La Festa dei Popoli nelle prefetture

Foto Diocesi di Roma / Gennari

Da Centocelle al Nuovo Salario, da Monteverde al Tuscolano. Ogni quartiere della città, con le diverse prefetture nelle quali sono raggruppate le parrocchie della diocesi di Roma, avrà la sua Festa dei Popoli, nel prossimo fine settimana. Prosegue dunque la tradizione che va avanti da un paio d’anni, con la quale la Festa dei Popoli non è più un appuntamento unico per tutta la diocesi, ma è suddiviso in tante occasioni di preghiera e convivialità, da vivere appunto a livello di prefettura. Ciascuna comunità etnica fa festa con la propria comunità parrocchiale.

Lo spiega bene il vescovo Paolo Ricciardi, responsabile dell’Ambito della Chiesa ospitale e in uscita: «Questa proposta di prefettura vuole essere contraddistinta da uno spirito sinodale. È un’occasione per i credenti che abitano in quel territorio per riconoscersi reciprocamente membri a pieno titolo della comunità ecclesiale e protagonisti senza discriminazioni di un cammino comune. Il popolo di Dio che vive in Roma – prosegue – infatti è composto dai popoli di tutto il mondo. Questa è una grande ricchezza di cui divenire sempre più consapevoli, anche attraverso esperienze come la Festa dei Popoli».

In concreto, nei giorni 26 e 27 ottobre, una parrocchia per ogni prefettura ospiterà l’iniziativa. «Nell’organizzazione pratica sono state seguite e supportate dall’équipe pastorale Migrantes – spiega don Pietro Guerini, direttore dell’Ufficio Migrantes della diocesi –. Ciascuna presenterà dinamiche diverse, ma tutte saranno accomunate dalla presenza di una celebrazione eucaristica multiculturale, quindi con l’apporto di diverse lingue nelle letture o nei canti. In quasi tutte le Feste dei Popoli sono inoltre previsti dei momenti di condivisione e convivialità, come un aperitivo o una cena multietnica».

Se lo schema da seguire sarà più o meno lo stesso, le Feste saranno in realtà differenti da una prefettura all’altra, perché «le comunità presenti in un territorio non sono le stesse di un altro», spiega ancora don Guerini. Lo spirito di fondo, però, sarà il medesimo. «Con la Festa dei Popoli vogliamo rendere grazie e lodare il Signore per la varietà e l’accoglienza delle persone e delle culture che arricchiscono la nostra Chiesa – riflette ancora il vescovo Ricciardi –. Un atto di accoglienza, nella preghiera, dell’azione dello Spirito Santo».

22 ottobre 2024