Il battesimo dei catecumeni nella veglia di Pasqua

Foto di Cristian Gennari

di Salvatore Tropea da Roma Sette

«Un’esperienza straordinaria, di avvicinamento e ingresso alla fede e alla famiglia della comunità cristiana di Roma». È la testimonianza che accomuna i sei catecumeni – cinque di origini nigeriane e un ragazzo romano – che questa notte, durante la veglia di Pasqua presieduta dal cardinale vicario Angelo De Donatis, hanno ricevuto i sacramenti dell’iniziazione cristiana nella basilica di San Giovanni in Laterano.

Questi ragazzi, spiega suor Maria Rosaria Carpentieri, referente del Servizio per il catecumenato della diocesi, «hanno compiuto un cammino lungo due anni, all’interno dei quali è stato necessario “vivere” due quaresime, ed è stato un percorso di istruzione e avvicinamento alla fede cristiana, da qui il termine greco “katechúmenos”, “colui che viene istruito”». Un momento dal grande significato per i catecumeni, «ma anche per il resto della comunità, perché con i nuovi battezzati – racconta suor Carpentieri – tutta la comunità della Chiesa universale e locale fa memoria del suo passaggio pasquale e rinnova nelle promesse battesimali la propria fedeltà al dono ricevuto e agli impegni assunti, in un continuo processo di rinnovamento, di conversione e di rinascita».

Racconta Leonardo Di Vito, 19 anni, studente in un liceo scientifico della Capitale e uno dei sei catecumeni: «Ho scelto questo percorso grazie alla mia famiglia, da sempre credente e per la promessa fatta ad un amico fraterno di essere il suo padrino alla Cresima e quindi poter stare accanto il prima possibile alla confermazione del mio futuro figlioccio». Intraprendere il cammino che lo ha poi portato ai sacramenti «è stata anche una straordinaria scoperta – ci tiene a sottolineare –, perché sono stato accolto da una vera e propria famiglia, che mi ha fatto crescere, scoprire altri punti di vista e anche superare alcuni pregiudizi che avevo riguardo la spiritualità di ognuno di noi».

Per i sei neo battezzati, tutto è iniziato due anni prima di ricevere i sacramenti di questa notte, «con la fase di precatecumenato – spiega ancora la religiosa referente del Servizio diocesano – che serve per discernere sempre di più le proprie motivazioni e poi con l’anno di vero catecumenato, in ascolto della Parola». Durante l’ultima Quaresima, ogni catecumeno vive il rito dell’elezione, con il quale la comunità ecclesiale si assume la responsabilità dell’idoneità della persona a ricevere i sacramenti. Infine, dalla terza alla quinta Domenica del periodo quaresimale, i cosiddetti scrutini, il cui scopo «è di illuminare a poco a poco i catecumeni sul mistero del peccato». Fondamentale, per tutti i catecumeni, il rapporto con i padrini. «Devo tutto – riprende Leonardo – alla mia madrina che mi ha supportato per realizzare quello che era diventato al contempo un obiettivo e un sogno». Quello di stanotte è stato «un punto di inizio, non di certo la fine di un cammino», spiega Leonardo con l’emozione di chi «non ama avere i riflettori puntati addosso», ma l’agitazione della vigilia e l’ansia per una basilica colma di fedeli è stata superata dall’aver vissuto «un’esperienza che porterò con me per tutta la vita». Infine, Domenica prossima i sei giovani parteciperanno alla celebrazione eucaristica con il rito della deposizione della veste bianca indossata durante la veglia pasquale.

17 aprile 2022