di Oliviero Bettinelli
Il 4 ottobre si è chiuso il mese del creato 2022. Dal 1 settembre siamo stati invitati, come tutti gli anni, a celebrare il nostro impegno di custodi del creato e artigiani di pace. Non è stato un mese facile e abbiamo cercato di viverlo come sappiamo alternando informazione, ricerca impegno e proposte.
L’ufficio della Pastorale Sociale del Lavoro – pace, giustizia e cura del creato non ha la funzione di costruire opere : il suo compito è quello di conoscere, sostenere e accompagnare e le comunità e chi le vive nell’impegno quotidiano, riflettendo e agendo in funzione di quello che chiamiamo la cura della nostra casa comune. Un percorso che abbiamo proposto, condiviso e voluto fare in questo mese in presenza, per testimoniare la speranza di una ripresa lenta e mai definitiva del nostro desiderio di essere comunità in relazione. Siamo chiamati a una testimonianza di vicinanza, non solo ideale, verso una terra che ci richiama alla nostra vocazione di persone che seminano, che curano, che la fanno crescere e che la mettono a disposizione di tutti e non solo per qualcuno.
Perché di questo si tratta, di vivere in sintonia con il Creato e con le infinite connessioni che domandano la nostra attenzione. In questo mese abbiamo sentito l’esigenza di riposizionarci con riflessioni che siano capaci di mettere radici profonde nella nostra comunità . Seguendo la road map che Papa Francesco ci ha indicato nella “Laudato sì†il 19 settembre abbiamo proposto una riflessione collettiva e realistica sul nostro essere consumatori e per questo possibili attori di questo percorso di conversione, rivedendo le nostre scelte quotidiane e i nostri stili di vita . Consapevoli che tutto questo può rappresentare solo una parte, seppur necessaria, del nostro impegno di cristiani e di cittadini il 26 settembre ci siamo confrontati con le nostre scelte comunitarie cercando di capire come è possibile diventare una comunità energetica e come creare processi virtuosi di economia circolare che possano rimuovere la cultura dello scarto che ci orienta a fare del consumo l’unico parametro per definire le nostre azioni. Sollecitazioni necessarie per passare dall ‘io noi, e per superare la cultura del “ bisognerebbe†e “dovremmoâ€.
Il tutto va però pensato nei nostri territori e con chi li abita. Per questo il 4 ottobre, festa di San Francesco e giorno conclusivo di questo mese che abbiamo voluto fosse di semina, abbiamo raccolto e ascoltato le voci di chi vive la città con passione e competenza per realizzare tutto questo. Abbiamo scoperto non esistono ricette magiche ma solo tanto impegno e tanta visione. Gli ingredienti necessari per passare dalla realizzatone di progetti all’avvio di processi.