Celebrazione del Rito della Deposizione della veste bianca – Basilica di San Bartolomeo all’Isola ore 17.00
Il feretro del Papa accolto a Santa Maria Maggiore dai suoi “amici”
Parte un lungo applauso quando la papamobile con il feretro di Papa Francesco arriva a Santa Maria Maggiore. Le campane risuonano in tutta la piazza. I sediari la portano sul sagrato e la mostrano alle decine di migliaia di fedeli che hanno partecipato al funerale da due maxischermi. Tra di loro tantissimi giovani venuti a Roma per il Giubileo degli adolescenti. Ad accoglierlo ci sono i quaranta detenuti, rifugiati, poveri, transessuali, omosessuali, senza fissa dimora, Rom e separati. Sono gli amici di Papa Francesco. Gli hanno tributato un ultimo omaggio. Tra di loro, anche ospiti della Caritas e della Comunità di Sant’Egidio. Lo aspettano con delle rose bianche in mano che poi pongono in due cesti che alcuni bambini portano all’altare della Salus Populi Romani.
Dopo l’ingresso in processione a Santa Maria Maggiore, il feretro di Francesco viene portato da 14 sediari e fatto sostare per alcuni momenti davanti alla cappella dell’icona mariana tanto amata dal pontefice e davanti alla quale ha pregato in molteplici occasioni. Dopo una breve sosta, la bara arriva nel luogo della tumulazione.
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26 aprile 2025
Funerali di Francesco: il commiato dei fedeli
Il colonnato del Bernini era ancora avvolto dal buio della notte, ma le zone limitrofe al Vaticano erano già animate. Via Ottaviano, piazza Risorgimento, via della Conciliazione, Borgo Sant’Angelo all’alba di oggi, 26 aprile, brulicavano di persone arrivate a San Pietro per dare l’ultimo saluto a Papa Francesco. È un bagno di folla, tanto che poco dopo le 9.30 la questura ha comunicato che la piazza è stata chiusa per raggiunti limiti di capienza. La Sala stampa vaticana ha reso noto che secondo le autorità sono oltre 200mila le persone nell’area, compresa via della Conciliazione.
È il giorno del commiato, dell’addio al Papa venuto quasi “dalla fine del mondo”, la cui salma è stata accolta da un lungo applauso una volta entrata in piazza. Applausi che si sono ripetuti durante l’omelia del cardinale decano Giovanni Battista Re, soprattutto quando ha ricordato i reiterati appelli di Francesco per la pace e il suo ripetere che la guerra è sempre una sconfitta. Tra i fedeli c’è grande commozione ma anche incredulità. «Da lunedì mi sembra di vivere un incubo – dice una religiosa -. L’averlo visto domenica fare il giro della piazza in papamobile aveva fatto ben sperare. È incredibile».
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26 aprile 2025
«Semplicità evangelica e amore per i poveri»: i funerali di Papa Francesco
La bara di cipresso, sopra il Vangelo aperto. Sono circa 200.000 i fedeli riuniti in piazza San Pietro questa mattina, 26 aprile, per l’ultimo saluto a Papa Francesco. A presiedere il rito è il cardinale decano Giovanni Battista Re e con lui 980 concelebranti, fra cardinali, vescovi e sacerdoti, ci sono poi 200 ministri della comunione e oltre 4 mila presbiteri. La bara del Pontefice è stata portata a spalle dai sediari, dall’altare della Confessione lungo tutta la navata centrale di San Pietro, uscendo sul sagrato dalla porta principale. Quindi, tra gli applausi dei fedeli, è stata adagiata davanti all’altare.
Sul sagrato della Basilica, a destra guardando la facciata, hanno trovato posto le quasi 170 delegazioni in rappresentanza degli Stati di tutto il mondo. Numerose anche, in tutto una quarantina, le delegazioni dei rappresentanti ecumenici e delle altre religioni. Come anche la presenza dei giornalisti, 2.700 quelli accreditati a seguire l’evento, divisi tra le postazioni stampa sul braccio di Carlo Magno e nelle due sale stampa, in via della Conciliazione e in via dell’Ospedale.
«Siamo raccolti in preghiera attorno alle sue spoglie mortali col cuore triste, ma sorretti dalle certezze della fede», ha detto il cardinale Re nella sua omelia, sottolineando come la speranza cristiana apra all’orizzonte della «casa del Padre in una vita di felicità che non conoscerà tramonto». Il porporato ha rievocato l’ultimo gesto pubblico di Papa Francesco, un atto di coraggio e dedizione nonostante le gravi condizioni di salute: «La sua ultima immagine è quella di domenica scorsa, solennità di Pasqua, quando ha voluto impartire la benedizione dal balcone della Basilica di San Pietro e poi è sceso in piazza per salutare la folla dalla papamobile».
Re ha evidenziato come il pontificato di Papa Francesco abbia profondamente influenzato la Chiesa e il mondo: «Il plebiscito di manifestazioni di affetto e di partecipazione, che abbiamo visto in questi giorni dopo il suo passaggio da questa terra all’eternità, ci dice quanto l’intenso Pontificato di Papa Francesco abbia toccato le menti e i cuori». Nel ricordare il senso del ministero petrino, il cardinale ha ricordato che «Gesù affidò a Pietro la grande missione: “Pasci le mie pecore”», e ha sottolineato come Papa Francesco abbia compiuto questo mandato «percorrendo la via della donazione fino all’ultimo giorno della sua vita terrena», seguendo l’esempio del «buon Pastore che ha amato le sue pecore fino a dare per loro la sua stessa vita».
Il cardinale ha ripercorso anche i tratti salienti del lungo pontificato di Francesco: «La decisione di prendere il nome Francesco apparve subito come la scelta di un programma e di uno stile», ispirato alla semplicità evangelica e all’amore per i poveri. Papa Francesco è stato ricordato come un «Papa in mezzo alla gente, con cuore aperto verso tutti», capace di instaurare «un contatto diretto con le singole persone e con le popolazioni, desideroso di essere vicino a tutti, con spiccata attenzione alle persone in difficoltà». Non sono mancati i riferimenti alla grande apertura missionaria di Francesco: «Il primato dell’evangelizzazione è stato la guida del suo Pontificato, diffondendo con una chiara impronta missionaria la gioia del Vangelo», così come il suo costante richiamo a «una Chiesa dalle porte sempre aperte», capace di farsi «ospedale da campo» per curare le ferite dell’umanità.
Il cardinale Re ha poi anche ricordato l’impegno di Francesco per i più poveri e gli emarginati: «Innumerevoli sono i suoi gesti e le sue esortazioni in favore dei rifugiati e dei profughi», a partire dal simbolico viaggio a Lampedusa, fino alle visite a Lesbo e al confine tra il Messico e gli Stati Uniti. Particolare menzione è stata dedicata al viaggio in Iraq nel 2021, «compìto sfidando ogni rischio», definito un “balsamo sulle ferite aperte della popolazione irachena”, e all’inesauribile impulso al dialogo interreligioso.
«Papa Francesco ha sempre messo al centro il Vangelo della misericordia», ha proseguito il porporato, richiamando il Giubileo Straordinario della Misericordia e la convinzione che «Dio non si stanca di perdonarci». In contrasto con «la cultura dello scarto», Francesco ha promosso «la cultura dell’incontro e della solidarietà», e ha ribadito con forza che «apparteniamo tutti alla medesima famiglia umana». In un’epoca segnata da conflitti e violenze, il Papa non ha mai cessato di levare la sua voce: «La guerra è solo morte di persone, distruzioni di case, ospedali e scuole. La guerra lascia sempre il mondo peggiore», ha ricordato il cardinale, citando più volte gli accorati appelli del Pontefice alla pace. “Costruire ponti e non muri” è un’esortazione che egli ha più volte ripetuto e «il servizio di fede come Successore dell’Apostolo Pietro è stato sempre congiunto al servizio dell’uomo in tutte le sue dimensioni».
Al termine dell’omelia, il cardinale Re si è rivolto a Papa Francesco con parole colme di affetto e gratitudine: «Caro Papa Francesco, ora chiediamo a Te di pregare per noi e che dal cielo Tu benedica la Chiesa, benedica Roma, benedica il mondo intero», evocando l’ultimo abbraccio ideale che il Pontefice ha offerto domenica scorsa, benedicendo il popolo di Dio e l’intera umanità.
Al termine della Messa esequiale, si è svolto il rito dell’ultima commendatio (ultima raccomandazione) e la valedictio (commiato). È il momento in cui si affida definitivamente l’anima del Pontefice a Dio Padre, invocando lo Spirito Santo affinché lo accolga nella pace eterna e lo risusciti nell’ultimo giorno. Dopo l’invocazione delle Litanie dei Santi, il cardinale vicario per la diocesi di Roma, Baldassare Reina, ha guidato la supplica della Chiesa di Roma con queste parole: «O Dio, che dai la giusta ricompensa agli operai del Vangelo, accogli nel tuo regno il tuo servo e nostro Vescovo, il Papa Francesco, che hai costituito successore di Pietro e Pastore della tua Chiesa, e donagli la gioia di contemplare in eterno i misteri della grazia e della misericordia che sulla terra ha fedelmente dispensato al tuo popolo».
Dopo la cerimonia, il feretro è stato traslato fino alla Basilica di Santa Maria Maggiore, salutato da circa 150.000 fedeli, dove Papa Francesco ha scelto di essere sepolto, accanto all’icona della Madonna Salus Populi Romani, simbolo della sua devozione mariana e del suo amore per il popolo romano.
26 aprile 2025
Giornata diocesana del gioco e dello sport – Galoppatoio di Villa Borghese (Sez. past. tempo libero, turismo e sport)
Giornata diocesana del gioco e dello sport – 26 e 27 aprile – Galoppatoio di Villa Borghese (Sez. past. tempo libero, turismo e sport)
Reina: la risurrezione, «la parola più importante del nostro bagaglio spirituale»
Il cielo è ancora azzurro quando dal fondo della basilica si intravede la croce della processione. L’ultima luce del giorno entra dalla porta principale di San Giovanni in Laterano. Il cardinale vicario Baldo Reina percorre lentamente la navata centrale, sale sull’altare e prende la parola non appena la musica del Coro della diocesi di Roma si interrompe dolcemente. «Fratelli e sorelle – esordisce -, nel silenzio adorante di questa sera, eleviamo il nostro rendimento di grazie al Signore per il dono grande della vita di Papa Francesco». Poi si inginocchia mentre viene esposto il Santissimo, lo incensa con il turibolo, e rimane in contemplazione per qualche minuto.
È iniziata così, il 24 aprile, l’adorazione eucaristica guidata dal cardinale vicario nella cattedrale di Roma. Hanno accompagnato la meditazione alcuni frammenti tratti dai discorsi di Papa Francesco e i canti eseguiti dal Coro della diocesi. Con il cardinale Reina, tra gli altri, presenti anche il vescovo vicegerente Renato Tarantelli Baccari, il vescovo Guerino Di Tora, vicario capitolare della basilica lateranense, e il vescovo Luca Brandolini, già ausiliare di Roma. Tante le persone che si sono riunite per pregare. In molti rimangono inginocchiati per tutta la durata dell’adorazione, con i gomiti appoggiati alla sedia di fronte e gli occhi fissi sull’Eucaristia, illuminata dai candelabri accesi sull’altare.
«In questo momento di adorazione davanti a Gesù, sentiamo l’assenza del nostro pastore – ha aggiunto il cardinale vicario prima della conclusione -. Sperimentiamo tanto dolore e tanta sofferenza. Penso che tutti noi – ha continuato – abbiamo negli occhi e nel cuore tanti ricordi». In questi momenti, ha esortato, «lasciamoci rafforzare da Gesù, sperimentando quello che Lui stesso ha detto nella casa di Lazzaro: “Chi crede in me non morirà in eterno”». Secondo Reina, «la risurrezione è la parola più importante del nostro bagaglio spirituale». Ed è per questo motivo, ha concluso, «che chiedo a me stesso e a tutti voi di continuare a pregare perché il Signore accolga in cielo Papa Francesco e sostenga tutta la Chiesa e in particolare la diocesi di Roma, che il pontefice ha amato con tanta cura».
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Il Rosario per il Papa sul sagrato di Santa Maria Maggiore
Suonano le campane mentre il cardinale vicario Baldo Reina arriva sul sagrato della basilica di Santa Maria Maggiore. Tante le persone pronte a recitare il Rosario per Papa Francesco che il porporato ha guidato stasera, 23 aprile. Al centro è stata posizionata una riproduzione dell’icona di Maria Salus Populi Romani e sei candelabri accesi. Poco più avanti, sulla sinistra, una foto del pontefice. La stessa che in molti, durante tutto il giorno, si fermano a guardare prima di lasciare una preghiera sul quaderno che è stato lasciato davanti alla porta principale della basilica.
Insieme a Reina, tra gli altri, ci sono il vicegerente Renato Tarantelli Baccari e il cardinale Rolandas Makrickas, arciprete coadiutore di Santa Maria Maggiore, a cui Francesco ha affidato la sua sepoltura nella basilica. Il luogo dove verrà tumulato è già pronto. Si trova nella navata sinistra, tra la Cappella Paolina e la Cappella Sforza. Nelle ultime ore, come protezione, sono stati posizionati dei pannelli di legno. In tanti, durante il pomeriggio, prima dell’inizio del Rosario, si fermano a dire una preghiera.
Le campane continuano a rintoccare, mentre sul sagrato inizia un lungo momento di silenzio. Gli occhi del cardinale vicario contemplano l’icona della Vergine. Dopo diversi minuti la musica dell’organo amplifica dolcemente il clima di meditazione. Le note di “Andrò a vederla un dì” si aggiungono al rumore del traffico che continua a scorrere. Chi non ha trovato posto, partecipa dalla piazza. Si intravedono telefoni alzati, mani giunte, braccia conserte. C’è chi si aggiunge con delicatezza al canto. Il cardinale si limita solamente a guidare il Rosario. Il suo raccoglimento è lo stesso di tutte le persone che affidano Papa Francesco alla Vergine. Un incontro intimo e sentito, che si conclude così come è iniziato. Con la musica dell’organo e il silenzio.
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23 aprile 2025
Il 25 aprile il rito di chiusura della bara
Venerdì 25 aprile, alle ore 20, nella basilica di San Pietro, si terrà il rito della chiusura della bara di Papa Francesco, da questa mattina (23 aprile) traslata da Casa Santa Marta ed esposta per l’omaggio dei fedeli. Il rito – secondo quanto previsto nell’Ordo Exsequiarum Romani Pontificis – sarà presieduto dal cardinale Kevin Joseph Farrell, camerlengo di Santa Romana Chiesa.
Come spiega l’Ufficio delle Celebrazioni liturgiche pontificie, prenderanno parte al rito anche i cardinali Giovanni Battista Re, decano del Collegio Cardinalizio; Roger Michael Mahony, cardinale presbitero; Dominique Mamberti, cardinale protodiacono; Mauro Gambetti, arciprete della basilica di San Pietro.
Saranno inoltre presenti i cardinali Pietro Parolin, già Segretario di Stato; Baldo Reina, vicario generale per la diocesi di Roma; Konrad Krajewski, elemosiniere di Sua Santità; ancora, monsignor Edgar Peña Parra, sostituto della Segreteria di Stato, monsignor Ilson de Jesus Montanari, vice camerlengo di Santa Romana Chiesa, monsignor Leonardo Sapienza, reggente della Casa Pontificia, i canonici del Capitolo Vaticano, i penitenzieri minori vaticani ordinari, i segretari del Santo Padre e altre persone ammesse dal maestro delle Celebrazioni liturgiche pontificie, monsignor Diego Ravelli. Tutti si troveranno per le ore 19.30 presso l’altare della Confessione.
Sabato 26 aprile, poi, al termine della Messa esequiale, il feretro del Pontefice sarà accompagnato nella basilica di Santa Maria Maggiore per la tumulazione. Sempre il camerlengo presiederà il rito previsto nell’Ordo Exsequiarum Romani Pontificis.
23 aprile 2025
Novendiali, lunedì 28 la Messa della Chiesa di Roma
28 aprile 2025
In preghiera per Papa Francesco
Giovedì 24 aprile, alle ore 18.30, nella basilica di San Giovanni in Laterano, si terrà l’adorazione eucaristica guidata dal vicegerente della diocesi, il vescovo Renato Tarantelli Baccari. Accompagneranno la meditazione alcuni frammenti tratti dai discorsi di Papa Francesco e i canti eseguiti dal Coro della Diocesi di Roma.
A San Pietro e a Santa Maria Maggiore, intanto, si prega quotidianamente il Rosario: nella basilica vaticana ogni giorno alle 19.30, mentre nella basilica liberiana alle ore 21. In quest’ultima basilica, in particolare, questa sera la recita del Rosario sarà guidata dal cardinale Pietro Parolin, mentre domani, 23 aprile, dal cardinale vicario Baldo Reina.
22 aprile 2025
E’ entrato nella luce della Resurrezione don Giovanni Cossu
Il Cardinale Vicario Baldassare Reina,
il Consiglio Episcopale, il Presbiterio
e i Diaconi della Diocesi di Roma,
annunciano che il 22 aprile 2025
è entrato nella luce della Resurrezione
il Rev.do
Don Giovanni Cossu
di anni 83
Collaboratore Parrocchiale della
Parrocchia S. Giovanni Bosco dal 2022
e, ricordandone il generoso e fecondo servizio pastorale,
lo affidano all’abbraccio misericordioso di Dio
e alla preghiera di suffragio dei fedeli,
invocando la pace e la gioia del Signore.
I funerali, si svolgeranno domani, giovedì 24 aprile 2025, alle ore 15.00
presso la Parrocchia S. Giovanni Bosco
(Via dei Salesiani, 9 – 00175 Roma)