Il rococò romano di Santa Maria Maddalena

Articolo a cura delle Missionarie della Divina Rivelazione

Nel mese di luglio, oltre a altre belle ricorrenze, celebriamo la Festa di Santa Maria Maddalena che, in modo ancora più speciale, abbellisce il calendario liturgico. Il 22 luglio la Chiesa ricorda particolarmente l’Apostola degli Apostoli che in tutto il mondo è associata all’amore misericordioso di Cristo, che senza guardare il passato, perdona i peccati degli uomini e ridona la speranza.

Maria Maddalena, che la tradizione identifica con la pubblica peccatrice riportata dai Vangeli, ha una piccola chiesa dedicata a lei nel centro storico di Roma. La chiesa di Santa Maria Maddalena, situata nell’omonima piazza voluta da Papa Urbano VIII, non è molto grande, ma è un’importante gemma che compone l’immensa gamma di pietre preziose della tradizione architettonica romana. Si tratta di uno dei pochi esemplari dello stile rococò romano, che riempie lo sguardo dei pellegrini che la visitano in un concentrato di splendore tipico dell’eredità barocca del Seicento.

Di origini seicentesche, la chiesa, costruita su una cappella del Trecento, è stata affidata, come attestano i documenti, alla prestigiosa Arciconfraternita del Gonfalone. Nell’anno 1586 è stata concessa al sacerdote abruzzese Camillo de Lellis, fondatore del nascente Ordine dei Chierici Regolari Ministri degli Infermi, oggi conosciuti in tutto il mondo come i padri camilliani. Secoli dopo, questa chiesa diventerà anche il sacrario che conserva le spoglie di San Camillo, la cui memoria si celebra ugualmente nel mese di luglio.

La facciata, conclusa dall’architetto Giuseppe Sardi nel 1735, trasmette già l’idea della necessità di rendere visibile la gloria delle realtà divine attraverso la bellezza architettonica, in un periodo di grande contrasto con il progredito illuminismo. Con una decorazione inusuale per il contesto dell’epoca, ha ricevuto dai critici l’appellativo di “chiesa di zucchero” per lo stile, appunto, carico di elementi. Sotto la croce, che sta al centro della facciata, troviamo l’iscrizione: “O CRUX AVE SPES UNICA PIIS ADAUGE GRATIAM”: “Salve o Croce, unica speranza, accresci ai devoti la grazia”.

La chiesa presenta un’unica navata, che ospita sei cappelle laterali armoniosamente disposte al suo interno e una notevole cupola di raffinata bellezza. Il fedele, quando entra, passa sotto lo splendido organo del Settecento, situato nella controfacciata e decorato in oro e figure di stucco. Il fedele che lo osserva sente già che la sua anima si eleva alla contemplazione.

Il soffitto ligneo, opera di Michelangelo Cerruti, è affrescato con la risurrezione di Lazzaro e la scena, sospesa in alto, sembra sostenuta dai diversi angeli che la toccano con delicatezza o la guardano con la dolcezza propria di questi spiriti celesti.

Subito a destra si trova la cappella di San Francesco di Paola che ospita il dipinto raffigurante il santo mentre risuscita un bambino. In seguito, si trova la cappella che contiene un bellissimo dipinto della Vergine col Bambino, di autore ignoto, che è molto venerata dai fedeli da quando, nel 1619, è stata intronizzata. In origine si trovava  nell’altare maggiore.

La terza cappella alla destra, dedicata originalmente alla Vergine Assunta, è il luogo scelto per ricevere le spoglie di San Camillo; si tratta di una cappella degna di stupore per la maestosità del suo complesso marmoreo riccamente decorata con elementi in lapislazzuli, alabastro e diaspro sanguineo, incoronati da un meraviglioso affresco attribuito a Sebastiano Conca che rappresenta la gloria di San Camillo fiancheggiato dalle virtù. L’altare di San Camillo, invece, è opera di G. Francesco Rosa e Franceso Nicoletti.

Prima di arrivare alla cappella del Crocifisso, che espone il miracoloso Crocifisso di San Camillo, passando davanti alla cappella delle reliquie, si trova il passaggio antistante dove si conserva la statua lignea della Maddalena del secolo XV. Una statua, anch’essa miracolosa e che mantiene vivo un racconto interessante: si dice che durante la piena del Tevere del 1598 la statua fu vista galleggiare nella chiesa invasa dalle acque e miracolosamente ha raggiunto l’altare maggiore conservandosi intatta, nonostante quella calamità. Molti sono i fedeli che per secoli hanno venerato questa immagine con grande devozione.

Di fronte all’altare maggiore il fedele contempla il grande quadro di Santa Maria Maddalena in preghiera e la croce camilliana portata in cielo dagli angeli, del giovanissimo artista Michele Rocca (all’epoca aveva solo ventitré anni). Questo bellissimo altare, scolpito in marmo e pietre preziose, invita a volgere lo sguardo verso l’alto e, mentre si guarda in alto, l’occhio incontra l’armonioso gruppo marmoreo composto da un angelo, un angioletto e putti che abbracciando e indicando la croce ricordano la sorgente dell’amore che ha chiamato sia Santa Maria Maddalena che San Camillo de Lellis a intraprendere una nuova strada. Ai lati dell’altare, due bassorilievi illustrano due dei momenti più importanti della vita della santa: la visita al sepolcro di Cristo e il Noli me tangere, l’incontro con Gesù risorto.

Le cappelle che si vedono sulla destra sono quelle dedicate a San Nicola da Bari, con la bella palla d’altare di Giovan Battista Gaulli, detto il Baciccio, a San Lorenzo Giustiniani e alla Vergine Maria Assunta in cielo, con il quadro che si trovava nella cappella che oggi è dedicata a San Camillo.

Uno speciale accenno va fatto alle statue messe in alto lungo le pareti della navata che hanno un notevole interesse iconografico in quanto raffigurano le virtù della buona Confessione: Humilis, Secreta, Simplex, Verecunda, Fidelis, Lacrymabilis. Queste statue propongono a chi le guarda l’opportunità di disporsi alla preghiera e alla scoperta dell’amore divino per mezzo del Sacramento.

La cupola della chiesa non è meno apprezzabile e suscita anche lei un sospiro di ammirazione quando la si guarda incastonata tra i quattro archi che compongono la crociera. Nella cupola, da molti attribuita a Carlo Fontana, sono affrescate la gloria della Santissima Trinità, la Vergine Maria e i Santi, nei pennacchi i dottori della Chiesa, opera del pittore Stefano Parrocel, conosciuto come “il romano”.

Infine, questa chiesa si vanta di avere una sacrestia ritenuta tra le più belle di Roma ed è uno dei pochi esemplari del suo stile, il barocchetto romano. Situata dove prima era il refettorio dei padri camilliani, ha una bellezza speciale. Ha sei armadi di legno con dipinto marmorizzato e bordi dorati conclusi da bussole angolari. Il soffitto è affrescato con la gloria di san Camillo, insieme a san Filippo Neri, che contemplano la Vergine Santissima. Tutto l’ambiente appare gaio e armonioso, quasi fosse in continuità con la chiesa.

A colei che fu la prima testimone del Risorto e la prima messaggera che annunciò agli apostoli la risurrezione del Signore, chiediamo l’intercessione per essere anche noi annunciatori del Risorto con la vita e la parola.

 

22 luglio 2021