16 Maggio 2025

La lettera del cardinale vicario per la Giornata di Avvenire e Roma Sette

Domenica 8 novembre ricorre la Giornata diocesana di Avvenire e Roma Sette, «occasione privilegiata per sensibilizzare la comunità sul ruolo del quotidiano e su quello del settimanale». L’auspicio è del cardinale vicario Angelo De Donatis, che per l’occasione ha inviato una lettera ai parroci della diocesi.

«In questi mesi di pandemia – scrive il cardinale De Donatis – il quotidiano dei cattolici ci ha accompagnato lungo il sentiero della crisi che attraversa l’Italia e lungo le vie della testimonianza aperte da sacerdoti, operatori pastorali, cittadini, a cominciare da medici e insegnanti, in prima linea in questo tempo difficile. C’è stato un “racconto del bene” che ha mostrato come sia possibile e sia apprezzata un’altra informazione rispetto a quella a cui siamo abituati, più incentrata su una narrazione incline a mettere in pagina i frutti del male e i toni “urlati”. Questo “racconto del bene” ha mostrato l’Italia della speranza e del buon vivere, volti e voci di donne e uomini “in uscita” – per usare un’espressione cara a Papa Francesco – dagli steccati dell’indifferenza. E sappiamo quanto ci sia davvero bisogno di questo tipo di informazione».

«A dare voce a questo racconto, per la nostra Chiesa di Roma – si legge ancora –, ha contribuito e contribuisce certamente il settimanale diocesano Roma Sette che, ogni domenica in edicola e nelle parrocchie con Avvenire (oltre che nell’edizione digitale del quotidiano), ha dato e dà conto del dinamismo della pastorale e della carità con cui le nostre comunità hanno affrontato e affrontano la prova della pandemia».

Leggi la lettera del cardinale

30 ottobre 2020

Veglia diocesana per le missioni presieduta dal cardinale vicario nella basilica di San Giovanni in Laterano

Veglia diocesana per le missioni presieduta dal cardinale vicario nella basilica di San Giovanni in Laterano.

Nella basilica di San Giovanni in Laterano presiede veglia diocesana missionaria

Nella basilica di San Giovanni in Laterano presiede veglia diocesana missionaria.

L’appello della Caritas: serve un piano per i senza dimora

Sono saliti a 67 gli ospiti dell’Ostello “Don Luigi Di Liegro” positivi al Covid-19 su un totale di 80 accolti. Dall’8 ottobre, giorno in cui è stato effettuato il primo tampone, sono stati molte le persone trasferite negli hotel Covid predisposti dalla Regione Lazio. Attualmente sono presenti in Ostello 29 ospiti, 19 dei quali positivi e in attesa di trasferimento. Molti di coloro che erano malati stanno invece per essere dimessi dalle strutture sanitarie regionali ed hanno bisogno di accoglienza.

Per questo il direttore della Caritas di Roma, don Benoni Ambarus, dopo un incontro con il Prefetto di Roma, Matteo Piantedosi, torna a lanciare un appello alle istituzioni – in particolare verso il Comune di Roma – affinché venga approntato quanto prima un Piano di emergenza per i mesi invernali. «L’anno scorso come Caritas di Roma avevamo predisposto una struttura di emergenza per il Piano freddo con 72 posti che quest’anno volevamo portare a 100. Altri 70 posti erano garantiti dall’accoglienza fatta nelle parrocchie. Quest’anno per poterlo attuare abbiamo bisogno di una struttura di isolamento dove si faccia una pre-accoglienza per l’isolamento e i tamponi. Senza struttura d’isolamento salta tutto, non solo per la Caritas, e siamo già molto in ritardo».

Il 13 ottobre 2020 l’Ostello “Don Luigi Di Liegro” della Caritas di Roma alla Stazione Termini ha annunciato pubblicamente, a seguito di alcuni casi di ospiti positivi al Covid, la sospensione della sua attività ordinaria per garantire la sicurezza degli ospiti, degli operatori e dei volontari. In quella data ha diffuso un accorato appello per una «sollecita presa in carico totale degli ospiti contagiati da parte delle Istituzioni in quanto il loro stato di salute non è compatibile con la permanenza nella struttura».

Attualmente sono presenti all’Ostello 29 persone (di cui 19 positivi che speriamo possano essere trasferiti al più presto), 39 sono accolte in strutture d’isolamento messe a disposizione dalle Istituzioni, 4 sono ancora ricoverati (di cui uno in gravissime condizioni anche per patologie pregresse e sovrapposte) e 5 sono stati i dimessi e poi trasferiti in strutture d’accoglienza protette.
Problema attuale, oltre al tempestivo trasferimento dei positivi, è la necessità di accoglienza di persone che si sono nel frattempo negativizzate che necessitano di lasciare gli alberghi Covid+ e che però non possono essere accolte in Ostello se permangono le persone positive.

Come richiesto da mesi da parte della Caritas di Roma e dalle varie associazioni che si occupano dell’accoglienza di persone fragili, «oltre al tracciamento dei contatti stretti e test immediati – dicono dalla Caritas di Roma –, per questa popolazione è fondamentale il trasferimento tempestivo delle persone positive in strutture specifiche (come previsto per l’intera popolazione che non può gestire un isolamento domestico) per realizzare un efficace isolamento ed evitare, come purtroppo è successo, che si creino dei clusters “iatrogeni”. Inoltre è ormai improcrastinabile l’attivazione di “strutture ponte” per garantire nuove accoglienze in sicurezza, se vogliamo tutelare non solo queste persone particolarmente fragili, ma l’intera popolazione».

29 ottobre 2020

Cinque nuove consacrate per l’Ordo Virginum della diocesi

Paola Zallocco, Alessandra Medici, Rosaria Piazza, Chiara d’Onofrio e Lucrezia Malena sono cinque giovani donne che sabato 31 ottobre entreranno ufficialmente a far parte dell’Ordo Virginum della diocesi di Roma. A presiedere il Rito di consacrazione delle vergini, che si terrà alle ore 17.30 nella basilica di San Giovanni in Laterano, sarà il cardinale vicario Angelo De Donatis. La Messa verrà trasmessa in diretta su Telepace (canale 73 e 214 in hd, 515 su Sky) e in streaming sulla pagina Facebook della diocesi di Roma.

Il Rito è l’azione liturgica con cui la Chiesa celebra la decisione (il propositum) di una donna di consacrare a Cristo la propria verginità e, invocando su di lei il dono dello Spirito, la dedica per sempre al servizio del Signore e a una diaconia di amore in favore della comunità ecclesiale, pur restando nel suo ordinario contesto di vita. A promulgarlo fu Paolo VI nel 1970, «ma la tradizione affonda le radici nella storia della Chiesa dei primi secoli, quando alcune donne, con il proposito della santa verginità, sono state consacrate a Dio per essere spose dell’unico sposo che è Cristo Signore – spiega il vescovo Paolo Ricciardi, delegato diocesano per l’Ordo Virginum –. Con la nascita degli ordini religiosi questa forma di consacrazione individuale è venuta un po’ meno, ma Paolo VI ha voluto ridare questa possibilità alla Chiesa».

Le consacrate «continuano a vivere nel mondo e non indossano abiti o segni distintivi – sottolinea Antonella Cosco, tra le coordinatrici dell’Ordo di Roma –; attualmente nella nostra diocesi ce ne sono una cinquantina e un’altra ventina stanno seguendo il percorso di formazione che dura tra i quattro e i cinque anni». Durante il Rito di consacrazione «riceviamo l’anello e il libro della Liturgia delle ore, e per chi vuole un velo da indossare durante le celebrazioni. Il nostro motto potrebbe essere “Nel mondo ma non del mondo”, perché noi non dobbiamo distinguerci dagli altri, ma operare insieme agli altri».

Le consacrate vivono sole o in famiglia, esercitano diverse professioni, servono la Chiesa in modi diversi, nelle parrocchie o in altre realtà. Chiara d’Onofrio, ad esempio, è impegnata con «le detenute del carcere femminile di Rebibbia in una casa da noi avviata dove vivere misure alternative al carcere o l’arresto domiciliare – racconta –. È bello accompagnare queste ragazze in un percorso di rinascita, bello vedere e testimoniare l’opera di Dio che fa fiorire e chiama alla vita e all’amore ogni suo figlio e figlia». Attiva nella parrocchia di Sant’Ippolito, invece, Paola Zallocco, che parla comunque di «flessibilità ad accogliere tutte le situazioni che si presentano, in ascolto dello Spirito Santo». Poi spiega: «Ad esempio l’estate scorsa mi sono trovata per un certo periodo in Veneto, per stare vicina a mia madre – ricorda –; lì mi sono messa a disposizione del parroco che aveva bisogno di una mano per racimolare quanto serviva per riparare il tetto della chiesa». Alessandra Medici è una neuroriabilitatrice pediatrica e si dice «emozionatissima, agitata e stupita per la chiamata del Signore. Avevo sogni normali – confida –, quello di una famiglia con Gesù al centro, ma il Signore mi ha portato altrove. All’inizio non capivo quale fosse la mia strada, ma poi ho scoperto che volevo che Gesù diventasse il mio sposo».

29 ottobre 2020

Giovedì 29 la veglia missionaria diocesana

Sarà il cardinale vicario Angelo De Donatis a guidare la veglia missionaria diocesana, in programma il prossimo giovedì 29 ottobre alle ore 20.30 nella basilica di San Giovanni in Laterano. Durante il rito il porporato consegnerà anche il mandato diocesano a sei tra fratelli e sorelle della diocesi che partiranno per la missione ad gentes appena sarà possibile. “Tessitori di fraternità. Eccomi, manda me!” è il tema che farà da filo conduttore alla veglia, durante la quale porteranno la propria testimonianza suor Annamaria Panza, missionaria dell’Immacolata del Pime, impegnata in Bangladesh, e don Alfredo De Marsico, sacerdote della diocesi di Roma fidei donum in Messico. La veglia sarà trasmessa in streaming sulla pagina Facebook della diocesi di Roma.

Spiega don Michele Caiafa, addetto del Centro per la cooperazione missionaria tra le Chiese della diocesi di Roma: «Il tema che abbiamo dato quest’anno è quello suggerito da Missio Italia. Un invito, una scoperta vocazionale, che trova la sua origine nel messaggio inviato da Papa Francesco per la Giornata missionaria mondiale». In qualche modo, prosegue il sacerdote, «ci proponiamo di unire i due grossi messaggi contenuti nel titolo. “Eccomi, manda me” è la proposta di Isaia al Signore, ma a fare cosa? A essere “tessitore di fraternità” è la risposta, cioè un rinnovato impegno che tutti noi cristiani dobbiamo assumerci. Dobbiamo essere tessitori di accoglienza – prosegue don Caiafa –, premurosi nel prenderci cura degli altri, avere l’audacia e la mitezza della propria fede, impegnarci nel far prevalere sempre il bene comune… Essere, in sintesi, segni concreti della misericordia di Dio. Generare umanità, quell’umanità che il mondo si attende e che Dio ha scelto per rivelarsi. È il mistero della nostra fede».

Come tradizione, durante la veglia missionaria diocesana il cardinale vicario consegnerà il mandato a coloro che, durante l’anno pastorale, dovrebbero partire per la missione. Quest’anno sono sei le persone che lo riceveranno, ma a causa dell’emergenza sanitaria non si sa quando potranno partire. «Il tempo che stiamo vivendo – riflette ancora don Caiafa – può essere davvero una palestra per esercitare uno sguardo contemplativo, che della missio ad gentes è pane quotidiano. Il missionario scorge lo sguardo di Dio anche laddove c’è miseria, sofferenza, povertà».

28 ottobre 2020

Corso su “Amoris laetitia” in Vicariato

Corso su “Amoris laetitia” in Vicariato, a cura dell’Ufficio catechistico.

“La vite e i tralci. Il vino nella Bibbia, nella storia e nell’arte” presso la parrocchia dei Santi Aquila e Priscilla

“La vite e i tralci. Il vino nella Bibbia, nella storia e nell’arte” presso la parrocchia dei Santi Aquila e Priscilla, a cura dell’Ufficio per la pastorale del tempo libero, del turismo e dello sport.

Presiede il rito di consacrazione della Cappella presso l’Istituto Teologico “Santa Maria del Perpetuo Soccorso”, famiglia Don Orione

Presiede il rito di consacrazione della Cappella presso l’Istituto Teologico “Santa Maria del Perpetuo Soccorso”, famiglia Don Orione.

Il Papa annuncia un Concistoro: Feroci e Lojudice nuovi cardinali

Papa Francesco, nel corso dell’Angelus di ieri, domenica 25 ottobre, ha annunciato un Concistoro il 28 novembre per la creazione di 13 nuovi cardinali. Sei gli italiani, tra i quali monsignor Paolo Lojudice e monsignor Enrico Feroci.