «delle storie, dei racconti dei più anziani», sia alla «trasmissione della fede, in particolare della preghiera»; l’esempio e quanto viene tramandato costituiscono per il presule «quelle fondamenta e quelle radici su cui costruiamo la nostra vita e la storia della nostra famiglia, nel bene e nel male», perché ci possono essere anche «esperienze non sempre positive ma che possono comunque diventare istruttive». Per tutte queste motivazioni, «celebrare i nonni e gli anziani è importante – continua il vicegerente -: si tratta di imparare non a guardare indietro ma a guardare avanti con chi sta dietro, proprio riprendendo la famosa metafora, per essere consapevoli di stare sulle spalle dei giganti».
Guardando alla realtà della città di Roma, «in cui sono tanti gli anziani che vivono il dolore della solitudine», il vescovo considera come ci siano «tante soluzioni ad esempio di cohousing o quelle adottate anche in alcune parrocchie dove si mettono in relazione giovani studenti o lavoratori che cercano un alloggio e anziani soli a cui portano compagnia»; modelli a cui guardare, secondo il vescovo, per «sviluppare delle idee da portare avanti». Allargando lo sguardo, Tarantelli osserva che «si tratta di un tema che riguarda tutti, a livello globale, perché gli anziani non sono solo delle persone di oggi ma siamo anche noi se ci guardiamo tra qualche anno». Inoltre il vescovo considera quanto «oggi i nonni e gli anziani in genere siano davvero gli angeli custodi delle famiglie anche a livello economico: infatti spesso sono di sostegno per figli e nipoti che magari non si sono ancora stabilizzati lavorativamente, proprio loro che la società fa apparire un peso piuttosto che una risorsa». Ancora, i più anziani «sono un vero rifugio in una società dove mancano le figure di riferimento forti e riconoscibili».
Infine, Tarantelli richiama l’invito del Papa a fare visita alle persone anziane come occasione «per stare del tempo con loro, un tempo che arricchisce più chi lo dona che chi lo riceve, come accade per tutte le opere buone di carità». Non è tanto e solo «un andare a trovare ma uno scoprire un bagaglio di esperienze di vita».
21 luglio 2025