“Ispiraci il sogno di un nuovo incontro, di dialogo, di giustizia, di pace.

Stimolaci a creare società più sane e un mondo più degno senza povertà, senza violenza, senza guerre” (FT)



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Lettera ai lavoratori


Carissime lavoratrici e carissimi lavoratori della città di Roma,

desideriamo in questo momento così difficile farvi giungere la vicinanza dei cappellani del lavoro e nostra personale.

Ci è noto che molti di voi non possono rimanere in casa per salvaguardare la salute dei propri familiari e di se stessi. Così come sappiamo che non è semplice evitare comportamenti che possono mettere a rischio la salute vostra e di altre persone. Ci permettiamo di ricordare che le indicazioni fornite dalle Autorità civili in materia di prevenzione del contagio sono necessarie e che ogni cittadino (a maggior ragione ogni credente!) deve ottemperare ad esse per il bene proprio e per il senso di responsabilità verso la collettività. Vorremmo ricordare le parole profetiche di San Giovanni Paolo II rivolte ai lavoratori della città di Roma in un documento unico e straordinario: Il cristiano sa anche che il lavoro fa parte del quotidiano cammino di purificazione e di salvezza per quanti l’accolgono in spirito di obbedienza alla volontà di Dio e di servizio umile e paziente verso il prossimo. Nella croce di Cristo egli troverà la forza per affrontare situazioni di disagio o di difficoltà e per offrire a tutti una efficace e coerente testimonianza. (Lettera del Santo Padre Giovanni Paolo II ai Lavoratori della città di Roma, n.4)

Sappiate perciò che il nostro pensiero, la nostra preghiera – soprattutto all’Altare dove presentiamo il frutto del lavoro – è anche per voi. San Giuseppe, di cui tra pochi giorni celebreremo la solennità, che da sempre invochiamo quale patrono di tutti i lavoratori, vi benedica e salvaguardi.

Il pensiero corre in questo momento alla Santa Messa che ogni anno l’8 dicembre celebriamo nella chiesa di Trinità dei Monti dedicata al mondo del lavoro con l’omaggio floreale alla santa Vergine in Piazza Mignanelli. Tutto il mondo del lavoro di Roma in quel giorno porta i suoi fiori e le sue preghiere, in comunione con il suo vescovo Francesco, anche lui pellegrino ai piedi della vergine.

Con il Magnificat anche noi possiamo esaltare l’opera di Dio, che ha compiuto e continua a compiere cose grandi anche attraverso il lavoro di tutti noi. Vi ringraziamo perché voi sui luoghi di lavoro, nelle vostre aziende, nei vostri uffici, realizzate ogni giorno il progetto di Dio sull’uomo.

Desideriamo rivolgervi un augurio particolare: quello di poter sempre ricominciare dal “mistero di Nazarethâ€, da quel silenzio lungo trent’anni – quasi l’intera vita di Gesù – che manifesta come la Grazia divina passi attraverso il silenzio e la laboriosa operosità. Questo ci insegna il Gesù che lavora con mani d’uomo, come ci ricorda il Concilio Vaticano II (GS22). Vi auguriamo: come gli abitanti di Nazareth, anche voi mantenete sempre lo stupore dinanzi al mistero: «Non è costui il figlio del falegname? E sua madre non si chiama Maria?» (Mt 13,55).

Rimettere il lavoro al centro: è la proposta che la Chiesa italiana ha fatto durante la 48° Settimana Sociale a Cagliari nel 2017. Già il tema scelto:†il lavoro che vogliamo: libero, creativo partecipativo e solidale†esprime il desiderio di comunità e di bene comune al quale tutte le componenti del Paese sono chiamate a dare il loro contributo. Grazie, allora, davvero per il vostro prezioso contributo. E grazie per la testimonianza di fedeltà al Vangelo che offrite ogni giorno dinanzi ai vostri colleghi: abbiamo ben presenti le varie iniziative che sono nate dalla “Missione negli ambienti†del 1999 e che tuttora animano spiritualmente la coesione e la solidarietà all’interno di tanti luoghi di lavoro della nostra città. Proprio il tempo della Quaresima normalmente viene caratterizzato da incontri di preghiera e da celebrazioni eucaristiche svolte al’interno delle vostra aziende e dei vostri istituti: quest’anno ciò non sarà possibile per i sacrifici che ci vengono richiesti dall’emergenza sanitaria, ma la preghiera personale potrà continuare, e ciò alimenterà quella comunione così necessaria tra gli uomini che ascoltano la Parola della vita, come ci narra At 2, 42-47 parlandoci della prima comunità cristiana che radunò a Gerusalemme facendo memoria del Signore Risorto.

Il lavoro è una vocazione ed è allo stesso tempo uno strumento nelle mani degli uomini, che deve essere tutelato in ogni modo e in ogni situazione. E’ stato detto a Cagliari di porre attenzione anche ai termini linguistici; si parla molto di lavoro e si dimenticano i lavoratori, che non sono un ingranaggio di un sistema: sono persone, volti, storie, padri e madri. Proprio per questo bisogna agire sempre affinché il lavoro possa tornare ad essere uno strumento di liberazione e di riconciliazione; questa è la concretezza del sempre Vangelo, che nel suo donarsi al mondo include anche una dimensione fortemente sociale. La preghiera che oggi Papa Francesco ci dona, rivolta a Maria, Madre del Divino Amore, ci accompagni in questo tempo di prova.

“Maestro abbiamo faticato tutta la notte, ma non abbiamo preso nullaâ€, dice Simon Pietro. Quante notti ci racconta la Bibbia, quante notti nella vita, nei nostri giorni; quanta fragilità nelle nostre vite, nelle nostre famiglie. E’ una fragilità naturale, di una natura corrotta dal mistero del peccato, prima ancora che condizionata dai cambiamenti esterni. Gesù capisce tutto questo e non ci giudica; ci chiede ancora una volta – diremmo in modo speciale in questo momento complesso – di gettare la rete, di continuare a vivere e sperare. Questa volta la rete si riempie perché è gettata sulla Parola del Signore… anche se è paradossale pescare di giorno… anche se in fondo non ci credi più… anche se a volte pensi di non farcela. Lui, lì, all’altra riva ti aspetta sorridente. Nessuno, dunque, abbia paura: arriva sempre un’alba nuova, dove lo stupore di una pesca imprevedibile ci avvolge e ci entusiasma, come in quel giorno avvenne per Pietro e quelli che erano con lui.

Vi benediciamo con grande amicizia

Gianrico RUZZA – Vescovo ausiliare di Roma, Delegato Pastorale degli ambienti

don Francesco PESCE – Incaricato per la Pastorale Sociale e del Lavoro

Roma, 11 marzo 2020

Appunti di ecologia integrale

La road map di Papa Francesco: dalla Evangelii Gaudium alla Fratelli Tutti“: https://fb.watch/dEgsNse8x_/

Oltre l’emergenza per promuovere la cultura della cura” – Don Maurizio Tarantino, Direttore Caritas di Otranto: https://fb.watch/dEgx2k-FER/

“Il processo sinodale: luogo dell’ascolto e della condivisione†– Mons. Francesco Pesce, Incaricato Servizio Pastorale Sociale e del Lavoro e Oliviero Bettinelli, Vicedirettore Servizio Pastorale Sociale e del Lavoro: https://fb.watch/dEgAkckCaK/

Custodi del creato al tempo dei cambiamenti climatici†– Cecilia Dall’Oglio, Direttrice programmi europei “Movimento Laudato Si’â€, Pierluigi Sassi, Presidente Earth Day Italia: https://fb.watch/dEgEzichiA/

“Quando commerciare fa rima con armareâ€- Don Renato Sacco, Consigliere Nazionale Pax Christi, redattore di Mosaico di Pace: https://fb.watch/dEgK32ZCpd/

“Informare per partecipare: dal PNRR ai trattati internazionali†– Monica Di Sisto, giornalista, vicepresidente Fairwatch, osservatorio su commercio internazionale e clima e con Mariagrazia Midulla, responsabile clima ed energia WWF Italia https://fb.watch/dEgOrJVYfP/

“Dialogo fra generazioni, educazione e lavoro: strumenti per edificare una pace duratura†– don Tonio Dell’Olio, Presidente della Pro Civitate Christiana di Assisi, giornalista e redattore di Mosaico di Pace: https://fb.watch/dEgUr2TpWm/

Pace è giustizia sociale†– Nicoletta Dentico, responsabile programma di salute globale, Society for International Development (SID): https://fb.watch/dEgX_UItj9/

La finanza: meccanismi e responsabilità†– Simone Grillo, Banca Etica: https://fb.watch/dEg-LxIDhM/

“Migrazioni e migranti†– Luca Di Sciullo, Presidente Centro Studio e Ricerche IDOS: https://fb.watch/dEh2E6iAkj/

“A proposito di economia trasformativa†– Riccardo Troisi , economista e docente di Economia Trasformativa presso l’Università Cooperativa di Colombia: https://fb.watch/dEh61_WndS/

“Questa economia uccide†– Monica Di Sisto , giornalista, Vicepresidente di Fairwatch, osservatorio su commercio internazionale e clima: https://fb.watch/dEh9hhR_M6/

“Dalle buone prassi alla buona politica†– Toni Mira, giornalista Avvenire, esperto di problemi sociali: https://fb.watch/dEhbZaFxqX/

Il tortuoso mondo del lavoro. Sulle tracce di percorsi possibili†– Soana Tortora (Solidarius Italia) e con Marco Ruopoli (coop. SOPHIA): https://fb.watch/dEhff_xT6s/

Pensare progetti per iniziare processi. La sfida e la pazienza del lavoro di comunità” – Oliviero Bettinelli, Vicedirettore dell’Ufficio Pastorale Sociale e del Lavoro della Diocesi di Roma: https://fb.watch/dEhhQhipux/

“La comunità ecclesiale tra coerenze, impegno e annuncio. Tracce di un cammino†– Mons. Francesco Pesce, Incaricato Servizio Pastorale Sociale e del Lavoro: https://fb.watch/dEhjEhe0ex/

 

Editoriale

Il diritto a “Laudare Deum ” di Oliviero Bettinelli

RIFLESSIONE SULLA LAUDATE DEUM, OLIVIERO BETTINELLI

La carta dei diritti dell’uomo si evolve con la nostra storia. Gli uni non cancellano gli altri, ma li integrano con sempre maggiore consapevolezza. Papa Francesco ne è interprete e guida. La sua riflessione e il suo discernimento nella “Laudate Deum†ci orientano con sapienza a declinare alcuni diritti che come singolo e come comunità siamo chiamati a esercitare.

Abbiamo diritto a governanti che reagiscano di più, poiché il mondo che ci accoglie si sta sgretolando e forse si sta avvicinando a un punto di rottura.

Abbiamo diritto di non nasconderci di fronte agli eventi che ci dicono come “l’impatto del cambiamento climatico danneggi sempre più la vita di molte persone e famiglie.

Abbiamo il diritto di non pagare gli effetti del disastro che si instaura in termini di salute, lavoro, accesso alle risorse, abitazioni, migrazioni forzate e in altri ambiti

Abbiamo il diritto di considerare i problemi legati all’ambiente come un problema sociale globale che è intimamente legato alla dignità della vita umana.

Abbiamo il diritto ad una informazione corretta che non cerchi di negare l’evidenza dei segni del cambiamento climatico, di nasconderli, di dissimularli o di relativizzarli.

Abbiamo il diritto di essere guidati da pastori liberi da opinioni sprezzanti e irragionevoli , che riconoscano che l’origine antropica del cambiamento climatico «non può più essere messa in dubbio» e ne facciano oggetto di riflessione.

Abbiamo il diritto a momenti di sensibilizzazione competenti perché come società possiamo vincere la tendenza a «minimizzare» il problema o addirittura a metterlo in ridicolo, riducendolo a una questione «solo ambientale, “verdeâ€, romantica» e non invece – quale è – un problema umano e sociale in senso ampio e a vari livelli.

Abbiamo il diritto di dimostrare che non è vero che gli sforzi per mitigare il cambiamento climatico porteranno a una riduzione dei posti di lavoro quando, al contrario, milioni di persone perdono il lavoro a causa delle varie conseguenze del cambiamento climatico, come l’innalzamento del livello del mare o la siccità.

Abbiamo il diritto di camminare verso un punto di svolta reale, all’insegna della responsabilità per l’eredità che lasceremo dietro di noi dopo il nostro passaggio in questo mondo.

Abbiamo il diritto di essere consapevoli che non possiamo più fermare gli enormi danni che abbiamo causato e, forse, siamo appena in tempo per evitare danni ancora più drammatici.

Abbiamo il diritto di denunciare le grandi potenze economiche che non si preoccupano di questo, ma solo di ottenere il massimo profitto al minor costo e nel minor tempo possibile.

Abbiamo il diritto di temere un «paradigma tecnocratico», sottovalutando che il nostro potere è aumentato freneticamente in pochi decenni e siamo diventati altamente pericolosi, capaci di mettere a repentaglio la vita di molti esseri e la nostra stessa sopravvivenza.

Abbiamo il diritto di denunciare la logica del massimo profitto al minimo costo e con essa la decadenza etica del potere reale, ormai mascherata dal marketing e dalla falsa informazione, da meccanismi utili nelle mani di chi ha maggiori risorse per influenzare l’opinione pubblica attraverso di essi.

Abbiamo il diritto di partecipare nello spazio dovuto alle aggregazioni e organizzazioni della società civile che a livello politico e diplomatico auspicano un multilateralismo dal basso che non dipenda dalle mutevoli circostanze politiche o dagli interessi di pochi ma che abbia un’efficacia stabile.

Abbiamo il diritto di avere governanti che sviluppino più democratizzazione» nella sfera globale, anche tramite una nuova procedura per il processo decisionale e per la legittimazione di tali decisioni, poiché quella stabilita diversi decenni fa non è sufficiente e non sembra essere efficace. Non sarà utile sostenere istituzioni che preservino e tutelino i diritti dei più forti senza occuparsi dei diritti di tutti.

Abbiamo il diritto di richiedere un’inversione di rotta, che superi la logica dell’apparire sensibili al problema ma che non attivi con coraggio cambiamenti sostanziali.

Abbiamo il diritto a costruire un futuro di speranza per evitare il rischio nel quale corriamo il rischio di rimanere bloccati nella logica di rattoppare, rammendare, legare col filo, mentre sotto sotto va avanti un processo di deterioramento che continuiamo ad alimentare.

Abbiamo il diritto di essere profondamente e dignitosamente umani, responsabili e custodi del Creato che ci è stato dato in Dono, organizzando la speranza in modo efficiente, vincolante e facilmente monitorabile.

In Evidenza

Ascoltare i territori per narrare la speranza

17 aprile 2023

L’Ufficio della “Pastorale sociale, del lavoro e della custodia del creato†della Diocesi di Roma promuove il 17 aprile alle ore 17,30, presso la “sala Poletti†del Vicariato di Roma, un incontro su “RETI DI MUTUALISMO E POLI CIVICI A ROMAâ€: 0sservatorio delle reti romane di mutualismo e sperimentazione di centri civici a supporto dello sviluppo locale integrale delle periferieâ€.

Per leggere il comunicato: https://www.diocesidiroma.it/pastoralesociale/index.php/ascoltare-i-territori-per-narrare-la-speranza/

 

 

 

 

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