Papa Francesco: non dimenticare chi è rimasto indietro

«La misericordia non abbandona chi rimane indietro. Ora, mentre pensiamo a una lenta e faticosa ripresa dalla pandemia, si insinua proprio questo pericolo: dimenticare chi è rimasto indietro». Papa Francesco celebra la Messa nella Domenica della Divina Misericordia nella chiesa di Santo Spirito in Sassia, che ne ospita il santuario – come voluto da san Giovanni Paolo II – nel ventesimo anniversario della canonizzazione di suor Faustina Kowalska. Come di consueto in queste ultime settimane, la celebrazione avviene senza la presenza di fedeli, che hanno potuto seguirla in streaming e in diretta televisiva.

«Il rischio – prosegue il Santo Padre – è che ci colpisca un virus ancora peggiore, quello dell’egoismo indifferente. Si trasmette a partire dall’idea che la vita migliora se va meglio a me, che tutto andrà bene se andrà bene per me. Si parte da qui e si arriva a selezionare le persone, a scartare i poveri, a immolare chi sta indietro sull’altare del progresso. Questa pandemia ci ricorda però che non ci sono differenze e confini tra chi soffre. Siamo tutti fragili, tutti uguali, tutti preziosi. Quel che sta accadendo ci scuota dentro: è tempo di rimuovere le disuguaglianze, di risanare l’ingiustizia che mina alla radice la salute dell’intera umanità!»

Prendendo spunto dal Vangelo del giorno, Papa Francesco si sofferma sulla figura dell’apostolo Tommaso, che ha bisogno di toccare il corpo di Gesù per credere alle sue parole. «Nella prova che stiamo attraversando – osserva il Pontefice –, anche noi, come Tommaso, con i nostri timori e i nostri dubbi, ci siamo ritrovati fragili. Abbiamo bisogno del Signore, che vede in noi, al di là delle nostre fragilità, una bellezza insopprimibile. Con Lui ci riscopriamo preziosi nelle nostre fragilità. Scopriamo di essere come dei bellissimi cristalli, fragili e preziosi al tempo stesso. E se, come il cristallo, siamo trasparenti di fronte a Lui, la sua luce, la luce della misericordia, brilla in noi e, attraverso di noi, nel mondo».

Leggi l’omelia di Papa Francesco

19 aprile 2020