Il sovraindebitamento, una sfida comunitaria e pastorale

Foto Diocesi di Roma / Gennari

«Dobbiamo promuovere una cultura diversa, che metta al centro i valori della solidarietà, della sobrietà e del bene comune. Come cristiani, siamo chiamati a testimoniare con le nostre scelte quotidiane uno stile di vita che non sia schiavo del consumismo e delle apparenze, ma che valorizzi la condivisione, la giustizia e la responsabilità. È una sfida che riguarda tutti, perché il modo in cui usiamo le nostre risorse economiche riflette il tipo di società che vogliamo costruire». Così il diacono Giustino Trincia, direttore della Caritas di Roma, presenta il quaderno di formazione “Il sovraindebitamento, una sfida comunitaria e pastorale”, quarto numero della collana “Sguardi”. Un approfondimento – pubblicato nella giornata di chiusura del Mese del Risparmio e dell’Educazione finanziaria – che parte dell’esperienza del Testo Unico delle situazioni di crisi e insolvenza del debitore, spiegando i vari strumenti legislativi per l’esdebitazione e la composizione della crisi. Una riflessione che parte dal tema giubilare della remissione del debito e si sofferma sull’educazione al consumo consapevole delle famiglie con lo strumento del Bilancio Familiare.

Tra i contributi, la riflessione iniziale di don Paolo Salvini, vicedirettore della Caritas diocesana, che vede l’attualizzazione del Giubileo biblico nel «porre attenzione alla tensione che c’è tra la condizione di oppressione di molte persone e di interi popoli e il valore che Dio attribuisce ad ogni essere umano e all’intera comunità». «Egli con pazienza ci sta richiamando ad una libertà condivisa. Ci sollecita a mettere mano ad un sistema economico che mortifica la dignità degli esseri umani. Ci chiama a porre rimedio senza indugio alle concrete situazioni di oppressione causate da un indebitamento che ricadono sotto la nostra diretta responsabilità. Il giubileo è un appuntamento in cui prendere coscienza che ci siamo allontanati dalla strada che conduce alla vita autentica e decidere di volgerci nella giusta direzione con un cambiamento concreto».

«Sono almeno diciotto anni – scrive nel suo contributo il sociologo Maurizio Fiasco –, che la questione del sovraindebitamento pesa come un’ipoteca sullo sviluppo della società italiana, cumulandosi da un lato con la dilatazione della povertà tanto assoluta quanto relativa e, dall’altro lato, con la caduta di valore dei redditi di sussistenza dei ceti popolari». Secondo i dati del Ministero della Giustizia, riporta Fiasco, nel 2022 – anno di entrata in vigore del Testo Unico – agli Organismi di Composizione delle Crisi da Sovraindebitamento (OCC) vi era uno stock di 9.442 istanze. In media 27,3 per ognuno dei 364 OCC attivi nel paese. Quelli che la normativa indica come Concordati minori, più della metà delle istanze (circa il 50-55 per cento) si concludono con la rinuncia del debitore o la chiusura d’ufficio. Uno su tre (34 per cento) dei concordati e quasi altrettanti (33 per cento) delle ristrutturazioni semplici terminano con una sentenza di omologa. In numeri assoluti: 339 omologazioni, 160 dinieghi e 499 rinunce o chiusure d’ufficio. Non va meglio per le ristrutturazioni complesse dei debiti del consumatore: a fronte di 1.187 rinunce o chiusure d’ufficio, si sono avute 713 omologazioni (reale affrancamento dalla situazione insostenibile) e 259 dinieghi. Un processo costato oltre 50 milioni di euro. «Quel che va difeso – spiega il sociologo – è il diritto della persona alla progettualità che nasce con il formarsi della famiglia. L’indebitamento familiare in Italia è spesso associato a una “riorganizzazione cognitiva” in cui il denaro diventa il fulcro delle decisioni e delle priorità, influenzando le scelte non solo sul piano economico ma anche su quello relazionale. Questo “ordinatore” dei cicli di vita si riflette nella necessità di bilanciare le risorse limitate con i bisogni della famiglia e le ambizioni individuali, generando un complesso equilibrio tra benessere collettivo e aspettative dei singoli».

Nel numero vengono indicati anche gli strumenti messi in campo dalla Diocesi di Roma per intervenire sul fenomeno.
La Fondazione Salus Populi Romani offre un servizio di orientamento, consulenza e aiuto ai soggetti vulnerabili che non possono accedere a forme di finanziamento bancario. Il suo scopo è quello di prevenire e contrastare il sovraindebitamento ed il ricorso all’usura, con l’esclusione finanziaria e sociale che ne consegue. Fondata nel 1995 e operativa dopo tre anni, la Fondazione ha ricevuto circa 3.400 richieste di aiuto (812 solo negli anni 2020-2023), gestito direttamente 1.800 posizione debitorie erogando finanziamenti diretti a circa 850 famiglie per un complessivo importo di 14,3 milioni di euro garantiti negli anni a fronte di uno stanziamento fornito dal Ministero dell’Economia di 7,4 milioni di euro. Accanto a questi fondi, grazie alla legge regionale 14/2015, ha potuto gestire anche i fondi regionali potendo aiutare altri destinatari, circa 250 famiglie, per importi minori ma sempre importanti in relazione al risultato sociale che se ne produce. Il fondo di dotazione è di circa 100.000 euro l’anno, e complessivamente negli anni ha gestito 650.000 euro di garanzie.

Altro strumento di servizio è il Nucleo Assistenza Legale della Caritas, attivo dal 1992, che rivolge la sua attenzione verso coloro che, trovandosi in uno stato di disagio socio-economico, necessitano di essere assistiti da un legale e non hanno la possibilità per provvedere. Per dare una risposta concreta a questi casi la Caritas si avvale della collaborazione di un gruppo di avvocati professionisti i quali mettono gratuitamente la propria disponibilità ed esperienza professionale a disposizione dei bisognosi.
Su 1978 ascolti, ben 143 hanno rappresentato problematiche di sovraindebitamento pari al 7,2% del totale. Negli ultimi anni si è riscontrata una maggiore apertura da parte degli assistiti a chiedere aiuto per tali problematiche; i motivi sono principalmente da individuare nel fenomeno, più volte riscontrato, in cui i soggetti che ricorrono a un prestito o a più prestiti che si sommano tra di loro, non sono persone o famiglie strettamente indigenti ma anche soggetti e nuclei familiari che percepiscono uno o più redditi reddito, sufficienti a coprire la gestione economica familiare ordinaria, ma che non consentono di far fronte a spese straordinarie o impreviste.

L’ultimo strumento offerto dalla Diocesi è il Bilancio Familiare, un sussidio che aiuta, se correttamente gestito, a fotografare la situazione economica della famiglia e, conseguentemente, a scegliere come utilizzare le risorse per soddisfare i bisogni, secondo criteri razionali e di corretta pianificazione.

Il quaderno è scaricabile dal sito caritasroma.it

29 novembre 2024