La Chiesa di Santo Spirito in Sassia, santuario della Divina Misericordia

Santo Spirito in Sassia

A cura delle Missionarie della Divina Rivelazione

Santa Faustina Kowalska (1908-1938) e San Giovanni Paolo II (1920-2005) sono stati i due grandi araldi della Divina Misericordia: entrambi provenienti dalla Polonia, sono stati accomunati dal progetto di Dio di far conoscere al mondo il Suo grande amore e interesse per la salvezza eterna di ogni uomo. Le loro orme, per disposizione della Provvidenza Divina, si sono intrecciate a Roma nella Chiesa di Santo Spirito in Sassia, dove il 1° gennaio 1994, per volere dello stesso Giovanni Paolo II, la chiesa fu dedicata al Culto della Divina Misericordia, così come è stato auspicato attraverso la testimonianza e l’esperienza mistica di Suor Faustina. La festa della Divina Misericordia viene celebrata, come richiesto da Gesù a Suor Faustina, nell’ottava di Pasqua, la Domenica in Albis.

Il Papa aveva conosciuto il messaggio della Divina Misericordia a Cracovia, quando negli anni del regime nazista lavorava come operaio nello stabilimento chimico Solvay, che si trovava proprio vicino al monastero dove Suor Faustina morì il 5 ottobre 1938.

Fin dalle origini, come oggi, la chiesa di Santo Spirito in Sassia è stato l’oratorio di un complesso ospedaliero. Fu fondata nel 727 dal re dei Sassoni, Ina, insieme ad un ospizio per i pellegrini della sua terra. La chiesa era chiamata “Sancta Mariæ super schola Saxonum”, e l’ospizio era detto schola Saxonum. Le scholae erano strutture assistenziali e caritative di accoglienza dei pellegrini, che numerosi accorrevano per poter pregare sulla tomba del Principe degli Apostoli. La più antica fu proprio la schola Saxonum, proprietaria di un esteso territorio oltre il Tevere, costituente un intero quartiere, detto in sassone “Burg” (borgo), nome poi rimasto per designare l’intero rione.

Più volte distrutto, il complesso della schola fu trasformato nel 1198 per volere di Papa Innocenzo III in un grande ospedale ed assunse il nome di “Santo Spirito”, essendo stato affidato ai frati ospedalieri di Santo Spirito, istituiti da Guido di Montpellier nel 1178 per la cura degli infermi.

Nel 1527, durante il sacco di Roma, la furia devastatrice dei Lanzichenecchi, distrusse il Complesso di Santo Spirito, rimasero in piedi solo l’ospedale e la torre campanaria del 1475, volute da Papa Sisto IV e ancora oggi sussistenti.

Nel 1538, papa Paolo III affidò la ricostruzione all’architetto Antonio da Sangallo il Giovane, che diede l’assetto attuale alla Chiesa con il nuovo titolo di “Santo Spirito in Sassia”, la fabbrica dell’intero Complesso ebbe termine nel 1590 grazie a Papa Sisto V.

Entrando nello spazio sacro della chiesa, troviamo una grandiosa e luminosa navata absidata con cinque cappelle semicircolari per lato, sormontata dal prezioso soffitto ligneo di Antonio da Sangallo.

Nel 1582 Jacopo Zucchi, allievo di Giorgio Vasari, fu chiamato ad affrescare il presbiterio e l’abside. Nel catino absidale viene rappresentato il Redentore glorioso sulle nubi. Sotto il Cristo, santi e angeli fanno da corona alla splendente colomba dello Spirito Santo, pronta a discendere nella tribuna sottostante, dove un’ampia cornice prospettica, formata da preziose colonne ed archi, costituisce il degno sfondo alla rappresentazione della Pentecoste. Maria è al centro dell’ampio cortile ed è contornata da più di 70 figure tra Apostoli e discepoli. L’elegante cortile richiama l’antico tempio di Gerusalemme, sostituito dal nuovo Tempio, il Corpo mistico di Cristo che è la Chiesa.

Sopra l’altare maggiore del 1600 si erge l’elegante tabernacolo sorretto da due angeli adoranti in legno dorato, opera dello scultore Monsù Lorenzo Tedesco.

Nella terza cappella di destra, due maestosi angeli, recanti sul capo cesti di fiori, fanno da cornice alla splendida pala d’altare di Gesù Misericordioso, opera del pittore P. Moskal di Cracovia, donata il 23 aprile 1995, dal Santo Padre Giovanni Paolo II. Gesù, vestito di una candida tunica, ha una mano alzata per benedire, mentre l’altra tocca sul petto la veste, da cui escono due grandi raggi, rosso l’uno e l’altro bianco. Il raggio rosso rappresenta il Sangue che dona la Vita Eterna, il raggio bianco l’Acqua che giustifica le anime dei peccatori. Ai piedi dell’immagine vi è la scritta: «Gesù confido in Te!». Sul lato destro dell’altare un prezioso reliquiario conserva le reliquie di Santa Faustina. Alle suore della Beata Vergine Maria della Misericordia, consorelle della Santa, è stata affidata la cura materiale e soprattutto quella spirituale di questo santuario.

Nella quarta cappella, al lato sinistro della navata, un maestoso ritratto di San Giovanni Paolo II, ha preso il posto dell’antica pala d’altare raffigurante la Deposizione, opera di Livio Agresti. In una elegante teca d’argento dorata di forma rotonda, sul lato destro dell’altare, è custodita la reliquia del sangue del Papa.

Nella Chiesa di Santo Spirito in Sassia, prezioso scrigno di arte e fede, si innalza ogni giorno la preziosa preghiera della Corona alla Divina Misericordia, insegnata da Gesù a santa Faustina, eredità affidata alla Chiesa per la salvezza del mondo: «Concederò grazie senza numero a chi reciterà questa corona. Se recitata accanto a un morente non sarò giusto giudice ma Salvatore». Con tanta umiltà e abbandono, facciamo nostra la preghiera che dal Cuore trafitto di Gesù, sorgente della Misericordia, fa scaturire innumerevoli grazie: “Gesù, io confido in Te!”.

12 aprile 2021