Pellegrinaggio Notturno Giubileo dei Giovani 2025 a San Giovanni in Laterano
Pellegrinaggio Notturno Giubileo dei Giovani 2025 a San Giovanni in Laterano
Incontro di formazione dei responsabili laici dei centri filippini – Basilica di Santa Pudenziana ore 17.00 (Uff. Migrantes)
Mercoledì 9 alle 15 ultimo incontro nel Palazzo Apostolico Lateranense per il percorso formativo promosso dal Tribunale interdiocesano di prima istanza e dal Coetus Advocatorum. In particolare verranno affrontati i temi: “I rimedi penali, le penitenze e la vigilanza”, di cui parlerà Giorgio Giovanelli, della Pontificia Università Lateranense, e “Valutazione e quantificazione del risarcimento del danno”, da parte di David Jaeger, del Tribunale della Rota Romana. Modera Myriam Tinti, del Tribunale interdiocesano Umbro.
Il convegno è accreditato dall’Ordine degli Avvocati di Roma (2 crediti a sessione). Per ulteriori informazioni: formazionetribunali@diocesidiroma.it
3 aprile 2025
Il cardinale vicario Baldo Reina non si dice scoraggiato di fronte ai dati della nuova ricerca del Censis. Il rapporto, dal tema “Il lavoro dello spirito e la responsabilità del pensiero cattolico”, è stato presentato questa mattina, 29 marzo, nella basilica di San Giovanni in Laterano dal ricercatore Giulio De Rita.
Lo studioso ha parlato dell’esistenza di una «vasta zona grigia» di cattolici italiani non praticanti (il 56%), sovrapponibili a quanti sono distaccati dalla politica. «Vedo comunque che dalla ricerca – ha sottolineato Reina – emerge il desiderio, la curiosità e anche, seppur debole, il libero desiderio di mantenere un riferimento al Vangelo». Reina ha quindi invitato a «non rimanere chiusi nelle comunità e a uscire, per stabilire legami con i modi diversi di essere carne del Vangelo. La Chiesa non può e non deve essere autoreferenziale – ha aggiunto -. Ci sta a cuore prenderci cura dei cristiani che non frequentano le nostre parrocchie, come invita a fare Papa Francesco».
Il porporato ha poi concluso il suo intervento soffermandosi sull’«esodo» dalla frequenza liturgica. «Le nostre comunità devono interrogarsi se risultano inospitali», ha detto il cardinale, che ha ricordato in questo senso la parabola del “figliol prodigo”, che racconta «la simmetria di due fratelli che non sono stati in grado di conoscere veramente la natura del Padre». Il primo «esprime l’allontanamento di tanti», mentre il secondo «rappresenta coloro che si incatenano dentro un’appartenenza condizionata da uno schema retributivo dove non ci sarebbe spazio per la sorpresa della gratuità dell’amore».
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Gli appuntamenti con i “Percorsi per una ecologia integrale”, promossi dall’Ufficio Pastorale sociale e del lavoro e custodia del Creato, continuano il 10 aprile con Carlo Cefaloni, redattore di “Città Nuova” e coordinatore del gruppo di lavoro “Economia disarmata”. L’incontro, dal tema “Artigiani di pace per una economia disarmata”, si terrà nella Sala Roberto Sardelli in via della Madonna dei Monti 41 dalle ore 18.30.
Interverranno anche Monsignor Francesco Pesce, direttore dell’Ufficio diocesano e il vice direttore Oliviero Bettinelli che ricordano le parole di Papa Francesco sulla guerra: “Dire sì al Principe della pace significa dire no alla guerra, a ogni guerra, alla logica stessa della guerra, viaggio senza meta, sconfitta senza vincitori, follia senza scuse”. E per dire no alla guerra “bisogna dire no alle armi”.
Secondo monsignor Pesce, «La guerra non è una soluzione politica, le armi fabbricate per la guerra seminano lutti e tolgono risorse alla società civile non sono una soluzione economica e la pace, conquistata con l’oppressione e la distruzione, non è una soluzione di speranza. Non lo dice solo chi crede nella pace; lo dice la storia che vediamo e quella che abbiamo studiato e che pensiamo di conoscere».
Le armi, «che noi costruiamo e che alimentano la guerra – chiarisce Bettinelli -, lasciano drammatiche eredità di morte, di paura, di oppressione, di rancore, di odio soffocato pronto a riesplodere in ritorsioni e vendetta. Sappiamo, con consapevole realismo, che questa pace, quella che non è solo assenza di guerra ma frutto di “verità, giustizia, amore e libertà” non arriverà da sola. Richiede il nostro lavoro meticoloso di artigiani pazienti, anche in questo caso consapevoli che se non arriverà cosi, non sarà Pace».
3 aprile 2025
Corso per l’elaborazione del lutto: La speranza, il motore di una vita nuova (Uff. past. familiare)
Basilica di San Pietro, Messa in occasione del 20° anniversario del ritorno alla Casa del Padre di san Giovanni Paolo II Papa
La parrocchia di Sant’Enrico a Casal Monastero è cresciuta insieme al quartiere. La chiesa è stata consacrata nel 1999, mentre l’area ha iniziato a svilupparsi a metà degli anni ’90. Fin dall’inizio è stata un punto di riferimento per le prime giovani famiglie che vi si trasferirono. Oggi il quartiere conta 10mila abitanti «ed è maturato anche dal punto di vista spirituale», sottolinea il parroco, don Massimiliano Memma. Martedì 25 e mercoledì 26 marzo la comunità ha accolto il cardinale vicario Baldo Reina in visita pastorale. Un momento di condivisione sulla vita parrocchiale animata da 180 collaboratori attivi nei servizi liturgici, nella formazione catechistica, nelle iniziative di aggregazione giovanile e familiare. Significativa la presenza dei giovani tra i 14 e i 26 anni organizzati in cinque gruppi. A questi si affianca il gruppo scout Agesci Roma 84, che accoglie dai piccoli “castorini” di quattro anni fino alla comunità capi.
«Anche il cammino di fede delle famiglie riveste un ruolo centrale nella vita parrocchiale – prosegue don Massimiliano -. Cinque gruppi familiari, per un totale di 45 famiglie, si incontrano mensilmente per un percorso di discernimento e meditazione sul Vangelo, guidati da coppie dell’equipe familiare». Il tema scelto per quest’anno pastorale è “Effatà. Apriti”, «un invito all’apertura reciproca tra la comunità parrocchiale e il quartiere». In tal senso un’esperienza particolarmente significativa, «portata avanti da anni con spirito missionario», è la celebrazione della Messa nelle case. «Durante la Quaresima e il tempo di Pasqua – spiega il parroco – le famiglie possono accogliere la celebrazione e invitare i vicini di casa, creando un’occasione di incontro e condivisione».
Animati dal desiderio di rendere concreto il concetto di Chiesa “in uscita”, anche la benedizione delle famiglie segue un modello partecipativo. «Venti coppie di laici affiancano i sacerdoti – aggiunge don Memma –. Questo permette una conoscenza più profonda delle realtà del quartiere». Il fulcro della vita pastorale rimane la Parola. «La comunità si nutre della lectio divina settimanale, di ritiri spirituali e degli incontri aperti a tutti sull’omelia condivisa – sottolinea don Massimiliano -. Attraverso la meditazione del brano del Vangelo della domenica, ognuno contribuisce alla preparazione delle riflessioni domenicali».
Per il Giubileo è stata avviata anche una scuola di preghiera coordinata da don Paolo Matarrese, padre spirituale del Seminario Romano Maggiore. Il percorso, articolato in dodici incontri fino a maggio, si propone di esplorare il ciclo biblico raffigurato sulle sedici formelle della Porta Santa della basilica di San Pietro. Per quel che riguarda la pastorale della carità, il Centro di ascolto «è strutturato in modo tale da non limitarsi all’assistenza, ma aiuta e sostiene le famiglie in difficoltà economica, legale, psicologica o medica», spiega Francesco Cirillo, referente della Caritas parrocchiale che conta su 15 volontari. Ogni 15 giorni vengono distribuiti pacchi alimentari a 40 famiglie «grazie alle donazioni dei parrocchiani e alle raccolte di viveri nei supermercati del quartiere». (di Roberta Pumpo da Roma Sette)
30 marzo 2025
Non un semplice cammino, ma anche sacra rappresentazione e rosario itinerante. Avrà una forma inedita il secondo dei tre pellegrinaggi giubilari notturni organizzati dall’Ufficio diocesano per la pastorale giovanile, in programma per il prossimo venerdì 4 aprile. Alle ore 21 i partecipanti si ritroveranno davanti al Battistero; raggiungeranno poi la basilica di Santa Croce in Gerusalemme dove, attorno alle 22.15, celebreranno la liturgia penitenziale. Quindi, si metteranno di nuovo in cammino, in silenzio; raggiungeranno la basilica di San Giovanni in Laterano, poco prima di mezzanotte, dove ci sarà il passaggio dalla Porta Santa e la Messa, sarà presieduta dal cardinale vicario Baldo Reina.
Il percorso iniziale tra il Battistero e Santa Croce in Gerusalemme sarà accompagnato dalla recita del Rosario con i misteri dolorosi, che verranno rappresentati attraverso scene fisse dai ragazzi del gruppo scout Agesci Roma 100 della parrocchia di San Policarpo. «Ci saranno cinque scene corrispondenti ai cinque misteri dolorosi, che poi coincidono anche con alcune tappe della Via Crucis», spiegano Matteo Maio e Tommaso Arpino, coordinatori dei volontari dell’Ufficio diocesano per la pastorale giovanile. La prima sarà davanti all’ingresso del Palazzo Lateranense, la seconda nei pressi della statua di san Francesco, poi due nei giardini di via Carlo Felice e l’ultima davanti a Santa Croce.
«La scena della Crocifissione verrà realizzata proprio in corrispondenza del luogo sacro che custodisce le reliquie della croce, cosa che molti non sanno – sottolineano ancora –. I ragazzi interpreteranno i diversi personaggi, senza parlare o recitare. Sarà una sorta di Rosario vivente. Oggi, soprattutto i più giovani, tendono ad apprendere attraverso le immagini, tramite gli schermi dei telefoni. Sentir parlare di cosa accadde a Gesù è diverso che vederlo con i propri occhi, dal vivo». Non una rappresentazione teatrale, dunque, ma un «modo per accompagnare la preghiera», come evidenzia Valerio Sansone, capogruppo degli scout Agesci Roma 100. «Parteciperanno i ragazzi del Reparto, dai 13 ai 15 anni – anticipa – e anche qualche lupetto del Branco darà una mano. Avremo costumi in tema e fiaccole accese».
Una preghiera suggestiva, dunque, per questo secondo pellegrinaggio dei giovani. «Ognuno ha caratteristiche diverse, altrimenti saremmo ripetitivi – dicono Maio e Arpino –. Nel primo, a San Paolo fuori le Mura, partecipammo a una catechesi. Il prossimo, a giugno, sarà a Santa Maria Maggiore e anche lì ci sarà qualcosa di differenti. Tutti però mantengono lo stesso intento, che è quello di stare insieme, in comunione, far incontrare quanti si daranno da fare come volontari durante il Giubileo dei Giovani di agosto, e vivere un momento da pellegrini. Come facciamo ad accogliere i pellegrini se non lo siamo mai stati? Siamo nella storia e stiamo facendo la storia e dobbiamo farla insieme».
1 aprile 2025