La chiesa di Corviale compie 40 anni. La celebrazione con mons. Reina

Il vicegerente mons. Baldo Reina (Foto: Mauro Monti)

Era il 16 aprile 1983 quando il cardinale vicario di allora, Ugo Poletti, consacrava, con il titolo di San Paolo della Croce, la chiesa di Corviale, l’insediamento urbano alla periferia ovest di Roma conosciuto come Serpentone. Sono passati 40 anni e la festa della Divina Misericordia, istituita da San Giovanni Paolo II, venuto qui in visita nel 1992, segna anche un altro anniversario che cade in questi stessi giorni: i 5 anni dalla visita di Papa Francesco.
A presiedere la messa mons. Baldo Reina, vescovo di settore e vicegerente della diocesi di Roma, che prima della celebrazione ha incontrato i membri del nuovo Consiglio pastorale parrocchiale. “Questo deve essere considerato non un luogo dove si organizzano cose – ha detto mons. Reina – ma essenzialmente uno spazio in cui la comunità fa esperienza di comunione profonda, in cui ognuno porta il suo contributo di intelligenza, esperienza, riflessione. Un laboratorio in cui si supera quello che spesso dice Papa Francesco: il ‘si è fatto sempre così’, per provare ad aprire strade nuove, con prudenza e fantasia. Dunque un luogo di comunione, discernimento e anche di corresponsabilità, in maniera leale, evitando chiacchiericci”.

“Abbiamo raccolto l’invito del Santo Padre, in un tempo particolare – ha continuato mons. Reina –, e dobbiamo metterci in gioco, affrontando con serenità le difficoltà che si incontreranno, pensando soprattutto a tutti coloro che si sono allontanati dalla chiesa, essendo pronti anche a fare autocritica. Il Consiglio pastorale deve essere il ponte tra la comunità parrocchiale e il mondo esterno. Abbiate il coraggio di portare qui dentro le istanze del mondo esterno, senza mai giudicarlo, accogliendo quelle grida, quei lamenti, quelle richieste di aiuto che non sempre arrivano”.

E sull’importanza di questo organismo, mons. Reina ha voluto sottolineare che il Santo Padre chiede che i Consigli parrocchiali della diocesi vengano sentiti in occasione del cambio del parroco, non per suggerire nomi o caratteristiche, ma per raccontare al vescovo il cammino che è stato fatto nella comunità, le difficoltà incontrate, i passi di crescita, in modo tale da delineare un profilo di cui il vescovo, nel suo discernimento, terrà conto.

Un discorso sulla comunità cristiana, tema presente in tutte le letture del giorno, che è continuato anche nell’omelia. “Il Signore ci sta chiedendo, soprattutto oggi, qui, in questa chiesa che festeggia l’anniversario della consacrazione – ha affermato mons. Reina – di essere una comunità viva. Non abbiamo la forza di risolvere tutti i problemi e le risorse per dare le risposte alle mille difficoltà di questo territorio. Ci chiede di essere una comunità in cui mettiamo in circolo l’amore di Cristo, di farci carico delle sofferenze degli altri. Ricordiamo San Paolo: imparate a soffrire con chi soffre e a gioire con chi gioisce”.

E parlando della festa della Divina Misericordia, ha osservato: “Gesù può trovare anche le porte del nostro cuore chiuse, Lui non si rassegna. E agli apostoli che lo avevano abbandonato e rinnegato, non rinfaccia i loro peccati ma dice: ‘Pace a voi’. Il Signore ci dà fiducia. San Giovanni Paolo II ha voluto istituire, nella seconda domenica di Pasqua, questa festività che rappresenta la fiducia sconfinata che Dio ha nei confronti di ciascuno di noi. La nostra fede poggia unicamente sul fatto che Dio ci ama e attraverso di noi vuole portare avanti la storia della salvezza”.

“Gli anniversari sono sempre importanti – ha concluso mons. Reina – sono l’occasione per rilanciare la comunità attraverso un’esperienza di comunione profonda. Tendiamo sempre a girarci su quello che ci lasciamo alle spalle, ad elaborare analisi e bilanci, ma al Signore i bilanci non piacciono, non guarda ciò che è stato, ma quello che sarà, quello che ognuno di noi e come comunità siamo in grado di fare. Auguri dunque a questa comunità e che il Signore vi conceda di continuare nel suo amore”.

da Agensir