26 Dicembre 2025

L’oratorio che fa squadra: mini rugby e mini calcio per crescere insieme

Dove il gioco diventa incontro e il campo un terreno di amicizia: così, nel quartiere Aurelio a Roma, lo sport si trasforma in una palestra di fraternità. Guidata da don Alessandro Pagliari, la comunità dei Santi Protomartiri Romani apre ogni giorno i suoi spazi a bambini, ragazzi e famiglie, offrendo loro un luogo dove crescere insieme, tra sorrisi, fatica condivisa e rispetto reciproco.

“Il Grest estivo ha coinvolto più di 200 bambini – spiega il parroco, don Alessandro – accompagnati da 70 animatori, mentre in occasione del Giubileo dei giovani la comunità ha ospitato 400 ragazzi, molti provenienti dalla Francia e da altre diocesi italiane. Nella vita di tutti i giorni, il mini calcio e il mini rugby rappresentano per i più piccoli un’occasione concreta per imparare a vivere insieme”.
A dare forma a questo progetto è l’Associazione sportiva dilettantistica Kekambas, che da quattro anni opera all’interno della parrocchia, in sintonia con il cammino avviato da don Alessandro. Due le discipline proposte: mini rugby e mini calcio, ma chissà che in futuro non si riesca ad ampliare l’offerta. Ai piccoli atleti, dai tre anni in su, non vengono trasmessi soltanto i fondamentali del rugby e del calcio, ma soprattutto l’attenzione all’altro, il gusto dell’incontro e la capacità di includere chi è più fragile.

“Siamo nella parrocchia dei Protomartiri da quattro anni, cioè da quando è arrivato don Alessandro – racconta il responsabile Davide Frezza –; siamo partiti subito con gli allenamenti di rugby per i bambini e poi abbiamo introdotto anche il calcio. Con i più piccoli lavoriamo soprattutto sulla psicomotricità, cioè proponiamo attività finalizzate innanzitutto alla crescita motoria, con esercizi pensati per aiutare i bambini a crescere nell’equilibrio e nella coordinazione, contrastando la vita troppo sedentaria che spesso li accompagna”.

Poi, a mano a mano che i piccoli sportivi crescono, si inizia a proporre “un’attività più strutturata, partecipiamo anche a partite o competizioni con altre squadre, ma sempre nell’ottica della crescita personale e sociale, inclusiva. Si crea un ambiente familiare, c’è un contatto diretto con i genitori, anche grazie al fatto che si fidano molto del parroco don Alessandro Pagliari”.

Tra l’Associazione sportiva e la parrocchia c’è una vera comunione di intenti: attraverso il gioco, si costruiscono relazioni, si imparano regole condivise, si scopre che nessuno deve sentirsi escluso.
“L’idea di fondo è valorizzare gli spazi che abbiamo – aggiunge don Alessandro –, sia tramite attività organizzate e strutturate, come quelle proposte da Kekambas, sia lasciando momenti liberi, durante i quali può partecipare chiunque, per favorire la socialità. Purtroppo nel quartiere mancano i punti di aggregazione, come un parco o una piazza e quello che trovano qui è uno spazio dove crescere con certi valori”.

La parrocchia ha scelto di utilizzare ogni spazio: accanto al campo da calcio, il grande terreno dell’oratorio si riempie ogni pomeriggio di bambini e ragazzi, anche provenienti da zone vicine. “La sfida è integrare tutti, anche chi ha difficoltà – conclude il parroco – Bisogna stare accanto ai giovani, dedicare loro tempo”.

Questa è solo una delle tantissime storie di salvezza e aiuto portate avanti sul territorio da sacerdoti, impegnati in prima linea, e dalle loro comunità.

Lo spiega chiaramente la nuova campagna istituzionale della Conferenza Episcopale Italiana dal claim incisivo “Chiesa cattolica italiana. Nelle nostre vite, ogni giorno”, che si articola attorno ad alcune domande – Che importanza dai a chi fa sentire gli anziani meno soli? A chi aiuta i ragazzi a prepararsi al futuro? A chi ti aiuta a pregare? – un racconto corale che mostra come la Chiesa abiti le storie di ogni giorno, con gesti di vicinanza, mani che si tendono, parole che consolano, segni che trasformano la fatica in speranza.

La campagna intende mostrare i mille volti della “Chiesa in uscita”, una comunità che si fa prossima ai più fragili e accompagna famiglie, giovani e anziani con azioni concrete. Dai percorsi formativi rivolti ai ragazzi, per imparare a usare intelligenza artificiale e nuove tecnologie, alle attività ricreative per gli anziani che spesso devono affrontare una vita in solitudine, dal sostegno alle persone lasciate sole, restituendo loro dignità e speranza, ai cammini di fede per aiutare ogni individuo a incontrare Dio nella vita quotidiana.

“Nell’Italia di oggi, senza la presenza viva della Chiesa, con la sua rete di solidarietà, – spiega il responsabile del Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica, Massimo Monzio Compagnoni – grazie all’impegno instancabile di migliaia di sacerdoti e volontari, mancherebbe un punto di riferimento essenziale. Attraverso questa campagna desideriamo rendere visibile quanto questa presenza sia concreta e incisiva nella quotidianità di tante persone”.

Ideata e prodotta da Casta Diva Group la campagna della Conferenza Episcopale Italiana è on air dal 30 novembre fino al 31 dicembre 2025. Gli spot, da 15” e da 30”, raccontano una Chiesa vicina, ogni giorno, attraverso cinque esempi concreti: l’attenzione agli anziani, che diventa cura per chi affronta la solitudine; l’impegno verso le nuove generazioni, che si traduce in percorsi formativi per l’utilizzo delle nuove tecnologie; il dono delle seconde possibilità, che si concretizza in una mano tesa a chi si sente escluso o emarginato; la forza della preghiera, che illumina il cammino di chi è in ricerca; la salvaguardia del creato, che passa anche dall’esplorazione scientifica per scoprire la bellezza nascosta nel mondo. Un invito a riconoscere nella vita di tutti i giorni il volto di una Chiesa che c’è, serve e ascolta, testimoniando la concretezza del Vangelo vissuto. Non solo tv, ma anche radio, digital e carta stampata, con uscite pianificate su testate cattoliche e generaliste, pensate per invitare a riflettere sui valori dell’ascolto, della vicinanza e della fraternità. Perché “la Chiesa cattolica è casa, è famiglia, è comunità di fede. Per te, con te”.

23 dicembre 2025

“La Rivoluzione Mondiale”: il corso di formazione missionaria 2026

Padre Giulio Albanese (foto Diocesi di Roma / Gennari)

Nasce dalla collaborazione tra il Centro per la Cooperazione Missionaria tra le Chiese e la rivista italiana di geopolitica Limes il nuovo corso di formazione missionaria promosso dal Centro Missionario Diocesano della diocesi di Roma, che prenderà il via il prossimo 10 gennaio.

Per l’edizione 2026 il tema scelto è “La Rivoluzione Mondiale”. «Se da un lato ci troviamo di fronte a un disordine che ci rende impotenti – sottolinea il direttore del Centro Missionario, padre Giulio Albanese –, dall’altro, come cristiani, non possiamo restare alla finestra a guardare».

Il percorso formativo si avvarrà del contributo degli esperti della redazione di Limes. «Verremo aiutati nella riflessione da personalità davvero di calibro – prosegue padre Albanese –. Tra queste, Lucio Caracciolo, direttore della rivista che ha fondato nel 1993».

«Sono molto felice di poter partecipare a questo evento per la Diocesi di Roma – afferma Caracciolo –. La nostra rivista ha come missione quella di diffondere nell’opinione pubblica la conoscenza del mondo e dei suoi conflitti, avanzando anche proposte su come possano essere pacificati. L’evento centrale di questa fase storica è la crisi americana: il fattore ordinatore rappresentato per anni dagli Stati Uniti è venuto meno, riaprendo partite che sembravano chiuse e risvegliando ambizioni. Ne derivano conflitti che rischiano di sfuggire al controllo, così come un’opinione pubblica che potrebbe rassegnarsi a vivere in una stagione permanente di guerre».

Il corso prevede cinque incontri, con cadenza mensile da gennaio a maggio, che si terranno il sabato dalle 9 alle 12 presso l’Aula della Conciliazione del Palazzo Lateranense. Il primo appuntamento è per il 10 gennaio su “Il mondo senza centro”; si prosegue il 7 febbraio con un focus su “L’America in crisi”; mentre il 7 marzo si parlerà di “Le guerre di Israele” e l’11 aprile di “La Cina globale”. Ultimo incontro il 9 maggio, con “La pace è possibile”.

23 dicembre 2025

Udienze e incontri con varie istituzioni del territorio

Udienze e incontri con varie istituzioni del territorio

Santa Messa nella parrocchia Gesù Divino Lavoratore

Santa Messa nella parrocchia Gesù Divino Lavoratore

Santa Messa nella parrocchia Assunzione di Maria

Santa Messa nella parrocchia Assunzione di Maria con il rito dell’immissione canonica del nuovo parroco.

Santa Messa nella parrocchia San Girolamo Emiliani

Santa Messa nella parrocchia San Girolamo Emiliani

Visita pastorale nella parrocchia San Gaetano

Visita pastorale nella parrocchia San Gaetano

Udienze al Pontificio Seminario Romano Maggiore

Udienze al Pontificio Seminario Romano Maggiore

Santa Messa di ringraziamento al carcere di Rebibbia

Santa Messa di ringraziamento per l’anno giubilare al carcere di Rebibbia

Ritiro per Lettori e Accoliti (Uff. per la formazione liturgica e la celebrazione dei Sacramenti)

Ritiro per Lettori e Accoliti (Uff. per la formazione liturgica e la celebrazione dei Sacramenti)

Meditazione di Avvento nella parrocchia Santa Maria Assunta e San Giuseppe

Meditazione di Avvento nella parrocchia Santa Maria Assunta e San Giuseppe a Primavalle

Il cardinale Reina a Tv2000: “Seminari non siano campane di vetro”

“I punti di debolezza che io riscontro in un seminario è che rischia, anche oggi, di essere una sorta di campana di vetro, un luogo dove tutto all’interno si realizza in maniera piuttosto perfetta, precisa, quando poi il mondo che c’è all’esterno è un’altra cosa”. Lo afferma a Tv2000 il Vicario Generale del Papa per la Diocesi di Roma, il cardinale Baldassare Reina ospite del programma ‘Soul’, condotto da Monica Mondo, in onda domenica 21 dicembre ore 21.05 e lunedì 22 dicembre ore 21 su Radio InBlu2000.

“La vera sfida, almeno quello che ho provato da formatore, – sottolinea il card. Reina – è provare a inserire i ragazzi nel concreto della vita delle parrocchie, delle famiglie, dei giovani, delle fragilità, delle povertà. Ecco, io credo molto che l’esperienza concreta, cioè lo sporcarsi le mani, aiuti tanto”.

Nella lunga intervista a Tv2000 il cardinale Reina racconta anche della sua famiglia e dell’origine del nome Baldassare: “Il nome è complicato, quindi mamma, in maniera saggia, siccome siamo tre cugini che abbiamo lo stesso nome, perché il nonno paterno si chiamava Baldassare, l’ha accorciato, con il permesso di papà, da Baldassare a Baldo. E quindi Baldo, Balduccio in paese per tanti anni, fino a quando ero piccolo, poi semplicemente Baldo”.

Il card. Reina rammenta poi un evento che lo ha profondamente colpito: lo storico discorso contro la mafia pronunciato a braccio da S. Giovanni Paolo II ad Agrigento il 9 maggio 1993. “Quel grido forte, il grido del cuore di Giovanni Paolo II nella Valle dei Templi mi scosse. Io ero quasi alle porte dell’ordinazione, ero quasi diacono e quel grido di Giovanni Paolo II fece maturare in me l’idea che soltanto una dimensione profetica poteva dare un senso alla scelta che stavo per abbracciare. Quindi quel dire ‘Mafiosi convertitevi’, chiamare le cose per nome che dalle nostre parti non è una cosa comune”.

“Quella di Giovanni Paolo II è, a mio avviso, – aggiunge il card. Reina a Tv2000 – una linea di demarcazione tra un prima e un dopo, perché ho visto che in quel momento la Chiesa siciliana, ma la Chiesa in genere, ha assunto una postura diversa di fronte a certe forme di criminalità denunciandole in maniera forte”.

Il cardinale ricorda infine il giorno in cui è stato chiamato ad accettare la proposta di Papa Francesco come suo Vicario alla Diocesi di Roma: “Quando sono stato dal Nunzio, ero talmente incredulo da dire al Nunzio ‘forse avete sbagliato nome’ e il Nunzio ha detto no, no, qui non ci sbagliamo. Sono rimasto basito, non me l’aspettavo assolutamente, ho chiesto la possibilità di pensarci un attimo, mi sono venute in mente tante cose, soprattutto la mia indegnità, e quindi mi sono sentito mettere sulle spalle un peso che pensavo essere troppo grande. Il Nunzio prima, il Santo Padre dopo, mi hanno invitato a fidarmi di Dio, che è la regola fondamentale per ogni credente, e devo dire che questa apertura mi ha dato molta serenità”.

19 dicembre 2025

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