Dal 16 ottobre 1978 viene chiamato Papa Wojtyla. Dal 27 aprile 2014 è san Giovanni Paolo II. Per celebrare il decimo anniversario della canonizzazione – che fu presieduta da Papa Francesco e coincise con quella di san Giovanni XXIII –, sabato 27 aprile, alle ore 17, nella basilica di San Pietro, si terrà una Messa di ringraziamento; a presiederla sarà il cardinale Giovanni Battista Re, decano del collegio cardinalizio. Invita tutti partecipare il cardinale vicario Angelo De Donatis, con una lettera indirizzata ai sacerdoti, ai diaconi permanenti, alle religiose, ai religiosi, ai responsabili di gruppi, associazioni, movimenti e confraternite e a tutto il popolo di Dio di Roma, «per dimostrare ancora una volta questo amore della diocesi nei confronti del suo Vescovo».
In proposito ricorda due episodi che uno dei suoi predecessori, il cardinale vicario Ugo Poletti, «soleva raccontare riguardo san Giovanni Paolo II e Roma, connessi tra di loro». Il primo, scrive il vicario, si riferisce al 22 ottobre 1978: «Nel giorno dell’inizio del suo ministero di Pastore Universale della Chiesa, in piazza San Pietro, quando il cardinale si inginocchiò davanti al Papa per l’atto di obbedienza, egli, sorridente e compiaciuto, esclamò: “Ecco Roma!”, manifestando così già da subito una predilezione per la nostra diocesi». Ancora, «alla prima udienza privata – riprende De Donatis – il Papa chiese al cardinale di aiutarlo a conoscere Roma in tutte le sue componenti, la sua realtà cristiana, spirituale, umana e civile, ed il cardinale Poletti gli rispose con la semplicità e la profondità di pensiero che lo contraddistingueva: “Santo Padre, ami Roma e Roma, sentendosi amata, l’amerà!».
Da allora, sono ancora le parole del cardinale De Donatis, «iniziò l’amore del Romano Pontefice per la sua diocesi di Roma, che si intensificò ed andò aumentando sempre di più, di giorno in giorno! Possiamo dire con assoluta certezza che san Giovanni Paolo II ha amato molto Roma ed i suoi abitanti, e la Città Eterna ha ricambiato fortemente questo amore! Questo rapporto intercorso tra san Giovanni Paolo II e la sua diocesi è stato caratterizzato da una presenza vicina, attenta, autentica, segnata da un tratto umano pieno di affetto».
Un amore testimoniato dalle numerose visite alle parrocchie romane, «i momenti più significativi e intensi dell’incontro con il Padre». Negli oltre 26 anni di pontificato, Wojtyla ha infatti visitato ben 301 parrocchie e quando le condizioni di salute nel 2002 non gli consentirono più di girare troppo per la città, iniziò ad invitare le comunità parrocchiali in Vaticano: 16 comunità si recarono nell’Aula Paolo VI.
«Questo tratto di vicinanza e di familiarità traspare come filo d’oro dei ricordi custoditi nei cuori dei romani – sottolinea ancora De Donatis –. Egli aveva la capacità di ascoltare sia le gioie che le inquietudini che viveva il popolo di Dio, attraverso la concretezza della vita parrocchiale, per formulare poi le risposte che andavano anche oltre le realtà locali. In questo modo le parrocchie visitate dal Papa diventavano una vera Cattedra di Pietro dalla quale si sentiva la voce del Vescovo di Roma come Pastore della Chiesa Universale».
Per il 27 aprile, i sacerdoti che lo desiderano potranno concelebrare, portando con sé camice e stola bianca.
La lettera del cardinale vicario
4 aprile 2024