In un periodo storico complesso come quello attuale, segnato da individualismo, competizione e frustrazione, la Chiesa sente forte la necessità di interrogarsi sul proprio ruolo e sulla propria capacità di offrire un contributo significativo per la costruzione di una società più giusta e fraterna, ma anche più vitale e meno “letargica”. Insomma il pensiero cattolico sente la responsabilità di indicare, alla società italiana, un percorso per andare oltre. Occorre per questo un lavoro dello spirito, con la s minuscola, pur sapendo che quando c’è uno spirito autentico che agisce è sempre lo Spirito. Da qui parte la ricerca condotta dal Censis su “Il lavoro dello spirito e la responsabilità del pensiero cattolico”, che sarà presentata sabato 29 marzo durante l’incontro “La responsabilità della Speranza e il lavoro dello spirito”, dalle 9.30 alle 12.30 nella basilica di San Giovanni in Laterano (ingresso lato obelisco).
Ad aprire i lavori saranno i saluti e l’introduzione del cardinale vicario Baldo Reina; seguirà la presentazione della ricerca Censis. Quindi ne discuteranno don Fabio Rosini, biblista e docente di Comunicazione e trasmissione della fede alla Pontificia Università della Santa Croce; Massimo Cacciari, filosofo e saggista; Giuseppe De Rita, sociologo e tra i fondatori del Censis; padre Antonio Spadaro, gesuita, giornalista e teologo, sottosegretario del Dicastero per la cultura e l’educazione. A moderare il dibattito sarà lo storico Andrea Riccardi. L’appuntamento è promosso dalla diocesi di Roma in collaborazione con il Censis e l’associazione Essere Qui, e si propone come un momento di riflessione e dialogo aperto a tutti coloro che desiderano approfondire il tema della speranza e del ruolo dello spirito nel nostro tempo.
«Qual è il contributo che il pensiero cattolico può dare ancora a questo Paese? Questa è la domanda da cui siamo partiti per la nostra ricerca – illustra Giulio De Rita, ricercatore del Censis –. Lo “spirito” a cui facciamo riferimento è quello dell’uomo. È anche una riflessione su dove sta andando la “Chiesa in uscita”, per usare un’espressione cara a Papa Francesco, e su quale tipo di pastorale possa portare avanti la Chiesa in uscita. Come dice il Santo Padre, se abbiamo una pecorella rimasta nell’ovile e 99 che si sono smarrite, è quelle che bisogna andare a cercare. Bisogna riprendere con maggiore vigore il nostro impegno per la crescita della società».
17 marzo 2025