“Ispiraci il sogno di un nuovo incontro, di dialogo, di giustizia, di pace.

Stimolaci a creare società più sane e un mondo più degno senza povertà, senza violenza, senza guerre” (FT)



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Compassione, tenerezza e dedizione: parole chiave del servizio a poveri e malati


Ieri sera, nella Basilica di San Giovanni in Laterano, il cardinale vicario De Donatis ha svolto il terzo incontro di inizio anno pastorale 2019-2020, dedicato ai malati e poveri.

Ricordiamo che l’ultimo appuntamento è questa sera e sarà dedicato alle famiglie. L’inizio è previsto alle ore 19.

Romasette.it ha raccontato il terzo incontro di ieri in un articolo pubblicato questa mattina, 20 settembre, che riportiamo.

Al Laterano la serata di apertura dell’anno pastorale con gli operatori della carità. De Donatis: missione che esige il «dono della propria vita». Il ricordo degli “ultimi” di Roma. Le testimonianze

Storie di rinascita, di speranza in un futuro migliore, di amore e di fede maturata nelle corsie di un hospice. Storie di vita vissute che hanno aperto ieri sera, giovedì 19 settembre, il terzo dei quattro incontri per l’inizio dell’anno pastorale, rivolto agli operatori a servizio degli ammalati e dei poveri. Una missione che oltre «alla cura, alla competenza, alla responsabilità esige la compassione, la tenerezza e la dedizione come dono della propria vita», ha affermato il cardinale vicario Angelo De Donatis in una gremita basilica di San Giovanni in Laterano. Tra i banchi, cappellani, religiosi, volontari di Caritas, Sant’Egidio, Centro Astalli, della famiglia scalabriniana e di tanti altri movimenti e associazioni.

Nella preghiera iniziale sono stati ricordati “gli ultimi†di Roma, ossia i 7mila che vivono in strada, i 13mila che vivono in rifugi di fortuna o in palazzi occupati, gli anziani soli, le vittime della droga, della prostituzione, del gioco d’azzardo, le famiglie indigenti. Molteplici situazioni di povertà per affrontare le quali le comunità devono essere «educate ad ascoltare con il cuore»: solo così si potrà intraprendere «un viaggio tra gli uomini», ha detto il cardinale citando don Andrea Santoro. Di qui l’invito a offrire «un supplemento di misericordia» mettendosi accanto ai poveri e a operare una “trasformazione†anche nei centri di ascolto parrocchiali, che non sono «uffici di collocamento ma centri di accoglienza della persona per rivelarle che la sua vita è custodita dalla comunità».

Soffermandosi sui malati, De Donatis ha ricordato che l’ufficio per la Pastorale della salute ha proposto di istituire la Giornata mensile del malato. La data della celebrazione è fissata all’11, giorno in cui le realtà ecclesiali sono invitate a pregare e a visitare gli ammalati del quartiere. Le equipe pastorali, ha proseguito, hanno invece il compito di creare un ponte tra la parrocchia e le case di cura o gli ospizi della propria zona. Quindi ha chiesto ai parroci e ai cappellani di ogni prefettura di avviare forme di collaborazione a favore dei sofferenti.

La serata è stata aperta da quattro testimonianze su diverse forme di povertà che sono poi state oggetto dei lavori di gruppo degli operatori. Floriana ha raccontato di aver assistito per mesi i genitori ricoverati nell’hospice Villa Speranza che ha definito «una palestra d’amore», un luogo dove ha avuto la possibilità «di toccare la presenza di Dio». Mario, volontario del servizio “barbonismo domestico†della Caritas diocesana, ha parlato della storia di rinascita di Aurelio, il quale sentendosi amato «ha ripreso fiducia in se stesso fino a rendersi utile per altre persone in difficoltà». Ancora, Jafar, 16 anni palestinese siriano di Damasco, era accompagnato dalla madre Rasha che nel 2013 ha perso la vista durante un bombardamento. Insieme agli altri due fratelli più piccoli è arrivato in Italia nel 2016 grazie al progetto dei Corridoi umanitari della Comunità di Sant’Egidio. Infine Pierangelo è stato la voce di Marek, ospite dell’ostello della Caritas dove i volontari si prodigano per aiutarlo ad uscire dalla dipendenza dell’alcol.

Appunti di ecologia integrale

La road map di Papa Francesco: dalla Evangelii Gaudium alla Fratelli Tutti“: https://fb.watch/dEgsNse8x_/

Oltre l’emergenza per promuovere la cultura della cura” – Don Maurizio Tarantino, Direttore Caritas di Otranto: https://fb.watch/dEgx2k-FER/

“Il processo sinodale: luogo dell’ascolto e della condivisione†– Mons. Francesco Pesce, Incaricato Servizio Pastorale Sociale e del Lavoro e Oliviero Bettinelli, Vicedirettore Servizio Pastorale Sociale e del Lavoro: https://fb.watch/dEgAkckCaK/

Custodi del creato al tempo dei cambiamenti climatici†– Cecilia Dall’Oglio, Direttrice programmi europei “Movimento Laudato Si’â€, Pierluigi Sassi, Presidente Earth Day Italia: https://fb.watch/dEgEzichiA/

“Quando commerciare fa rima con armareâ€- Don Renato Sacco, Consigliere Nazionale Pax Christi, redattore di Mosaico di Pace: https://fb.watch/dEgK32ZCpd/

“Informare per partecipare: dal PNRR ai trattati internazionali†– Monica Di Sisto, giornalista, vicepresidente Fairwatch, osservatorio su commercio internazionale e clima e con Mariagrazia Midulla, responsabile clima ed energia WWF Italia https://fb.watch/dEgOrJVYfP/

“Dialogo fra generazioni, educazione e lavoro: strumenti per edificare una pace duratura†– don Tonio Dell’Olio, Presidente della Pro Civitate Christiana di Assisi, giornalista e redattore di Mosaico di Pace: https://fb.watch/dEgUr2TpWm/

Pace è giustizia sociale†– Nicoletta Dentico, responsabile programma di salute globale, Society for International Development (SID): https://fb.watch/dEgX_UItj9/

La finanza: meccanismi e responsabilità†– Simone Grillo, Banca Etica: https://fb.watch/dEg-LxIDhM/

“Migrazioni e migranti†– Luca Di Sciullo, Presidente Centro Studio e Ricerche IDOS: https://fb.watch/dEh2E6iAkj/

“A proposito di economia trasformativa†– Riccardo Troisi , economista e docente di Economia Trasformativa presso l’Università Cooperativa di Colombia: https://fb.watch/dEh61_WndS/

“Questa economia uccide†– Monica Di Sisto , giornalista, Vicepresidente di Fairwatch, osservatorio su commercio internazionale e clima: https://fb.watch/dEh9hhR_M6/

“Dalle buone prassi alla buona politica†– Toni Mira, giornalista Avvenire, esperto di problemi sociali: https://fb.watch/dEhbZaFxqX/

Il tortuoso mondo del lavoro. Sulle tracce di percorsi possibili†– Soana Tortora (Solidarius Italia) e con Marco Ruopoli (coop. SOPHIA): https://fb.watch/dEhff_xT6s/

Pensare progetti per iniziare processi. La sfida e la pazienza del lavoro di comunità” – Oliviero Bettinelli, Vicedirettore dell’Ufficio Pastorale Sociale e del Lavoro della Diocesi di Roma: https://fb.watch/dEhhQhipux/

“La comunità ecclesiale tra coerenze, impegno e annuncio. Tracce di un cammino†– Mons. Francesco Pesce, Incaricato Servizio Pastorale Sociale e del Lavoro: https://fb.watch/dEhjEhe0ex/

 

Editoriale

Il diritto a “Laudare Deum ” di Oliviero Bettinelli

RIFLESSIONE SULLA LAUDATE DEUM, OLIVIERO BETTINELLI

La carta dei diritti dell’uomo si evolve con la nostra storia. Gli uni non cancellano gli altri, ma li integrano con sempre maggiore consapevolezza. Papa Francesco ne è interprete e guida. La sua riflessione e il suo discernimento nella “Laudate Deum†ci orientano con sapienza a declinare alcuni diritti che come singolo e come comunità siamo chiamati a esercitare.

Abbiamo diritto a governanti che reagiscano di più, poiché il mondo che ci accoglie si sta sgretolando e forse si sta avvicinando a un punto di rottura.

Abbiamo diritto di non nasconderci di fronte agli eventi che ci dicono come “l’impatto del cambiamento climatico danneggi sempre più la vita di molte persone e famiglie.

Abbiamo il diritto di non pagare gli effetti del disastro che si instaura in termini di salute, lavoro, accesso alle risorse, abitazioni, migrazioni forzate e in altri ambiti

Abbiamo il diritto di considerare i problemi legati all’ambiente come un problema sociale globale che è intimamente legato alla dignità della vita umana.

Abbiamo il diritto ad una informazione corretta che non cerchi di negare l’evidenza dei segni del cambiamento climatico, di nasconderli, di dissimularli o di relativizzarli.

Abbiamo il diritto di essere guidati da pastori liberi da opinioni sprezzanti e irragionevoli , che riconoscano che l’origine antropica del cambiamento climatico «non può più essere messa in dubbio» e ne facciano oggetto di riflessione.

Abbiamo il diritto a momenti di sensibilizzazione competenti perché come società possiamo vincere la tendenza a «minimizzare» il problema o addirittura a metterlo in ridicolo, riducendolo a una questione «solo ambientale, “verdeâ€, romantica» e non invece – quale è – un problema umano e sociale in senso ampio e a vari livelli.

Abbiamo il diritto di dimostrare che non è vero che gli sforzi per mitigare il cambiamento climatico porteranno a una riduzione dei posti di lavoro quando, al contrario, milioni di persone perdono il lavoro a causa delle varie conseguenze del cambiamento climatico, come l’innalzamento del livello del mare o la siccità.

Abbiamo il diritto di camminare verso un punto di svolta reale, all’insegna della responsabilità per l’eredità che lasceremo dietro di noi dopo il nostro passaggio in questo mondo.

Abbiamo il diritto di essere consapevoli che non possiamo più fermare gli enormi danni che abbiamo causato e, forse, siamo appena in tempo per evitare danni ancora più drammatici.

Abbiamo il diritto di denunciare le grandi potenze economiche che non si preoccupano di questo, ma solo di ottenere il massimo profitto al minor costo e nel minor tempo possibile.

Abbiamo il diritto di temere un «paradigma tecnocratico», sottovalutando che il nostro potere è aumentato freneticamente in pochi decenni e siamo diventati altamente pericolosi, capaci di mettere a repentaglio la vita di molti esseri e la nostra stessa sopravvivenza.

Abbiamo il diritto di denunciare la logica del massimo profitto al minimo costo e con essa la decadenza etica del potere reale, ormai mascherata dal marketing e dalla falsa informazione, da meccanismi utili nelle mani di chi ha maggiori risorse per influenzare l’opinione pubblica attraverso di essi.

Abbiamo il diritto di partecipare nello spazio dovuto alle aggregazioni e organizzazioni della società civile che a livello politico e diplomatico auspicano un multilateralismo dal basso che non dipenda dalle mutevoli circostanze politiche o dagli interessi di pochi ma che abbia un’efficacia stabile.

Abbiamo il diritto di avere governanti che sviluppino più democratizzazione» nella sfera globale, anche tramite una nuova procedura per il processo decisionale e per la legittimazione di tali decisioni, poiché quella stabilita diversi decenni fa non è sufficiente e non sembra essere efficace. Non sarà utile sostenere istituzioni che preservino e tutelino i diritti dei più forti senza occuparsi dei diritti di tutti.

Abbiamo il diritto di richiedere un’inversione di rotta, che superi la logica dell’apparire sensibili al problema ma che non attivi con coraggio cambiamenti sostanziali.

Abbiamo il diritto a costruire un futuro di speranza per evitare il rischio nel quale corriamo il rischio di rimanere bloccati nella logica di rattoppare, rammendare, legare col filo, mentre sotto sotto va avanti un processo di deterioramento che continuiamo ad alimentare.

Abbiamo il diritto di essere profondamente e dignitosamente umani, responsabili e custodi del Creato che ci è stato dato in Dono, organizzando la speranza in modo efficiente, vincolante e facilmente monitorabile.

In Evidenza

Ascoltare i territori per narrare la speranza

17 aprile 2023

L’Ufficio della “Pastorale sociale, del lavoro e della custodia del creato†della Diocesi di Roma promuove il 17 aprile alle ore 17,30, presso la “sala Poletti†del Vicariato di Roma, un incontro su “RETI DI MUTUALISMO E POLI CIVICI A ROMAâ€: 0sservatorio delle reti romane di mutualismo e sperimentazione di centri civici a supporto dello sviluppo locale integrale delle periferieâ€.

Per leggere il comunicato: https://www.diocesidiroma.it/pastoralesociale/index.php/ascoltare-i-territori-per-narrare-la-speranza/

 

 

 

 

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