Sì agli oratori estivi, con le dovute accortezze. Mentre i campi estivi sono, nelle condizioni attuali, «fortemente sconsigliati». L’Ufficio catechistico e il Servizio per la pastorale giovanile della diocesi di Roma presentano una nota con le indicazioni per la realizzazione degli oratori estivi in tempo di pandemia, recependo quanto indicato nelle “Linee guida per la gestione in sicurezza di opportunità organizzate di socialità e gioco per bambini ed adolescenti nella fase 2 dell’emergenza Covid-19” a cura del Dipartimento per le politiche della famiglia, nonché le indicazioni del Servizio nazionale per la Pastorale giovanile della Cei, cui è seguita in data 21 maggio un’ulteriore specificazione data ai vescovi e agli Uffici diocesani.
«La Chiesa vuole con coraggio e responsabilità non tirarsi indietro nel dare il suo contributo per la ripresa sociale ed essere vicina alle famiglie. Sappiamo, inoltre, che queste iniziative, prima di essere un servizio sociale, sono un’opportunità preziosa per l’accompagnamento della formazione umana e cristiana di bambini e ragazzi». Ne sono convinti don Andrea Cavallini e don Antonio Magnotta, direttori rispettivamente dell’Ufficio catechistico e del Servizio per la pastorale giovanile. Il sussidio per l’oratorio estivo pensato per quest’anno, infatti, è legato al cammino diocesano sull’ascolto e si chiama “#BecomingSuper … Per ascoltare meglio”. Pensato, come accade da diversi anni a questa parte, insieme al Centro oratori romani (Cor), all’Azione cattolica ragazzi, all’Agesci e ai Giuseppini del Murialdo, il sussidio verrà presentato ufficialmente lunedì, alle 19, con una diretta sulla piattaforma WebEx del Centro Oratori Romani: https://cor-193.my.webex.com/join/cor.
Le attività saranno, naturalmente, rimodulate per rispettare le indicazioni governative, garantire la sicurezza dei bambini e la tranquillità dei loro genitori. «Quest’anno gli oratori estivi vanno immaginati come una molteplicità di “piccoli oratori” autonomi e separati tra loro all’interno della proposta della parrocchia – sottolineano i due responsabili diocesani –. I bambini vanno divisi in gruppi completamente autonomi l’uno dall’altro che non devono mai intercettarsi, ma essere, pur nello stesso ambiente, rigidamente separati tra loro». Gruppi separati come piccole isole nel mare della parrocchia, spiega David Lo Bascio, presidente del Cor: «Lo chiamiamo progetto arcipelago – sottolinea –: ci saranno tanti gruppi di bambini con un animatore, eventualmente distribuiti anche in strutture che vanno oltre la parrocchia, come i vicini parchi». Un adulto ogni cinque (scuola materna), sette (scuola elementare) o dieci ragazzi (adolescenti), mentre in caso di bambini disabili è previsto il rapporto uno a uno. «Gli educatori – è specificato nella nota diocesana – devono avere una certificazione medica che attesti le loro buone condizioni di salute».
I bambini, chiarisce ancora il documento, dovranno obbligatoriamente indossare la mascherina, anche durante le attività all’aria aperta; quest’ultima va favorita, ma naturalmente ci saranno anche attività da svolgere in locali chiusi, nei quali dovranno essere disponibili dispenser di igienizzante per le mani. Si dovranno inoltre predisporre pulizie o disinfezioni quotidiane, e si suggerisce ai parroci di individuare un responsabile dell’igiene. Importante inoltre, sottolineano don Cavallini e don Magnotta, «che la fase di arrivo e uscita dei bambini si svolga senza comportare assembramento negli ingressi delle aree interessate». A ogni animatore e bambino deve essere inoltre misurata la temperatura corporea all’ingresso.
Quanto ai campi estivi, i responsabili diocesani spiegano che «il campo “classico” presenta maggiori criticità e l’osservanza delle indicazioni è ancora più complicata. Quindi ci sentiamo di sconsigliarlo fortemente. Questo non esclude che, sulla base dell’evolversi della situazione e delle indicazioni governative, si possa più in là rivalutare la decisione».
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22 maggio 2020