Papa Francesco incontra i sacerdoti nella parrocchia di Sant’Enrico

Foto Vatican Media

Oggi, alle ore 15.50, a bordo di una Fiat Cinquecento bianca dai vetri oscurati, Papa Francesco è arrivato nella parrocchia di Sant’Enrico, al civico 7 di viale Ratto delle Sabine, nella zona di Casal Monastero. Ad accoglierlo il vescovo ausiliare per il settore Nord monsignor Daniele Salera e il parroco don Massimiliano Memma. Il Santo Padre ha incontrato i sacerdoti della XI prefettura, i parroci prefetti del settore Nord della diocesi di Roma e i cappellani del carcere di Rebibbia. In tutto trentacinque sacerdoti, con i quali ha dialogato per circa due ore. Quindi, alle 17.45, ha lasciato la parrocchia per fare ritorno in Vaticano.

«È stato un incontro molto bello – racconta il vescovo Salera –. La presenza dei cappellani del carcere di Rebibbia ha portato la conversazione sul tema delle condizioni di disagio dei detenuti. Più volte siamo tornati sull’estrema povertà e sul peggioramento che spesso si verifica nei detenuti; di quanto, nel periodo di detenzione, il lavoro e tutto ciò che può dare dignità serva per un effettivo recupero. Abbiamo anche toccato il tema della presenza delle donne nella formazione dei sacerdoti. Abbiamo parlato anche della misericordia. Ampio spazio è stato dedicato al cammino giubilare. Il Papa ha chiesto alle comunità parrocchiali “coraggio e creatività” – queste le sue parole – nell’avvicinarci all’Anno Santo, nell’utilizzare il tempo giubilare anche per proporre percorsi nuovi. L’incontro si è svolto in un clima gioioso e sereno».

Il Papa e i presbiteri hanno parlato nel teatro parrocchiale della parrocchia di Sant’Enrico, edificata 25 anni fa, in un quartiere pure di recente costruzione, come racconta il parroco don Massimiliano Memma, che da 12 anni guida la comunità di circa diecimila fedeli. «Casal Monastero è una zona periferica, oltre il Grande Raccordo Anulare, circondata dalla campagna. Qui abitano persone che ogni giorno impiegano anche 3 o 4 ore su mezzi pubblici per poter andare e tornare dal lavoro». Un quartiere dove sono forti i legami sociali e dove la parrocchia «è l’unico centro sia religioso che di aggregazione – prosegue il sacerdote –. Chi vive la comunità si sente davvero parte di qualcosa di più grande; c’è la Caritas che lavora molto bene, sono tanti i gruppi giovanili e c’è una bella presenza degli scout». In merito all’incontro con il Santo Padre, don Memma commenta: «Fa sempre bene sentirsi incoraggiati. Ascoltare una parola di speranza dal proprio vescovo è bello, ci ha fatto bene. Conosciamo Papa Francesco, è il suo stile ed è ciò di cui abbiamo bisogno».

5 aprile 2024