Ci sono quelli tradizionali, con le statuine, il muschio, la luce rossa ad indicare un fuoco acceso. E poi ci sono gli allestimenti più originali, con oggetti di uso comune o figuranti in costume d’epoca. Sono sempre più numerose le chiese della diocesi che scelgono di raccontare la nascita di Gesù in modo anticonvenzionale. A San Tommaso Moro, nel quartiere di San Lorenzo, ad esempio, il presepe realizzato dai parrocchiani «è intitolato al “grido della città” al centro del programma pastorale diocesano – racconta il parroco monsignor Andrea Lonardo –; il tutto è rappresentato non da personaggi fisici, ma da oggetti che li caratterizzano».
Nella chiesa di San Tommaso ai Cenci, in pieno centro, di fronte all’Isola Tiberina, è stata ricreata una grotta con la scena della natività nella quale possono entrare i bambini ed accostarsi così al Bambinello. «L’immagine di Gesù Bambino sorridente con le braccia aperte in segno di abbraccio – osserva il rettore don Stefano Tardani, fondatore del Movimento dell’Amore Familiare –, vicino all’immagine di Maria dal volto dolce e rassicurante e di san Giuseppe sereno e forte, danno una luce particolare a chi si avvicina al presepe. Ai grandi come ai piccoli, ai quali viene poi consegnato un Bambinello da portare a casa e una breve preghiera».
Emozionante anche il viaggio nella Betlemme di duemila anni fa ricostruita dalla parrocchia di San Giulio, che gli anni scorsi realizzava il suo presepe vivente a Porta Asinaria. I fondi raccolti grazie all’iniziativa sono serviti per i lavori di consolidamento della copertura dell’aula liturgica, benedetta da Papa Francesco lo scorso 7 aprile, durante la sua visita alla comunità di Monteverde. «Quest’anno vorremmo invitare tutti i romani che ci hanno aiutato con le loro offerte a venire a vedere quello che è stato realizzato, e visitare la rinnovata chiesa di San Giulio»: a spiegarlo è padre Dario Frattini, il parroco, che motiva così la scelta di realizzare il presepe vivente “Venite adoremus” negli spazi parrocchiali.
«Il presepe verrà allestito proprio laddove c’era la tensostruttura che ci ha ospitato per anni – racconta padre Dario – e che è stata smontata all’inizio di novembre». Nel presepe vivente è raffigurata tutta la Betlemme dell’epoca. Si incontrano la bottega del fabbro e quella del falegname, il ramaio e l’esattore. La capanna è circondata da agnellini e caprette, riscaldata dal fiato del bue e dell’asinello. I figuranti indossano costumi che riprendono gli abiti dei tempi in cui nacque Gesù, realizzati da sarte volontarie della parrocchia. Ma sono tanti gli amici della comunità che hanno offerto aiuto e materiale gratuitamente: dal gruppo degli antichi mestieri di Piubega, nel mantovano; agli scenografi di Cinecittà Fratelli De Angelis, che hanno prestato anfore, colonne e fontane per il palazzo di Erode; allo Zoo Grunwald che ha portato gli animali. «Un grande contributo ci viene anche dagli amici di Civita Castellana conosciuti qualche anno fa nel corso di un pellegrinaggio con l’Opera romana – sottolinea padre Dario –; tutto l’anno custodiscono gratuitamente il materiale necessario per l’allestimento e ci donano sempre del legname nuovo. Ci sentiamo davvero baciati dalla grazia». Il presepe “Venite adoremus” sarà inaugurato il 25 dicembre alle 17; sarà visitabile tutti i giorni successivi fino al 6 gennaio, con orario dalle 16.30 alle19.30, escluso il 31 dicembre.
Celebre anche il presepe vivente della Comunità missionaria di Villaregia, allestito il 28 dicembre e il 5 gennaio a partire dalle ore 13 nella riserva di Decima Malafede. Qui grande attenzione è riservata ai più piccoli, che potranno diventare per un giorno “vasaio” o “muratore”, cimentandosi in attività manuali nelle botteghe storiche degli antichi mestieri, nonché fare un giro in dromedario come i Re Magi.
Presepe vivente anche a Dragona il 5 e il 6 gennaio, grazie alla parrocchia di Santa Maria Regina dei Martiri. «Tutti sono invitati a scoprire il percorso tra canti, antichi mestieri, zampogne, pecorelle e molto altro – annuncia Alessandro Cardinale dell’Apostolato Salvatoriano, ai quali è affidata la parrocchia –. Tutti insieme per adorare il figlio di Dio che nasce qui in mezzo a noi e ci porta la gioia. Guidati dalla stella cometa il 6 gennaio alle 17 arriveranno anche i Re Magi, a cavallo di cavalli e cammelli, portando i doni al Bambinello».
di Giulia Rocchi, da Roma Sette
23 dicembre 2019