I sacerdoti romani in Ungheria, tra ponti e incontri

«Budapest è una città di storia, di ponti e di santi»: così l’aveva definita Papa Francesco un anno fa, in occasione del suo viaggio apostolico in Ungheria. Le sue parole – pronunciate il 28 aprile 2023 nell’ex Monastero Carmelitano della capitale, nell’incontro con le autorità, la società civile e il corpo diplomatico – fanno da filo conduttore al pellegrinaggio che un gruppo di sacerdoti e diaconi della diocesi di Roma sta compiendo in questi giorni in Ungheria.

Sono partiti martedì 2 e rientreranno venerdì 5. In programma, grazie all’organizzazione dell’Opera Romana Pellegrinaggi, ci sono visite alle bellezze di Budapest e di Estzergom, celebrazioni, appuntamenti. Ieri il momento centrale del viaggio: l’incontro con il cardinale Péter Erdö, arcivescovo metropolita di Esztergom – Budapest e primate d’Ungheria, nella chiesa di Mattia. «L’esperienza di questi viaggi è sempre positiva – osserva il cardinale vicario Angelo De Donatis, che guida il gruppo – perché viviamo soprattutto due dimensioni molto belle: una è quella della fraternità, perché dopo Pasqua alcuni giorni trascorsi insieme ci aiutano a rinsaldare il legame fraterno. L’altro è l’incontro con un’altra realtà ecclesiale, che è sempre fonte di arricchimento. Ieri abbiamo incontrato il cardinale Erdö e incontrare un’altra Chiesa, ascoltare loro esperienza, scoprire come vivono la fede, conoscere di più la loro storia è una ricchezza grande».

Tra i partecipanti al pellegrinaggio anche i vescovi Paolo Ricciardi, Benoni Ambarus, Guerino Di Tora, Valentino Di Cerbo. Molti i parroci, come don Alberto Contini, dei Santi Gioacchino e Anna e prefetto della XX prefettura. «Come il viaggio dell’anno scorso in Albania, anche questa è davvero una bella occasione – commenta –. L’Ungheria è una meta nuova per molti di noi, un Paese che conosciamo meno rispetto ad altri. Sono colpito dall’esperienza di questo popolo, ci stanno raccontando una bella storia di fede e di cultura. Ieri c’è stato l’incontro con il cardinale Erdö che ci ha accolto nella sua casa, ci ha illustrato la vita pastorale della diocesi».

Sul concetto dei ponti e dei santi legati alla città si sofferma don Stefano Cascio, parroco di San Bonaventura da Bagnoregio a Torre Spaccata. «Stiamo scoprendo che gli ungheresi hanno un forte legame con la loro storia – racconta –. Sono molto legati alla data dell’896, quando fu fondato il Principato d’Ungheria da Arpad. Budapest è piena di bellissimi ponti e simbolicamente è un ponte ideale tra Oriente e Occidente. Tra i grandi santi, stiamo riscoprendo le figure di santo Stefano degli ungheresi, fondatore e primo re del Regno d’Ungheria nel 1038, e di santa Elisabetta d’Ungheria». Se più della metà degli ungheresi si dichiara di religione cattolica, è anche vero «che sono numerosi i protestanti e la comunità ebraica è storicamente molto importante – ricorda don Cascio –. A Budapest si trova la più grande sinagoga d’Europa».

Basilio Mussolin è un diacono che presta servizio nella parrocchia di San Carlo da Sezze. Con la moglie Anna Maria sono tornati in Ungheria dopo quasi quarant’anni. «Eravamo stati a Budapest quando c’era ancora il regime comunista – raccontano – e abbiamo trovato una città completamente diversa. Stiamo notando moltissimi cambiamenti, e come la comunità cattolica e le altre comunità religiose abbiano acquistato una effettiva libertà di culto. Nello stesso tempo, quella situazione di povertà che si vedeva allora, con le file per esempio davanti alle bancarelle di frutta, che vendevano giusto due o tre banane e quattro mele, adesso è un ricordo lontano e ci troviamo in una città europea a tutti gli effetti, con le vetrine dei marchi di moda più conosciuti». Un altro aspetto da sottolineare, per il diacono, «è aver riscoperto la storia di questo Paese, fatta di tante invasioni e liberazioni. La speranza – conclude – è che in effetti il mondo possa ritrovare una pace che consenta a tutti di vivere liberamente nel proprio Paese professando la propria fede».

4 aprile 2024