Il cardinale Reina a Tv2000: “Seminari non siano campane di vetro”

“I punti di debolezza che io riscontro in un seminario è che rischia, anche oggi, di essere una sorta di campana di vetro, un luogo dove tutto all’interno si realizza in maniera piuttosto perfetta, precisa, quando poi il mondo che c’è all’esterno è un’altra cosa”. Lo afferma a Tv2000 il Vicario Generale del Papa per la Diocesi di Roma, il cardinale Baldassare Reina ospite del programma ‘Soul’, condotto da Monica Mondo, in onda domenica 21 dicembre ore 21.05 e lunedì 22 dicembre ore 21 su Radio InBlu2000.

“La vera sfida, almeno quello che ho provato da formatore, – sottolinea il card. Reina – è provare a inserire i ragazzi nel concreto della vita delle parrocchie, delle famiglie, dei giovani, delle fragilità, delle povertà. Ecco, io credo molto che l’esperienza concreta, cioè lo sporcarsi le mani, aiuti tanto”.

Nella lunga intervista a Tv2000 il cardinale Reina racconta anche della sua famiglia e dell’origine del nome Baldassare: “Il nome è complicato, quindi mamma, in maniera saggia, siccome siamo tre cugini che abbiamo lo stesso nome, perché il nonno paterno si chiamava Baldassare, l’ha accorciato, con il permesso di papà, da Baldassare a Baldo. E quindi Baldo, Balduccio in paese per tanti anni, fino a quando ero piccolo, poi semplicemente Baldo”.

Il card. Reina rammenta poi un evento che lo ha profondamente colpito: lo storico discorso contro la mafia pronunciato a braccio da S. Giovanni Paolo II ad Agrigento il 9 maggio 1993. “Quel grido forte, il grido del cuore di Giovanni Paolo II nella Valle dei Templi mi scosse. Io ero quasi alle porte dell’ordinazione, ero quasi diacono e quel grido di Giovanni Paolo II fece maturare in me l’idea che soltanto una dimensione profetica poteva dare un senso alla scelta che stavo per abbracciare. Quindi quel dire ‘Mafiosi convertitevi’, chiamare le cose per nome che dalle nostre parti non è una cosa comune”.

“Quella di Giovanni Paolo II è, a mio avviso, – aggiunge il card. Reina a Tv2000 – una linea di demarcazione tra un prima e un dopo, perché ho visto che in quel momento la Chiesa siciliana, ma la Chiesa in genere, ha assunto una postura diversa di fronte a certe forme di criminalità denunciandole in maniera forte”.

Il cardinale ricorda infine il giorno in cui è stato chiamato ad accettare la proposta di Papa Francesco come suo Vicario alla Diocesi di Roma: “Quando sono stato dal Nunzio, ero talmente incredulo da dire al Nunzio ‘forse avete sbagliato nome’ e il Nunzio ha detto no, no, qui non ci sbagliamo. Sono rimasto basito, non me l’aspettavo assolutamente, ho chiesto la possibilità di pensarci un attimo, mi sono venute in mente tante cose, soprattutto la mia indegnità, e quindi mi sono sentito mettere sulle spalle un peso che pensavo essere troppo grande. Il Nunzio prima, il Santo Padre dopo, mi hanno invitato a fidarmi di Dio, che è la regola fondamentale per ogni credente, e devo dire che questa apertura mi ha dato molta serenità”.

19 dicembre 2025