20 Agosto 2025

Incontro sul Giovedì Santo a San Giuliano

“Eucaristia e Carità: la liturgia del Giovedì Santo” è il titolo dell’incontro promosso dalla parrocchia di San Giuliano che avrà come protagonista padre Giuseppe Midili, direttore dell’Ufficio liturgico diocesano. L’appuntamento di catechesi mistagogica si terrà on line lunedì 29 marzo alle ore 21.

25 marzo 2021

È entrato nella luce della Risurrezione monsignor Sergio Casalini

Il Cardinale Vicario Angelo De Donatis,
il Consiglio Episcopale e il Presbiterio della Diocesi di Roma,

annunciano che ieri, 23 marzo,
è entrato nella luce della Resurrezione

il Rev.do
Mons. Sergio Casalini
di anni 84,

Parroco della Parrocchia San Lino dal 1992 al 2011
e della Parrocchia Assunzione di Maria dal 1974 al 1992,
Vicario parrocchiale della Parrocchia San Valentino dal 1963 al 1968

e, ricordandone il generoso e fecondo servizio pastorale,
lo affidano all’abbraccio misericordioso di Dio
e alla preghiera di suffragio dei fedeli,
invocando la pace e la gioia del Signore.

I funerali, celebrati da S. E. Mons. Giuseppe Zenti, vescovo di Verona,
si svolgeranno venerdì 26 marzo 2021, alle ore 15.30,
presso la Parrocchia San Lorenzo a Minerbe (VR)
(Piazza IV Novembre, 21)

Le meditazioni della Via Crucis del Papa affidate anche alla parrocchia dei Santi Martiri dell’Uganda

La parrocchia dei Santi Martiri dell'Uganda (foto Cristian Gennari)

Papa Francesco ha affidato quest’anno la preparazione delle meditazioni per la Via Crucis del Venerdì Santo al Gruppo Scout Agesci “Foligno I” (Umbria) e alla parrocchia romana Santi Martiri dell’Uganda.

Il parroco della chiesa dei Santi Martiri dell’Uganda, nel quartiere Ardeatino, è don Luigi D’Errico, referente diocesano della pastorale per le persone con disabilità. La realtà parrocchiale dei Santi Martiri dell’Uganda, dove da tempo è stata avviata un’esperienza di catechesi per e con le persone disabili, ha diverse espressioni di prossimità, tra cui le case famiglia “Rifugio per Agar”, dedicata a donne e bambini vittime di maltrattamenti; e la “Casa Betlemme”, per accogliere famiglie senza fissa dimora, in collaborazione con le otto parrocchie della XXII prefettura della diocesi di Roma.

In questa realtà di solidarietà, circa 500 bambini e ragazzi del catechismo per la prima comunione e per la cresima hanno contribuito a dare forma alle meditazioni, anche con incontri a distanza, quando le raccomandazioni sanitarie per la pandemia non hanno permesso di ritrovarsi in parrocchia.

La Casa Famiglia “Mater Divini Amoris” è gestita a Roma dalla Congregazione delle Figlie della Madonna del Divino Amore. Nel solco dell’esempio del proprio fondatore, don Umberto Terenzi, le Figlie della Madonna del Divino Amore accolgono i minori ospiti con lo spirito dell’apostolato mariano. Al momento, la struttura accoglie 8 bambini, tra i 3 e gli 8 anni.

Il Tetto Casal Fattoria opera a Roma dal 1984 per contrastare il disagio di bambini e giovani. Nato come associazione di volontariato, dal 2019 è una cooperativa sociale. Le attività di accoglienza sono strutturate e arricchite con progetti di assistenza, sostegno, formazione professionale e culturale, con l’obiettivo di accompagnare i bambini e i ragazzi nella crescita e nella costruzione di un progetto di vita.

24 marzo 2021

Nel pomeriggio incontra la Comunità del Pontificio Seminario Romano Minore

Nel pomeriggio incontra la Comunità del Pontificio Seminario Romano Minore.

Diocesi e Acli di Roma insieme per i giovani: riparte il cantiere Generiamo LavORO

Riparte il cantiere “Generiamo lavORO”, la IV edizione del percorso nato con l’obiettivo di promuovere e rimettere al centro il lavoro dignitoso quale perno di cittadinanza e sviluppo integrale della persona e della comunità, con un approccio valoriale, educativo e al tempo stesso concreto, in grado inoltre di fornire ai giovani un kit di strumenti per facilitarne l’ingresso e la permanenza nel mondo del lavoro. L’iniziativa è promossa dall’Ufficio per la pastorale sociale e del lavoro della diocesi di Roma e dalle Acli di Roma, in collaborazione con Cisl di Roma Capitale e Rieti, Ucid Roma, Confcooperative Roma, Azione Cattolica Roma, Centro Elis, Mcl Roma, Mlac Lazio e con il sostegno della Camera di Commercio di Roma.

Si tratta di un itinerario formativo gratuito, che quest’anno si svolgerà completamente online tramite la piattaforma Zoom e che è rivolto ai giovani tra i 18 e i 30 anni. Già aperte le iscrizioni: attraverso la mail generiamolavoro@gmail.com, o i numeri di telefono 06 57087038 o 342 0720415.

Come tradizione il percorso prenderà avvio con un momento di preghiera e riflessione che quest’anno avverrà con una Via Crucis, proprio per simboleggiare la drammatica condizione del mondo del lavoro alle prese con gli effetti devastanti della pandemia. A presiederla sarà monsignor Francesco Pesce, incaricato dell’Ufficio per la pastorale sociale e del lavoro della diocesi; è in programma venerdì 26 marzo alle ore 18.30 e verrà trasmessa sulle pagine Facebook delle Acli di Roma dell’Ufficio diocesano.

Il primo incontro di “Generiamo LavORO” è prevista per lunedì 12 aprile, dalle ore 16 alle ore 18, e avrà come tema “Il valore del lavoro”. Negli incontri successivi, che avranno cadenza settimanale, si svolgeranno webinar, laboratori, testimonianze di successo, e focus group ideati per aiutare i giovani ad affrontare con maggiore consapevolezza il proprio futuro professionale. La lente d’ingrandimento è puntata sull’esplorazione del proprio potenziale (empowerment), sullo sviluppo delle competenze trasversali (soft skills come saper lavorare in team, problem solving, capacità comunicative ed empatia) e sulle tecniche per scrivere un curriculum vitae efficace e affrontare brillantemente un colloquio di lavoro.

Un’attenzione particolare è dedicata alle tematiche della libera iniziativa, sociale e imprenditoriale, tutele e diritti, sicurezza sul lavoro, cooperative e cooperazione. Al termine del percorso sarà rilasciato un kit personalizzato e sartoriale per ogni partecipante contenente un attestato di partecipazione, il curriculum vitae redatto professionalmente e il proprio portfolio delle competenze.

«Tra le vittime di questa drammatica pandemia rientra anche il mondo del lavoro – afferma monsignor Pesce – per questo abbiamo deciso di dare avvio a questo percorso con una Via Crucis che rappresenti il difficile periodo che stiamo attraversando ma al tempo stesso ci consegni un messaggio di speranza. Un grido profetico e costruttivo per richiamare tutti alla necessità di rimettere il lavoro dignitoso al centro di tutte le priorità».

«In un momento così difficile in cui i giovani sono costretti a trascorrere molte ore a casa – dichiara Lidia Borzì, presidente delle Acli di Roma e provincia – è fondamentale raggiungerli promuovendo risposte di senso che possano aiutarli a edificare il proprio percorso di crescita e professionale grazie al prezioso lavoro in rete con la diocesi di Roma e ai tanti compagni di viaggio del nostro cantiere. Ancora di più in questo anno di pandemia abbiamo sperimentato quanto il lavoro sia un tassello fondamentale per la dignità della persona, perciò riteniamo indispensabile dare un segno di speranza e dotare i più giovani di tutti gli strumenti necessari per gettarsi in un ambito che cambia giorno dopo giorno e che è quindi fondamentale conoscere bene. Per farlo, avranno l’opportunità di confrontarsi con tanti diversi professionisti che sapranno aiutarli e indirizzarli, così da permettere loro di prendere in mano il proprio futuro».

23 marzo 2021

La Colletta di Terra Santa del Venerdì Santo

Come ogni anno il Venerdì Santo la Chiesa è chiamata a compiere un gesto di carità e di solidarietà verso i fratelli che vivono nella Terra Santa, attraverso una speciale Colletta. Lo ricorda il cardinale vicario Angelo De Donatis, che per l’occasione ha scritto una lettera ai sacerdoti della diocesi, per ricordare loro l’importanza di questo gesto di solidarietà.

L’appello del vicario è a tutti i fedeli, affinché siano «generosi in questa circostanza pur comprendendo bene – sottolinea – anche le difficoltà economiche che attraversano le nostre famiglie in questo tempo di pandemia».

«Il nostro Vescovo – scrive il vicario – ha visitato recentemente l’Iraq dove è arrivato quale pellegrino di pace e speranza all’insegna del motto evangelico “Siete tutti fratelli”. Una visita storica, la prima di un Pontefice nel Paese del Golfo e in un Paese a maggioranza sciita. Un pellegrinaggio da tempo desiderato per abbracciare un popolo che ha tanto sofferto ma che ha anche maturato una grande voglia di riscatto e di un futuro di pace. Il nostro mondo ha bisogno di riconciliazione e di pacificazione».

Quello del Santo Padre è stato un viaggio all’insegna della «fraternità», così come la Colletta straordinaria. «La raccolta per la Terra Santa – si legge infatti nella missiva del cardinale De Donatis – è la fonte principale per il sostentamento della vita delle comunità ecclesiali del Medio Oriente sotto la guida della Custodia Francescana. Grazie a questo aiuto economico le parrocchie proseguono il loro servizio pastorale con attenzione preferenziale per i poveri; si sostengono le scuole, gli ospedali e gli ambulatori, gli ospizi e i centri di ritrovo che continuano ad accogliere sofferenti e bisognosi, profughi e rifugiati, persone di ogni età e religione colpite dall’orrore della guerra».

Istituita da Paolo VI con l’esortazione apostolica “Nobis in Animo” del 25 marzo 1974, la colletta pro Terra Sancta si è celebrata l’anno scorso – in via eccezionale a motivo della pandemia di coronavirus e del lockdown che ha impedito la partecipazione dei fedeli alle celebrazioni del triduo pasquale – domenica 13 settembre. Complessivamente, riferiscono dalla Congregazione per le Chiese orientali, sono stati raccolti 9.775.603,58 dollari. Gerusalemme, Palestina, Israele, Giordania, Cipro, Siria, Libano, Egitto, Etiopia, Eritrea, Turchia, Iran e Iraq: questi i territori che, sotto diverse forme, beneficiano di un sostegno proveniente dalla Colletta, come spiegano il cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese orientali, e il segretario monsignor Giorgio Demetrio. Quello passato, ricordano, «è stato un anno di prova anche per la Città Santa di Gerusalemme, per la Terra Santa e per la piccola comunità cristiana che dimora in Medio Oriente, che vuole essere luce, sale e lievito del Vangelo».

Leggi il testo integrale della lettera

23 marzo 2021

Omelia del cardinale vicario a San Giuseppe dei Falegnami

Omelia in occasione della Celebrazione Eucaristica per la festa patronale.

 

“Dante è vivo”, un documentario dell’Ufficio per la cultura e l’università

Foto di Annalisa Maria Ceravolo

Alla scoperta dell’attualità del pensiero di Dante Alighieri a settecento anni dalla morte, tra l’ascolto di un brano di Loreena McKennitt e la lettura di un brano di “Se questo è un uomo”, passando per interviste e contributi di personalità del mondo della cultura e dell’arte. Tutto questo condensato in cinquanta minuti, nel documentario “Dante è vivo … a 700 anni dalla morte” realizzato dall’Ufficio diocesano per la cultura e l’università e da quello per la pastorale del tempo libero, del turismo e dello sport. Verrà pubblicato su YouTube – sul canale Cultura e Università – oggi (lunedì 22 marzo) alle 18.30, in occasione del settecentesimo anniversario della morte del Sommo Poeta, che ricorre il 25 marzo.

Protagonista monsignor Andrea Lonardo, direttore dell’Ufficio per la cultura e l’università, e i contributi di personalità del mondo della cultura, dell’arte e delle istituzioni, legate da un unico filo conduttore: l’attualità del pensiero di Dante Alighieri. Tra gli altri, ne parleranno il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura; Marta Cartabia, ministro della Giustizia; Franco Nembrini, saggista e pedagogista; Lina Bolzoni, professore emerito Scuola Normale Superiore di Pisa; Marco Cursi, docente all’Università Federico II di Napoli; Enrico Malato, vicepresidente della Casa di Dante a Roma; il giornalista e scrittore Aldo Cazzullo; l’illustratore Gabriele Dell’Otto.

Il documentario vuole essere «per tutti», sottolinea monsignor Lonardo. «È pensato sia per gli intellettuali – spiega –, che possano capire che Dante va presentato come una delle figure più vive nella storia dell’uomo, ma anche per le persone semplici, che possano avere delle chiavi per accostarcisi». Di Alighieri, infatti, spesso si parla «quasi per fargli le pulci, per valutarlo e interpretarlo – prosegue –, mentre l’atteggiamento giusto da avere dinanzi a Dante è quello di esserne discepoli, capire che lui insegna a noi. Questo documentario vuole essere anche una provocazione per le scuole e per gli insegnanti: la poesia ci apre a un nuovo sguardo, a un diverso punto di vista sul mondo, a maggior ragione la poesia suprema, come quella di Dante». Di solito «si parla di Ulisse e di Paolo e Francesca – evidenzia Lonardo –. Ad esempio non tutti sanno che Dante ebbe una figlia, Antonia, che si fece suora e prese il nome di suor Beatrice. O ancora, che Giuseppe Mazzini riprese un testo di Ugo Foscolo dedicato alla Divina Commedia nel quale si firmò semplicemente “un italiano”, e riteneva Dante come uno dei precursori del Risorgimento e dell’unità d’Italia».

Lonardo è ripreso nel Casino Massimo Lancellotti, in particolare nella stanza dedicata a Dante, ricoperta dagli affreschi dei Nazareni che illustrano la Divina Commedia. Le riprese e il montaggio sono a cura di don Francesco Indelicato, direttore dell’Ufficio per il tempo libero, il turismo e lo sport; Francesco d’Alfonso è direttore di produzione e curatore delle musiche, mentre Annalisa Maria Ceravolo è segretaria di produzione e curatrice della fotografia.

22 marzo 2021

Nel pomeriggio partecipa al Consiglio Episcopale Permanente della Conferenza episcopale italiana (fino a mercoledì)

Nel pomeriggio partecipa al Consiglio Episcopale Permanente della Conferenza episcopale italiana (fino a mercoledì).

Celebra la Messa nella parrocchia di San Corbiniano in occasione del 10° anniversario della consacrazione della Chiesa

Celebra la Messa nella parrocchia di San Corbiniano in occasione del 10° anniversario della consacrazione della Chiesa.

Il Santo Padre ha nominato don Benoni Ambarus nuovo vescovo ausiliare della diocesi di Roma

Papa Francesco ha nominato don Benoni Ambarus vescovo ausiliare di Roma, assegnandogli la sede titolare di Tronto. L’annuncio è stato dato dal cardinale vicario Angelo De Donatis nella Cittadella della Carità Santa Giacinta, di via Casilina Vecchia, alle ore 12 di oggi, sabato 20 marzo 2021. Il nuovo vescovo avrà la delega alla Carità, alla Pastorale dei migranti (in particolare Rom e Sinti) e l’incarico dell’Ufficio missionario diocesano. L’ordinazione episcopale avrà luogo il primo maggio alle ore 17.30 nella basilica di San Giovanni in Laterano.

Nell’annunciare la nomina, il cardinale De Donatis ha tracciato una breve biografia di don Ambarus, da tutti chiamato semplicemente “DON Ben”. Il nuovo vescovo è direttore della Caritas di Roma dal primo settembre 2018. A nominarlo alla guida dell’organismo diocesano, di cui era già vicedirettore dal 16 ottobre 2017, è stato il cardinale De Donatis. Nato il 22 settembre 1974 a Somusca-Bacau (Romania), don Ambarus entra al Seminario Minore della diocesi di Iasi, in Romania, nel 1990; consegue la maturità nel 1994 e quindi, fino al 1996, frequenta il Seminario Maggiore di Iasi. Il 23 novembre del 1996 arriva a Roma, presso il Pontificio Seminario Romano Maggiore, dove completa gli studi e consegue il baccalaureato in Teologia. Il 29 giugno del 2000 viene ordinato presbitero a Iasi. Ma poi rientra a Roma, dove, nel 2001, consegue la licenza in Teologia dogmatica alla Pontificia Università Gregoriana. Dal 2001 al 2004 svolge il servizio di educatore al Seminario Romano Maggiore; dal 2004 al 2007 è collaboratore parrocchiale a San Frumenzio ai Prati Fiscali; dal 2007 al 2010 è viceparroco presso la stessa parrocchia. Dal 2010 al 2012 è invece viceparroco nella comunità di Santa Maria Causa Nostrae Laetitiae a Torre Gaia. Nel 2012 don Ambarus diviene parroco dei Santi Elisabetta e Zaccaria a Valle Muricana: sarà la prima parrocchia a ricevere la visita pastorale di Papa Francesco, il 26 maggio del 2013. Infine, nel 2017, la nomina a vicedirettore della Caritas di Roma e poi quella a direttore. «Non è facile per nessuno – ha sottolineato il cardinale – incarnarsi in una realtà umana ed ecclesiale diversa dal proprio Paese d’origine. L’esperienza personale ha reso don Ben molto sensibile alle condizioni di chi vive in mezzo a noi da immigrato in una terra straniera, alla ricerca di un lavoro e di una condizione stabile. Stiamo parlando di una porzione enorme degli abitanti di questa città: oltre mezzo milione di persone, il 12,8% della popolazione romana. L’episcopato di don BEN è segno concreto dell’attenzione di Papa Francesco verso questa realtà umana, in particolare verso le tante comunità cristiane cattoliche (sono più di 150) che ogni domenica si riuniscono con il loro cappellano per la celebrazione dell’Eucarestia».

Don Ambarus ha accolto la nomina con emozione e incredulità. «Non posso che confessarvi il mio stupore per il fatto che il Signore, attraverso la Chiesa ed il nostro vescovo Francesco, abbia guardato alla mia povera persona per questo ministero», ha esordito. «Ringrazio il Signore con tutto il cuore per la sua bontà verso di me – ha proseguito –. Tutta la mia vita, tutta la mia storia, è avvolta da questa bontà. Ringrazio il nostro vescovo Papa Francesco per la fiducia che mi ha manifestato. Un prete straniero, romeno romano, vescovo ausiliare a Roma! Sono scherzi del Signore e… del Papa, verso di me, che sarei dovuto rimanere in Italia solo quattro anni!». Ancora, il nuovo vescovo ha ripercorso gli ultimi anni ed ha aggiunto: «In questi anni, avendo il privilegio di vivere il ministero nella Caritas diocesana, tante volte ho detto, negli incontri e negli interventi: siamo tutti poveri, e io sono il primo povero, cioè mancante, alla scuola del Vangelo dei poveri. Ecco, ho imparato cosa significa mancante, mendicante, cosa significa gridare la preghiera e aspettare la salvezza, cosa significa credere e affidarsi. Allo stesso tempo – ha concluso – ho imparato da loro, veri maestri di vita, che ogni morte e caduta è garanzia di risurrezione, di salvezza. Ecco, con tutti i doni abbondanti vissuti, vivo la consapevolezza che si aggiunge grazia su grazia rispetto al ministero a cui sono chiamato».

20 marzo 2021

“Il chicco di grano”, l’ultimo film del percorso verso la Pasqua

“Il deserto”, “La luce”, “La casa del Padre”, “L’amore di Dio” e “Il chicco di grano”. Sono i cinque film doc live realizzati da Giuseppe Aquino, regista di cinema, teatro e televisione, per la diocesi di Roma e dedicati all’ascolto delle famiglie. Un percorso per accompagnare i fedeli verso la Pasqua, il cui protagonista è il vescovo ausiliare delegato per la Pastorale familiare monsignor Dario Gervasi. In ogni breve film – della durata di circa venti minuti ciascuno – il presule incontra una diversa famiglia della diocesi, direttamente a casa loro. Fa eccezione l’ultimo, il quinto della serie: a causa delle restrizioni imposte dalla zona rossa, il film è stato girato interamente da remoto, secondo un procedimento ideato dallo stesso Aquino e da lui già utilizzato per la prima volta con il recente “Quarantena live”.

«Avevamo quasi rinunciato a girare quest’ultimo film – ricorda Aquino – ma ci dispiaceva interrompere così il percorso. Alla fine abbiamo pensato di ispirarci a quanto avevo già fatto con “Quarantena live”, sebbene in forma più piccola e semplificata. Abbiamo percorso una strada nuova, che rientra nella mia visione, che è quella di usare l’arte per fini di utilità sociale. L’arte prende forma e valore laddove porta messaggi utili, mentre se è finalizzata a se stessa è effimera». Per il futuro, confida Aquino, «l’idea è di unire i vari film in un unico documentario, limando qua e là e aggiungendo qualcosa, e presentarlo a un festival».

20 marzo 2021

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