Nel giorno della Conversione di San Paolo ricordiamo una reliquia molto importante che si conserva nella basilica di San Paolo fuori le Mura qui a Roma: le catene con cui l’apostolo delle genti era legato al soldato di guardia (cfr. At 28, 16), quando fu condotto prigioniero a Roma. Paolo, arrivato a Roma, prese una casa a pigione e per due anni interi vi rimase agli arresti domiciliari, accogliendo tutti quelli che venivano a lui (cfr. At 28, 30).
É possibile venerare queste catene sotto l’Altare della Confessione in una teca posta proprio sopra il suo sepolcro. Gli anelli che compongono la catena sono nove, sorretti all’estremità da due monete romane del tempo: dei sesterzi ingranditi con l’effige di Nerone, l’imperatore sotto il quale san Paolo subì il martirio della decapitazione. Queste catene, simbolo della limitazione della libertà umana, non hanno impedito a Paolo di annunziare il regno di Dio e di insegnare “le cose riguardanti il Signore Gesù Cristo, con tutta franchezza e senza impedimento” (At 28, 31). Possa questa grande testimonianza dell’apostolo delle genti sciogliere le catene della nostra tiepidezza e risvegliare in noi il coraggio della fede e l’audacia della testimonianza. San Paolo apostolo, prega per noi.
A cura delle Missionarie della Divina Rivelazione
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25 gennaio 2019