Una veglia di preghiera a un anno dallo scoppio della guerra in Ucraina. Questa la proposta della diocesi di Roma, per il prossimo venerdì 24 febbraio, alle ore 18, nella basilica di San Giovanni in Laterano. “E la pace non avrà fine”, dal capitolo 9 del libro del profeta Isaia, è il titolo scelto per il momento di preghiera, che sarà presieduto dal cardinale vicario Angelo De Donatis e sarà trasmesso in diretta su Telepace e in streaming sulla pagina Facebook della diocesi di Roma.
«Il 24 febbraio – riflette il cardinale De Donatis – si compirà un anno dall’inizio del conflitto in Ucraina, la tragedia della guerra causata dall’invasione russa. Dodici mesi intensi di sofferenze di cui seguiamo gli sviluppi in una spirale sempre più minacciosa. Purtroppo, oltre a non vedere spiragli di luce per la cessazione delle ostilità, siamo preoccupati per il dibattito pubblico che propone le armi come unico strumento per ristabilire la pace. Noi, come credenti, non possiamo accettare questo: non vogliamo rassegnarci alla mancanza di soluzioni per una pace vera. Non ci illudiamo nemmeno che la via della pace e della riconciliazione siano facili da percorrere. Eppure, questa pace la chiediamo al Signore, vogliamo costruirla nel nostro quotidiano, con le nostre azioni piccole e grandi».
«La Chiesa di Roma, con tutte le realtà ecclesiali e con gli uomini di buona volontà – prosegue il porporato –, sta lavorando in modo esemplare nell’accoglienza e nel sostegno del popolo ucraino. Di questo sono grato a tutti coloro che si impegnano in questa strada della pace: comunità parrocchiali e religiose, associazioni ecclesiali, singole famiglie e persone. Tanti sono impegnati ad accogliere, proteggere, sostenere concretamente ed economicamente la popolazione fragile, la prima vittima di questa guerra. Il 24 febbraio è una data simbolica e la vogliamo vivere in modo particolare; non è una celebrazione né una ricorrenza. Eppure sento il bisogno di invitare tutti voi a trascorrere insieme questa giornata in modo speciale, vivendola con il digiuno personale e la preghiera comunitaria. Mi appello – è l’ionvito conclusivo – alle comunità ad unirsi nell’implorare dal Signore il dono della pace e a rafforzare le nostre azioni di operatori di pace».
Il testo integrale della lettera del cardinale
8 febbraio 2022