Quindici concerti nei luoghi della solidarietà, dalla Casa famiglia di Villa Glori della Caritas di Roma al Centro Astalli, passando per la parrocchia di Santa Maria delle Grazie al Trionfale e il Santuario del Divino Amore. È il progetto “L’eco der core”, di e con Ambrogio Sparagna e l’OPI – Orchestra Popolare Italiana, realizzato in collaborazione con la Caritas diocesana di Roma e grazie alla Fondazione Musica per Roma.
Dal 29 giugno al 28 settembre sono in programma quindici concerti nei luoghi della solidarietà e dell’accoglienza della città, dall’Opera don Guanella (29 giugno) alla Casa-famiglia di Villa Glori (11 luglio), dal Policlinico Gemelli (13 luglio) alla Casa Dono di Maria (14 luglio). E ancora la Casa Giona (15 luglio), la Cittadella della Carità (1 agosto), la Mensa Caritas Gabriele Castiglion (5 agosto), la Mensa di Colle Oppio (15 agosto), il Centro Astalli (12 settembre), la Chiesa di Santa Maria delle Grazie al Trionfale (16 settembre), la Chiesa Santa Lucia al Gonfalone (19 settembre), il Santuario del Divino Amore (19 settembre), la Casa di Cristian -casa per mamme con bambini (21 settembre). L’”Eco der core” si concluderà il 28 settembre con una grande festa nella cavea del Parco della Musica.
«Il periodo della pandemia ha generato un senso di profonda solitudine nei grandi centri urbani, soprattutto tra le persone più deboli – spiegano dalla Caritas di Roma –. Con l’Eco der core la musica, che ha da sempre un forte potere curativo, arriva in luoghi inaspettati per aiutare a ricostruire un percorso di rigenerazione e rivitalizzazione dei rapporti sociali».
«Prosegue il nostro percorso di apertura alla città – dichiara Daniele Pitteri, amministratore delegato della Fondazione Musica per Roma – e, soprattutto, di vicinanza a tutti quei pubblici che per motivi diversi non possono o non riescono a fruire dell’offerta musicale cittadina. In particolare con questa iniziativa, grazie alla preziosissima collaborazione con la Caritas, vogliamo rivolgersi a chi vive condizioni difficili di malattia, di indigenza o di invisibilità sociale, per portare loro un piccolo, ma significativo sollievo. Avvicinandoci con estremo rispetto e attenzione, quasi in punta di piedi, senza nessuna intenzione di invadere la loro dimensione umana».
1 luglio 2021