11 Maggio 2025

A San Salvatore in Lauro la festa di Padre Pio

Come da tradizione consolidata ormai da vent’anni, si celebrerà anche in questo settembre la Festa in onore di san Pio, nella chiesa di San Salvatore in Lauro. Migliaia di devoti, con i 600 gruppi di preghiera del Lazio e le Associazioni di Protezione Civile, si raduneranno presso la chiesa di via dei Coronari, adiacente piazza Navona, per commemorare il santo con un ricco programma di eventi e celebrazioni.

All’interno dell’antica chiesa, già Santuario Lauretano, sono state esposte per l’occasione numerose reliquie, tra le quali il mantello, i guanti, le bende, la stola e il sangue delle stimmate che per cinquanta anni hanno segnato il corpo di san Pio da Pietrelcina. Vicino ad esse, il grande gruppo scultoreo riproducente il Cristo Redentore aiutato da Padre Pio Cireneo, da venti anni grande richiamo di pellegrini e devoti. Negli stessi giorni si svolge anche la Festa della Protezione Civile, che vede in san Pio da Pietrelcina il proprio patrono.

Tra le date da segnalare, quella del 20 settembre (anniversario della stimmatizzazione) con l’esposizione solenne e la venerazione della reliquia del sangue di san Pio; il 22 settembre, la Veglia del Transito in cui si ricorda la sua morte, che sarà presieduta da cardinale Mauro Piacenza, Penitenziere Maggiore; il 23 settembre, con la grande Festa del Santo voluta e istituita da Giovanni Paolo II nel 2000. Nel pomeriggio del 23 è prevista la benedizione dei mezzi della Protezione Civile, alla presenza delle autorità civili e del Capo Dipartimento della Protezione civile Fabrizio Curcio. La Messa solenne in piazza San Salvatore in Lauro sarà presieduta alle ore 18 dal cardinale Angelo Comastri. I festeggiamenti si concluderanno domenica 3 ottobre alle ore 18 con la Santa Messa di ringraziamento e la Benedizione dei fedeli con il mantello di Padre Pio.

14 settembre 2021

S. Maria in Montesanto: Messa del maratoneta con il cardinale Ravasi

Messa del maratoneta 2019

È in programma per domenica 19 settembre l’Acea Run Rome The Marathon, la maratona internazionale di Roma, che, come tradizione, riempirà la Capitale di atleti provenienti da ogni parte del mondo. Alla vigilia della manifestazione, sabato 18, gli atleti e gli sportivi sono attesi nella basilica di Santa Maria in Montesanto – la “Chiesa degli artisti”, a piazza del Popolo – per partecipare alla Messa del maratoneta. Un appuntamento promosso da Athletica Vaticana, la rappresentativa podistica della Santa Sede, in gemellaggio con la Messa del maratoneta che si celebra a New York, Firenze, Valencia e Venezia.

A presiedere sarà il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della cultura. Alla celebrazione sono invitati a partecipare donne e uomini di ogni sport: amatori e professionisti, tecnici, dirigenti e familiari. Concelebreranno sacerdoti maratoneti di diverse nazionalità. Al termine della Messa verrà impartita la “Benedizione degli sportivi” e sarà recitata anche la “Preghiera del maratoneta”.

 

Preghiera del maratoneta

Grazie, Signore, perché mi fai correre e non mi lasci solo al km 35 della grande maratona della mia vita.

Grazie, Signore, per la bellezza della corsa da solo nei boschi e tra la gente, con il freddo e il Caldo, la pioggia e il vento.

Grazie, Signore, perché mi sei accanto nei momenti di stanchezza quando il sudore annebbia lo sguardo, la fatica mi fa piegare le gambe e mi vorrei fermare. Ma vado avanti con te.

Questo mio correre fatto con umiltà e passione è una preghiera di lode a te che ripeto anche negli ultimi, interminabili, 195 metri della maratona della mia vita.

E ti ringrazio, Signore, per gli amici con cui condivido la gioia di correre spalla a spalla.

Signore, facendomi il segno della croce, inizio a correre sicuro che il tuo sorriso accompagnerà le mie falcate.”

 

14 settembre 2021

Celebra la Messa ed incontra le équipe pastorali nella parrocchia di Santa Maria Addolorata

Celebra la Messa ed incontra le équipe pastorali nella parrocchia di Santa Maria Addolorata

Catechesi, al via la sperimentazione

In questo nuovo anno pastorale, in cinque prefetture della diocesi, diciassette parrocchie avvieranno la sperimentazione di una nuova modalità di iniziazione cristiana dei bambini. «Su richiesta iniziale del Consiglio episcopale – spiega don Andrea Cavallini, direttore dell’Ufficio catechistico del Vicariato –, si è costituito un gruppo di lavoro di 25 persone tra laici e consacrati, che per un anno ha lavorato alla stesura di questo progetto, ora in partenza a livello sperimentale, con l’intento di verificare la bontà di alcune scelte». Nelle parrocchie coinvolte, accanto «al tradizionale percorso di iniziazione cristiana, si attiverà in parallelo la nuova proposta, che prevede l’anticipo ai 6 anni, con un percorso diverso».

Il primo elemento di novità è infatti l’anticipazione dell’iniziazione, «coinvolgendo il bambino in un’età più precoce, e mettendolo dunque a contatto prima con la Parola, creando un unico percorso col quale completare l’iniziazione cristiana cominciata con il Battesimo». Ciò equivale a dire che tra i 6 e i 9 anni il bambino si accosterà a tutti e tre i sacramenti ossia la Confessione, la Comunione e la Cresima, «ma con un ordine inverso – mette in luce Cavallini -, rispetto a quello cui siamo tradizionalmente abituati, che in realtà è quello indicato dal Catechismo della Chiesa cattolica e che segue l’ordine teologico dei sacramenti». Così a 6 anni, in corrispondenza della frequenza del primo anno di scuola primaria, il bambino «si accosterà alla Cresima, un sacramento che non ha un’età specifica e che rappresenta il completamento e la pienezza del Battesimo». Cavallini spiega che la scelta di far celebrare la Confermazione in età adolescenziale nacque da «un tentativo pastorale recente dei vescovi, che nel 1968 ritennero di utilizzare la preparazione a questo sacramento per fare catechesi ai giovani, ma sono scelte contestualizzate al periodo storico». Specificando che l’iniziazione del bambino alla Cresima «comincerà dopo il tempo di Natale per concludersi con la celebrazione del sacramento all’inizio della classe seconda», il sacerdote fa sapere che «nei mesi precedenti si sposterà l’attenzione dal bambino alla famiglia, coinvolgendo quindi i genitori, che nel tempo della scuola primaria sono molto presenti rispetto alle attività dei propri figli, mentre lo sono meno man mano che crescono e tale spostamento del baricentro è un grande obiettivo a cui mirare».

Al termine del secondo anno di scuola elementare, quindi, il bambino si accosterà alla prima Comunione mentre sarà alla fine della classe terza, e dunque a 8 anni, che riceverà il sacramento della Confessione, ossia «dopo avere vissuto la Messa domenicale con continuità perché capita oggi spesso che il bambino arrivi a ricevere la prima Comunione e poi smetta di prendere parte all’Eucarestia, non vivendo più quindi il sacramento cui ora Battesimo e Cresima abiliteranno», sono ancora le parole di Cavallini, che osserva come a 8 anni «il bambino perviene alla consapevolezza morale e quindi la Confessione in questa fase risulta essere in armonia con il suo sviluppo, anche se questo non vuol dire che il tema del bene e del male, e dunque del peccato, non venga affrontato in precedenza». C’è poi «il quarto anno – continua –, che non prevede la celebrazione di alcun sacramento: si tratta dunque di vedere se si sarà stati in grado di instaurare un rapporto di fiducia con le famiglie e una continuità della partecipazione alle attività di catechesi e alla Messa senza l’obiettivo di un sacramento da celebrare».

A tutti i catechisti e in particolare a quelli delle parrocchie coinvolte dalla sperimentazione, l’Ufficio catechistico propone quest’anno due corsi di formazione, che si svolgeranno in modalità online. Uno per la formazione di base, l’altro sul tema del kerygma, per verificare e migliorare la dimensione di annuncio che è necessaria in ogni attività pastorale.

di Michela Altoviti, da Roma Sette di domenica 12 settembre 2021

Celebra la Messa presso la parrocchia di Santa Maria Regina Pacis a Monteverde in occasione del 150° anniversario della Fondazione della Congregazione dei Canonici Regolari dell’Immacolata Concezione

Celebra la Messa presso la parrocchia di Santa Maria Regina Pacis a Monteverde in occasione del 150° anniversario della Fondazione della Congregazione dei Canonici Regolari dell’Immacolata Concezione.

La giornata diocesana di preghiera e digiuno per l’Afghanistan

Al centro padre Giovanni Scalese

Una giornata diocesana di digiuno, preghiera e solidarietà per il popolo afghano: questa l’iniziativa che la diocesi di Roma propone per mercoledì 15 settembre 2021, memoria di Maria Addolorata. Alle ore 21, nella comunità parrocchiale dei Santi Fabiano e Venanzio, si svolgerà un momento di preghiera che sarà presieduto dall’arcivescovo monsignor Gianpiero Palmieri, vicegerente della diocesi di Roma; porterà la sua testimonianza padre Giovanni Scalese, barnabita, superiore della Missio sui iuris in Afghanistan, che a lungo è stato missionario nel Paese asiatico e che è rientrato in Italia in seguito alla presa di potere da parte dei talebani. Racconterà dei suoi giorni a Kabul anche suor Shahnaz Bhatti, 45 anni, della congregazione di Santa Giovanna Antida, è in Italia da poco più di due settimane.

La celebrazione verrà trasmessa in diretta su Telepace (canale 73 e 214 in hd; www.telepace.it) e in streaming sulla pagina Facebook della diocesi di Roma.

La diocesi accoglie così l’appello lanciato nei giorni scorsi da Papa Francesco. È proprio il presule a sottolinearlo, nella lettera inviata oggi alla comunità diocesana. «È sotto gli occhi di tutti noi – scrive monsignor Palmieri – il dramma del popolo afghano. La loro storia travagliata, l’abbandono a sé stessi, e la mancanza di prospettiva futura ci fa temere per questi fratelli e sorelle. Come avete potuto vedere dai mass media, sono arrivate moltissime famiglie che necessitano di tutto e chiedono accoglienza».

«Invito tutti voi – è l’accorato appello – ad unirci come Popolo di Dio. Lo faremo pregando anzitutto per i nostri fratelli afghani, chiedendo l’intercessione di Maria, in particolare per le donne, e trasformando il digiuno in contributo di carità per l’accoglienza delle famiglie di profughi».

Quindi un auspicio di solidarietà concreta, devolvendo alla Caritas diocesana il frutto del digiuno e delle offerte raccolte. «Allo stesso tempo, sarebbe un bel segno evangelico – è l’auspicio del vicegerente – se nascesse anche la disponibilità ad accogliere una persona o una famiglia presso la parrocchia, l’istituto religioso o direttamente in famiglia. La loro speranza viene sostenuta se faranno esperienza della nostra solidarietà».

Leggi il testo integrale della lettera

Leggi la testimonianza di suor Shahnaz Bhatti

14 settembre 2021

Verso il superamento dei campi rom: un convegno

Entro i prossimi 18 mesi, si assisterà al superamento dei campi rom in 15 città italiane. In vista di quella scadenza, Fondazione Migrantes e Associazione 21 luglio, in collaborazione con la diocesi di Roma, organizzano il convegno “Oltre il campo. Superare i campi rom in Italia: dalle sperimentazioni di ieri alle certezze di oggi”. L’appuntamento è per lunedì 13 settembre alle 15 nella Nuova Aula del Palazzo dei gruppi parlamentari della Camera dei deputati, in via di Campo Marzio 78.

Per la prima volta nel nostro Paese, dunque, gli amministratori pubblici sono chiamati a confrontarsi sul tema del superamento dei campi rom. A cominciare dal ministro Elena Bonetti (Pari opportunità e famiglia), dal prefetto Rosanna Rabuano (Libertà civili e immigrazione) e dall’onorevole Riccardo Magi, ai quali sono affidati i saluti istituzionali, portati anche dal vicegerente della diocesi di Roma l’arcivescovo Gianpiero Palmieri. Quindi, spazio a un’analisi compartiva tra le città italiane sul tema al centro del dibattito, affidata ad Antonio Ciniero (Università del Salento). Obiettivo puntato anche sui processi virtuosi di superamento dei campi rom già avviati in Italia, da Moncalieri a Palermo a Sesto Fiorentino, con l’ascolto di due storie di “transizione” dal campo alla casa, raccontate dai protagonisti. A delineare invece le linee guida per il superamento dei campi sarà il presidente della 21 luglio Carlo Stasolla. Nel ruolo di moderatore, la giornalista Ylenia Sina. Concluderanno il pomeriggio di lavori Trinatafillos Loukarelis, direttore dell’Ufficio nazionale anti discriminazioni razziali presso la presidenza del Consiglio dei ministri, il vescovo ausiliare di Roma Benoni Ambarus, che ha la delega alla pastorale dei migranti e dei rom, e il direttore della Fondazione Migrantes don Gianni De Robertis.

Per partecipare all’evento, informano gli organizzatori, è necessario iscriversi inviando una mail a info@21luglio.org.

11 settembre 2021

E’ entrato nella luce della Resurrezione monsignor Giuseppe Bordin

Il Cardinale Vicario Angelo De Donatis,
il Consiglio Episcopale e il Presbiterio della Diocesi di Roma,

annunciano che è entrato
nella luce della Resurrezione

il Rev.do
Mons. Giuseppe Bordin
di anni 99

Canonico della Basilica Papale di San Pietro in Vaticano,
Presidente della Fondazione “Istituto Tata Giovanni”
dal 1993 al 2002,
Dipendente dell’Amministrazione del Patrimonio
della Sede Apostolica dal 1983 al 1992,
Economo del Pontificio Seminario Romano Maggiore dal 1948 al 1972

e, ricordandone il generoso e fecondo servizio pastorale,
lo affidano all’abbraccio misericordioso di Dio
e alla preghiera di suffragio dei fedeli,
invocando la pace e la gioia del Signore.

I funerali, celebrati da Sua Em.za il Card. Mauro Gambetti,
si svolgeranno sabato 11 settembre 2021, alle ore 10.00,
presso l’Altare della Cattedra
della Basilica Papale di San Pietro in Vaticano

 

10 settembre 2021

Pastorale sanitaria, incontro di apertura a livello regionale

Don Massimo Angelelli (foto Agenzia Sir)

Lunedì 20 settembre 2021, dalle ore 10 alle ore 16, si terrà nel Palazzo Lateranense l’incontro di apertura e di ascolto delle componenti regionali e diocesane di pastorale sanitaria. L’appuntamento è promosso dal direttore dell’Ufficio di pastorale sanitaria nazionale della Cei, don Massimo Angelelli, e vedrà la presenza iniziale del cardinale vicario Angelo De Donatis, presidente della Conferenza episcopale laziale; parteciperà il vescovo delegato per la pastorale sanitaria monsignor Paolo Ricciardi e saranno presenti i responsabili della Consulta regionale e i delegati della équipe pastorale diocesana.

L’incontro vuole essere un’occasione «rivitalizzare i rapporti con l’Ufficio Nazionale dopo il lungo periodo di forzato isolamento fisico – sottolinea don Angelelli –: il contatto personale è in grado di veicolare elementi preziosi per il nostro lavoro a servizio delle diocesi in Italia». Ancora, un «vero incontro fraterno con chi è al servizio della persona malata, nelle varie modalità (cappellani, operatori pastorali, strutture, volontariato, operatori sanitari), o delle associazioni cristiane che riuniscono i malati stessi». In ultimo, prosegue il direttore dell’Ufficio nazionale, suole proposi come «una fase di ascolto delle realtà regionali, che sono realtà diversificate sia per caratteri culturali originali, sia per l’organizzazione sanitaria regionale di riferimento. Non servirà quindi presentare una rassegna di successi, di eventi, di convegni già realizzati – sottolinea –; piuttosto, l’obiettivo è conoscere meglio la realtà regionale condividendola: le luci e le ombre del momento e le progettualità regionali e delle diocesi che collaborano tra loro».

9 settembre 2021

Presiede i lavori della Conferenza Episcopale Laziale presso la diocesi di Civitavecchia-Tarquinia

Presiede i lavori della Conferenza Episcopale Laziale presso la diocesi di Civitavecchia-Tarquinia.

Nella Chiesa di Albano partecipa all’ordinazione episcopale e inizio del ministero pastorale di monsignor Vincenzo Viva, vescovo eletto di Albano

Nella Chiesa di Albano partecipa all’ordinazione episcopale e inizio del ministero pastorale di monsignor Vincenzo Viva, vescovo eletto di Albano.

A Sacrofano l’incontro di inizio anno dei seminaristi

Nelle giornate del 6 e 7 settembre scorsi si è tenuto a Sacrofano, presso la Fraterna Domus, l’incontro di inizio anno dei seminaristi della diocesi di Roma. La tappa è ormai un momento di ritrovo tradizionale che segna la ripresa delle attività formative dei quattro seminari dove studiano i candidati al sacerdozio della diocesi: il Seminario Romano Maggiore, il Collegio Capranica, il Collegio Redemptoris Mater ed il Seminario della Madonna del Divino Amore.

La prima giornata si è aperta con la relazione del professor Armando Nugnes, della diocesi di Aversa, e nuovo rettore del Pontificio Collegio Urbano De Propaganda Fide, che si è soffermato su alcuni aspetti caratteristici del kèrigma, declinando questa sintetica espressione che compendia l’evento dell’annuncio del Vangelo in tutti i suoi aspetti (predicazione, insegnamento, cura delle persone). Il relatore, dopo una breve introduzione storico-teologico, ha invitato, in particolare, i presenti a provare a vivere con maggiore consapevolezza la tensione tra annuncio dell’evento passato e la sua traduzione nel contesto presente. È seguita una relazione di don Federico Corrubolo, storico e docente all’Istituto di Scienze Religiose “Ecclesia Mater”, sulla storia della diocesi di Roma. Il relatore ha sottolineato, con puntualità, l’importanza che ha rivestito il pontificato di Giovanni XXIII nel far nascere il senso di “chiesa locale” in una diocesi spesso in tensione tra le due polarità che identificano la sua vocazione, ad un tempo universale e particolare, dovuta alla funzione del Santo Padre di essere sia vescovo di Roma che pastore della Chiesa universale.

Nel pomeriggio ci si è divisi in dieci gruppi per riflettere sulla storia della propria chiamata vocazionale, condividendo con i compagni degli altri seminari alcuni aspetti comuni alle varie storie di sequela del Signore Gesù. È stata sottolineata, da quasi tutti i gruppi, la presenza di un filo conduttore che unifica ed accomuna le esperienze di ciascuno: ci si è soffermati sugli incontri e sulle esperienze che hanno originato il desiderio di seguire Cristo e di servire la sua Chiesa. È stata, inoltre, molto importante la condivisione su quanto necessaria sia, per ciascuno, la presenza di una comunità, sia essa parrocchia o movimento, capace di sostenere la scelta intrapresa ed accompagnare, in ogni tappa, ciascuno nel cammino di discernimento. Si è riflettuto, infine, sul significato di essere seminaristi a Roma, in una Chiesa da vivere ed amare proprio grazie alla sua ricca varietà di carismi, di proposte, di movimenti e di speranze. Ciascuno ha condiviso cosa significa, concretamente, per lui amare la Chiesa di Roma. In particolare, ci si è detti grati per la storia di cui si è eredi e si è provato a volgere lo sguardo al futuro, con la consapevolezza che le molte sfide che si profilano, benché non prive di difficoltà, potranno essere affrontate con la necessaria consapevolezza che dalla comunione ecclesiale potrà nascere un nuovo paradigma di Chiesa, capace di annunciare coerentemente e credibilmente Cristo in contesti sociali sempre nuovi e sfidanti.

Particolarmente coinvolgente è stata l’omelia del cardinale Enrico Feroci, che ha condiviso la sua esperienza vocazionale ed ha sintetizzato che cosa significa per lui essere prete di Roma. Nella mattina del 7 settembre, dopo la preghiera delle Lodi, sono stati presentati al cardinale vicario Angelo De Donatis i risultati dei lavori di gruppo. Sua Eminenza si è detto particolarmente felice per le belle suggestioni ricevute e, nel ricordare quanto il tema dell’incontro nasca dal desiderio di coinvolgere i seminaristi della diocesi nel lungo percorso di conversione che come Chiesa di Roma si è deciso di intraprendere, ha ricordato le tappe salienti di questo cammino: l’aver voluto declinare nel contesto romano le prospettive che Papa Francesco ha offerto a tutta la Chiesa in Evangelii Gaudium, il lungo ed attento lavoro di mappatura che si è fatto nelle parrocchie, ed ora la fase di un ascolto capace di coinvolgere le varie componenti della realtà ecclesiale, siano esse gruppi o singoli fedeli. Si tratta di un’opportunità di autentica conoscenza del contesto ecclesiale, per poter avere una sempre più efficace capacità di proposta e di azione.

Un lavoro che si presenta, ormai, come naturalmente propedeutico in vista del Sinodo dei Vescovi, dal titolo “Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione”, che nel periodo tra il 2021 ed il 2023, vuole coinvolgere, a vari livelli, sia le Chiese particolari, nel 2021, che la Chiesa universale, con l’Assemblea Generale del 2023, ed infine, nuovamente le Chiese particolari nella fase attuativa. La mattinata si è conclusa con la celebrazione Eucaristica, presieduta dal Cardinal Vicario.

Nel pomeriggio i partecipanti all’incontro sono andati presso la cattedrale di La Storta, dove sono stati accolti dall’amministratore apostolico della diocesi di Porto- Santa Rufina, il vescovo Gianrico Ruzza, per un pellegrinaggio alla cappella della Visione, che ricorda l’esperienza mistica che ebbe Sant’Ignazio di Loyola nel venire a Roma nel 1537. L’occasione è stata un’opportunità per ricordare la figura del santo fondatore della Compagnia di Gesù nell’anno a lui dedicato in occasione dei cinquecento anni dalla battaglia di Pamplona, evento al quale lo stesso sant’Ignazio fa risalire l’inizio della sua conversione.

di Nicola Pigna

8 settembre 2021

Articoli recenti