La meditazione d’Avvento del cardinale De Donatis

«Il Signore non viene con il clamore dell’eccezionalità, ma come rugiada che vivifica il nostro quotidiano». Il cardinale vicario Angelo De Donatis ha iniziato così, nella mattinata del 10 dicembre, la meditazione d’Avvento alla presenza dei direttori d’ufficio e dei dipendenti del Vicariato riuniti nella Sala della Conciliazione. Una meditazione che parte dalla volontà di «fare memoria degli ultimi cinquant’anni della Diocesi», volgendo lo sguardo indietro, per «essere capaci di dire: “in quel giorno, in quella situazione, c’era il Signore e ci sosteneva”».

Nel corso dell’incontro, sono stati chiamati a dare la propria testimonianza suor Lorenzina Colosi (leggi il suo intervento), a lungo direttrice dell’Ufficio catechistico del Vicariato; monsignor Luca Brandolini (leggi l’intervento), vescovo ausiliare dal 1987 al 1993, che ha ripercorso il rinnovamento liturgico postconciliare della Chiesa di Roma, e il figlio del dottor Franco Placidi (rimasto a casa perché malato), collaboratore di don Luigi Di Liegro ai tempi del Convegno diocesano sui “mali di Roma” del 1975 (leggi l’intervento). Tre ambiti pastorali, catechesi, liturgia e carità, attraverso i quali la Diocesi ha deciso di compiere un «esercizio spirituale di memoria», ha sottolineato il cardinale vicario.

La Chiesa di Roma «possa continuare in questo suo cammino – la conclusione della meditazione – cogliendo quella che è la ricchezza di un passato fatto anche di passaggi non sempre facili, faticosi, ma che abbiamo ricevuto in dono e che vogliamo portare avanti con un certo impegno e una certa generosità». Ricordare significa «dire agli altri “guardate che il Signore ha cambiato la nostra vita”. Noi siamo persone in comunione – ha detto ai dipendenti del Vicariato – che annunciano una trasformazione della propria vita, perché il Signore ci ha cambiato il cuore e ci ha messi nella dimensione della carità».

Leggi l’intervento completo del vicario

 

10 dicembre 2018