20 Agosto 2025

Nella parrocchia di San Cirillo Alessandrino presiede il rito di una Prima Professione

Nella parrocchia di San Cirillo Alessandrino presiede il rito di una Prima Professione.

All’Auditorium del Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II interviene all’evento “Il nostro amore quotidiano” (AL 90). Incontro on-line nel quinto anniversario di Amoris laetitia

All’Auditorium del Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II interviene all’evento “Il nostro amore quotidiano” (AL 90). Incontro on-line nel quinto anniversario di Amoris laetitia.

Valorizzare il complesso lateranense: la lettera del Papa al cardinale De Donatis

Valorizzare e salvaguardare il complesso del Laterano, realizzando magari anche un museo. Questa l’idea di Papa Francesco, che ha scritto una lettera al suo vicario, il cardinale Angelo De Donatis, proprio a proposito di quegli storici edifici.

«La Chiesa nel corso dei secoli ha sempre operato per promuovere quanto frutto del genio e della maestria degli artisti – esordisce il Santo Padre –, spesso testimonianza di esperienze di fede e quali strumenti per dare onore a Dio. Questo non solo per amore dell’arte, ma anche per salvaguardare il patrimonio culturale di fronte a sfide e a pericoli che l’avrebbero privato della sua funzione e del suo pregio. Tale speciale responsabilità, accompagnata dall’attenta sollecitudine nel considerare luoghi, edifici e opere espressioni dello spirito umano e parte integrante della cultura dell’umanità, ha consentito ai miei Predecessori di tramandarli alle diverse generazioni e di adoperarsi per conservarli e renderli disponibili a visitatori e studiosi. Un compito che anche oggi impegna il Vescovo di Roma nel rendere fruibile la bellezza e il rilievo dei Beni e del patrimonio artistico affidato alla sua tutela».

E ancora: «Animato da queste ragioni – si legge – destino a tale questo scopo anche gli edifici annessi alla Basilica Papale di San Giovanni in Laterano, sede della mia Cattedra episcopale, ben conscio della natura che a quel complesso attribuiscono il percorso e gli accadimenti della storia, unitamente alle previsioni del Trattato lateranense. Affido a Vostra Eminenza, mio Vicario per la Diocesi di Roma, il compito di realizzare, nel complesso di quello che è stato per secoli noto come Patriarchio lateranense, attività museali e culturali nelle diverse forme e contenuti, dando l’assetto che sarà necessario, facendo “sicuro assegnamento sulle nobili tradizioni artistiche che vanta la Chiesa Cattolica” (Trattato lateranense, art. 16)».

16 marzo 2021

Celebra la Messa nella chiesa rettoria di San Giuseppe dei Falegnami al Foro Romano in occasione della festa patronale

Celebra la Messa nella chiesa rettoria di San Giuseppe dei Falegnami al Foro Romano in occasione della festa patronale.

“Il nostro amore quotidiano”: un incontro on line apre gli eventi dedicati ai cinque anni di Amoris Laetitia

“Il nostro amore quotidiano”: si chiama così l’evento online organizzato per il 19 marzo dal Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, la diocesi di Roma e il Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II per aprire l’anno dedicato alla famiglia in occasione del quinto anniversario della pubblicazione di Amoris Laetitia.

L’inizio di un cammino più che una celebrazione: l’esortazione apostolica, secondo i promotori, possiede infatti una ricchezza ancora tutta da scoprire e l’evento del 19 marzo – che sarà trasmesso online sui canali dei tre enti – rappresenta la convocazione ad un lavoro futuro. «La provocazione del Papa vuole mettere in movimento tutta la Chiesa» spiegano gli organizzatori, che intendono offrire un contributo in grado di sposare pastorale e teologia in vista dell’Incontro mondiale delle famiglie in programma a Roma nel 2022.

L’evento si suddivide in due incontri online aperti a tutti, alle 15 (Nel quinto anniversario di Amoris Laetitia) e alle 16.30 (Approfondimenti teologici) trasmessi in diretta streaming sul canale YouTube dell’Istituto Giovanni Paolo II e sulle piattaforme dei tre enti promotori. Il primo incontro, che avrà il suo culmine in un messaggio di Papa Francesco, vedrà la partecipazione del cardinale Kevin Joseph Farrell, prefetto del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, del cardinale Angelo De Donatis, vicario del Papa per la Diocesi di Roma, e dell’arcivescovo Vincenzo Paglia, gran cancelliere del Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II, con gli interventi di Pierangelo Sequeri, preside dell’Istituto, e della coppia di coniugi Giuseppina De Simone e Franco Miano, che hanno partecipato ai Sinodi della famiglia.

La seconda parte del pomeriggio avrà un carattere maggiormente accademico e accoglierà le relazioni – coordinate dal teologo Giovanni Cesare Pagazzi – di Nuria Calduch-Benages dell’Università Gregoriana, Antonio Pitta dell’Università Lateranense, Vincenzo Rosito dell’Istituto Giovanni Paolo II e del vescovo Dario Gervasi, ausiliare di Roma e Delegato per la pastorale familiare.

L’anno dedicato alla famiglia nel quinto anniversario di Amoris Laetitia è stato indetto da Papa Francesco il 27 dicembre 2020, per far maturare i frutti dell’esortazione apostolica post-sinodale e rendere la Chiesa più prossima alle famiglie nel mondo, messe alla prova in quest’ultimo anno dalla pandemia. L’anno, coordinato dal Dicastero, si concluderà il 26 giugno 2022, con il decimo Incontro mondiale delle famiglie. Le riflessioni che matureranno saranno messe a disposizione delle comunità ecclesiali e delle famiglie, per accompagnarle nel loro cammino.

«L’alleanza dell’uomo e della donna, che avvolge la storia e la condizione umana – spiega Pierangelo Sequeri – fa perno sulla famiglia, ma va oltre la sua grammatica familiare: la vocazione cristiana è quella di portare questa alleanza nei luoghi della politica, dell’economia, del diritto, della cura e della cultura».

 

11 marzo 2021

“La paternità nel segreto dello Spirito” Terza meditazione su San Giuseppe

Terza meditazione dal titolo “La paternità nel segreto dello Spirito”

San Giuseppe dei Falegnami: lo scrigno romano del Padre putativo di Gesù

Il mese di marzo è da tradizione dedicato al glorioso San Giuseppe, padre putativo di Gesù e sposo della Beata Vergine Maria. In quest’anno “giuseppino” indetto da Papa Francesco ci prepariamo a festeggiare con particolari onori, come il Santo Padre ci esorta, colui che fu il custode della Sacra Famiglia di Nazaret. Anche questa volta, la nostra amata città di Roma, ci porge dal suo forziere di bellezza una piccola gemma di particolare splendore: la chiesa di San Giuseppe dei Falegnami al Foro Romano.

Situata alle pendici del Campidoglio, la chiesa sorge sopra l’antichissimo carcere mamertino dove, i nemici illustri di Roma, venivano rinchiusi in attesa di essere giudicati. Ebbene, la tradizione ci dice che in questo preciso luogo, vennero rinchiusi anche San Pietro e San Paolo i quali, nonostante le catene, convertirono i loro carcerieri e altri quarantasette pagani. Questo luogo fu poi consacrato da Papa Silvestro I (IV secolo) e, immediatamente, divenne meta di ingenti pellegrinaggi.

Quando, il 1°maggio del 1540 nacque a Roma la Compagnia di San Giuseppe, composta da trenta falegnami, venne loro assegnata la piccola chiesa di San Pietro al Mamertino. Tuttavia, come bene possiamo immaginare, la struttura del carcere era alquanto disagevole per le necessità della compagnia. Pertanto, già dal 1546 i registri della Compagnia dei falegnami attestano l’esistenza di lavori per realizzare una chiesa al di sopra del carcere mamertino. In ogni modo, non molto si sa di quali fossero le fattezze della chiesa primitiva se non grazie a delle antiche vedute del ‘500.

Con il tempo il numero dei falegnami annessi alla Compagnia crebbe sempre di più, tanto da poter pensare di iniziare la costruzione di una nuova e più degna chiesa dedicata a San Giuseppe loro patrono. I lavori della chiesa nuova iniziarono nel 1597 anno in cui Giovanni Battista Montani fornì i primi prospetti architettonici. L’aspetto attuale della facciata è rimasto inalterato rispetto a quanto ad allora; l’unico elemento che è venuto meno è stata la doppia scalinata di accesso alla Chiesa. Difatti, per via del piano urbanistico del 1932 volto alla sistemazione del Foro di Cesare, non ne rimane che una. La chiesa si presenta a pianta rettangolare con due cappelle a nicchia per lato e un’abside originariamente quadrangolare divenuto poi semicircolare sormontato da una calotta semisferica. Tutta la chiesa narra le vicende più significative che hanno segnato la vita di San Giuseppe e, danno onore, come i falegnami volevano, al loro protettore.

Ed ora, in quest’anno giuseppino, mentre entriamo virtualmente all’interno della chiesa di San Giuseppe dei Falegnami lasciamoci guidare dalle parole di Papa Francesco contenute nella lettera apostolica Patris Corde e gustiamo così tutta la bellezza dell’antico e sempre nuovo connubio tra arte e fede.

Trovandoci dinanzi alla prima cappella sulla sinistra, contente la tela dello Sposalizio della Vergine di Orazio Bianchi ci vengono incontro le parole di Papa Francesco che, quasi ad introduzione, ci aiutano a comprendere la grandezza di San Giuseppe che «consiste nel fatto che egli fu lo sposo di Maria e il padre di Gesù» (PC 1). È in questo momento dunque, fissato mirabilmente dalla pittura, che possiamo contemplare il momento che sancisce la definitiva unione delle vite di Maria e di Giuseppe: esistenze consumate interamente e totalmente al servizio del disegno salvifico di Dio. Proseguendo, incontriamo nella seconda cappella di sinistra il neonato Gesù Bambino che, nella grotta di Betlemme, viene dato alla luce da Maria Santissima. La scena della Natività (1650), rappresentata dal Maratti, è uno dei tesori di questa chiesa e ci aiuta a riflettere sulle condizioni nelle quali San Giuseppe si trovò ad adoperarsi per cercare di dare un luogo degno alla nascita al Figlio di Dio. Come non commuoversi dunque dinanzi al «Figlio dell’Onnipotente che viene nel mondo assumendo una condizione di grande debolezza. [Gesù] si fa bisognoso di Giuseppe per essere difeso, protetto, accudito, cresciuto. Dio si fida di quest’uomo, così come fa Maria, che in Giuseppe trova colui che non solo vuole salvarle la vita, ma che provvederà sempre a lei e al Bambino» (PC 5).

Passando poi alle pareti della centrale cappella maggiore ammiriamo i due affreschi di C. Mariani, entrambi datati al 1883: Il viaggio a Betlemme e, di fronte, La Bottega di San Giuseppe. La peculiare e unica elezione a divenire il custode del Figlio di Dio e della sua Santissima Madre, difatti, vede San Giuseppe superare numerosi pericoli e le svariate prove perché sa – e ce lo insegna- che «Gesù e Maria sua Madre sono il tesoro più prezioso della nostra fede» (PC 5). Nonostante tutto Giuseppe non si abbatte mai e sempre, confidando nella Divina Provvidenza, reagirà alle controversie della vita «non cercando scorciatoie, ma affrontando “ad occhi aperti” quello che gli sta capitando, assumendone in prima persona la responsabilità» (PC 4). Inoltre, la laboriosità di Giuseppe, nel nascondimento di Nazaret, oltre ad insegnare a Gesù il valore e la dignità del lavoro gli insegna «nel suo ruolo di capo famiglia ad essere sottomesso ai genitori […] e a compiere sempre la volontà del Padre» (PC 3); cosa che egli farà fino al patibolo della croce.

Continuando poi a muovere lo sguardo in senso orario ci soffermiamo nella seconda cappella di destra dove, G. Ghezzi immortala La Sacra Famiglia con Sant’Anna (1692); opera questa che ancora una volta ci aiuta a comprendere un aspetto importantissimo del padre putativo di Gesù: il suo essere padre castissimo. Difatti, mentre in prima linea ci sono Maria e Sant’Anna che intrattengono il piccolo Gesù, dietro, sulla sinistra, in piedi, si vede Giuseppe che veglia su di loro. Egli vive così, sempre un passo indietro, nell’ombra. Un’ombra però che non è fuggevolezza bensì attenta e vigile custodia. Difatti, «essere padri significa introdurre il figlio all’esperienza della vita, alla realtà. Non trattenerlo, non imprigionarlo, non possederlo, ma renderlo capace di scelte, di libertà, di partenze» (PC 7).

Questa vita, continuamente vissuta sulla scia di quel “Non temere Giuseppe” (Mt 1,20) rivoltogli dall’angelo culminerà nella consolante tela del Transito di San Giuseppe, dipinta da Bartolomeo Colombo nella prima cappella di destra. Qui, ai lati di Giuseppe morente si trovano coloro per i quali l’umile carpentiere di Nazaret aveva dato tutto: Maria, la sua amatissima sposa, e, dal lato opposto, Gesù. Giuseppe aveva sempre saputo che quel Bambino che aveva visto crescere era stato affidato alle sue cure e che egli, per Gesù, era solo l’ombra del Padre celeste. Quale grande beatitudine, tuttavia, avrà riservato Dio Padre a colui che qui in terra accolse con tanto amore il Figlio di Dio e quale grande beatitudine riserverà anche a noi se, sull’esempio di Giuseppe, faremo di Gesù e di Maria il nostro tesoro!

Seguiamo quindi l’esortazione di Papa Francesco per quest’anno giuseppino; scopriamo la potente intercessione del padre Putativo del Redentore e, come da molti santi è sovente raccomandato: Ite ad Joseph, Andate da Giuseppe ed egli, per l’amore che Gesù gli porta, non mancherà di intercedere per noi.

A cura delle Missionarie della Divina Rivelazione

Due formulari per la benedizione dei papà

In occasione della festa di san Giuseppe, in questo speciale anno dedicato proprio al padre terreno di Gesù, l’Ufficio liturgico della diocesi ha preparato due formulari con benedizioni per i padri da impartire durante le celebrazioni del 19 marzo. La prima prevede una liturgia della Parola; il secondo una semplice preghiera di benedizione da pronunciare nella Messa al termine dell’orazione dopo la comunione.

Clicca qui per scaricare il libretto

Clicca qui per scaricare l’orazione da pronunciare durante la Messaa

18 marzo 2021

È tornata alla Casa del Padre Nives, madre di don Marco Solimena

Il Cardinale Vicario Angelo De Donatis,

il Consiglio Episcopale e il Presbiterio della Diocesi di Roma,

sono vicini al dolore di Don Marco Solimena,

sacerdote della diocesi,

per la morte della sua cara mamma

Nives,

di anni 92

e, assicurando preghiere di suffragio, invocano Dio Padre,

ricco di misericordia, perché conceda a Nives il premio

della vita eterna e dia conforto ai suoi familiari.

I funerali saranno celebrati domani, 19 marzo 2021, alle ore 11.00,

presso la Parrocchia Santi Martiri dell’Uganda

(Via Adolfo Ravà, 31)

“La paternità nel segreto del Figlio” Seconda meditazione su San Giuseppe

Seconda meditazione del cardinale vicario Angelo De Donatis dedicata a San Giuseppe in preparazione della festa di San Giuseppe

Il rito degli Oli a San Giovanni in Laterano

Il Messale Romano prevede che il Giovedì Santo siano presentati e accolti in ogni parrocchia gli Oli benedetti dal vescovo durante la Messa Crismale. Anche quest’anno, come già nel 2020, potranno essere ritirati nella basilica lateranense (ingresso principale, Cappella del Crocifisso, lato destro del transetto, guardando l’altare) dalle ore 14 alle ore 17 di Giovedì Santo (portare i contenitori della parrocchia puliti).

Per evitare ogni forma di assembramento è raccomandabile che si presenti una sola persona per ogni parrocchia, munita di mascherina. Nei giorni successivi gli Oli potranno essere ritirati durante gli orari di apertura della basilica (entro le ore 17).

Il parroco può delegare per il ritiro anche una persona di sua fiducia: qui il link per il modulo di delega e lo schema di accoglienza degli Oli.

17 marzo 2021

È entrato nella luce della Resurrezione Michele Giuseppe, padre del Diacono Riccardo Cendamo

Il Cardinale Vicario Angelo De Donatis,
il Consiglio Episcopale e il Presbiterio della Diocesi di Roma,

sono vicini al dolore del Diacono Riccardo Cendamo,
per la morte del suo caro papà

Michele Giuseppe
di anni 76

e, assicurando preghiere di suffragio, invocano Dio Padre,
ricco di misericordia, perché conceda a Michele Giuseppe
il premio della vita eterna e dia conforto ai suoi familiari.

I funerali si svolgeranno giovedì 18 marzo 2021, alle ore 10.00,
presso la Parrocchia di San Carlo da Sezze
(Via di Macchia Saponara, 108)

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