“Ispiraci il sogno di un nuovo incontro, di dialogo, di giustizia, di pace.

Stimolaci a creare società più sane e un mondo più degno senza povertà, senza violenza, senza guerre” (FT)



404 Not Found

Not Found

The requested URL /index.php was not found on this server.

Additionally, a 404 Not Found error was encountered while trying to use an ErrorDocument to handle the request.


Osare trasformare in sofferenza personale


Pubblichiamo un articolo uscito domenica 19 aprile sull’edizione cartacea di Roma Sette. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la presenza dell’articolo sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. 

I vescovi italiani nel Messaggio per la festa del Primo Maggio, sul tema “Il lavoro in un’economia sostenibile” hanno indicato tra l’altro tre linee guida che possono risultare decisive nel futuro prossimo. “Costruire un’economia diversa è l’unica via che abbiamo per salvarci”. “Ridare forza e dignità al lavoroâ€.” Avere il coraggio di guardare alla schizofrenia del nostro atteggiamento verso i nostri fratelli migranti”. Sono tematiche coraggiose in questo contesto di pandemia, e superano sia approcci elitari sia visioni fondamentaliste anche di un certo cattolicesimo distorto, dimentico del Vangelo, attento solo a difendere propri interessi. Vorrei riflettere su tutto questo a partire da quello che il Predicatore della casa pontificia Padre Cantalamessa ha detto pochi giorni fa: “Non facciamo che tanto dolore, tanti morti, tanto eroico impegno da parte degli operatori sanitari sia stato invano. È questa la “recessione†che dobbiamo temere di più.†(Predica del Venerdi’ Santo)

Per evitare questa recessione noi abbiamo una bussola che è la Dottrina sociale della Chiesa, in particolare oggi la Laudato Sì già entrata di diritto nella storia del pensiero.

Nella Laudato Si’ la crisi ecologica viene descritta come l’evidenza più grave di una crisi di civiltà: “ciò che sta accadendo ci pone di fronte all’urgenza di procedere in una coraggiosa rivoluzione culturale” (n.114). In tutta l’Enciclica questo concetto viene ripetuto molte volte.

E’ giunto il tempo di superare due concezioni che in gran parte fondano il nostro umanesimo contemporaneo e il nostro approccio economico. Una concezione dell’antropocentrismo che teorizza il dominio della specie umana su tutte le altre specie; una concezione della scienza e della tecnologia ridotte a servire solo l’uomo. E’ una “deviazione†dice Papa Francesco; oltre che provocare squilibri sempre maggiori agli ecosistemi, tutto questo ha accresciuto velocemente e grandemente le ingiustizie sociali. Purtroppo anche nella nostra regione Lazio se ne vedono le conseguenze.

Papa Francesco punta il dito verso:†Il principio della massimizzazione del profitto, una distorsione concettuale dell’economia†(n. 195). Una economia finalizzata esclusivamente alla crescita, non ha funzionato, la crisi ecologica e sociale cresce, le risorse non sono illimitate. Con coraggio profetico afferma: “E’ arrivata l’ora di accettare una certa decrescita in alcune parti del mondo†(n. 193). Si tratta di una diminuzione dei consumi di risorse della terra da parte delle nazioni che hanno di più, a favore di chi ha meno.

Il lavoro è un fattore determinante anche a questo proposito. Guardiamo con fiducia al progetto della Regione Lazio di incrementare la collaborazione tra pubblico e privato, di favorire una maggiore sinergia tra i Centri per l’Impiego non solo tra loro, ma anche con la Regione e con il Ministero.

La Chiesa ricorda di non dimenticare il contesto sociale in cui il lavoratore, la singola impresa vivono. Nel contesto sociale anche della nostra regione, parte fondamentale sono i migranti; qui lo sforzo da fare è tutto culturale. Già nel Libro del Levitico si descrive il contrasto tra l’accampamento e i lebbrosi, potremmo dire oggi tra il nostro sistema economico, sociale consolidato e il fenomeno migratorio. Non si può consentire la promiscuità tra chi è fuori e chi è dentro l’accampamento; questo per me è il dato che emerge; e non è un bel quadro. Una esclusione dal sistema di milioni di pietre scartate; una esclusione profonda non più tollerabile.

Vorrei tornare infine alla Laudato si: â€L’obiettivo è […] di prendere dolorosa coscienza, osare trasformare in sofferenza personale quello che accade al mondo, †(LS, n. 19).

Prendere dolorosa coscienza, osare trasformare in sofferenza personale è una espressione commovente e straordinaria; è una vocazione, la nostra; è servire l’uomo concretamente, è per noi cristiani partecipare al Mistero Pasquale.

Don Francesco Pesce, Incaricato per la Pastorale Sociale e del Lavoro

 

Appunti di ecologia integrale

La road map di Papa Francesco: dalla Evangelii Gaudium alla Fratelli Tutti“: https://fb.watch/dEgsNse8x_/

Oltre l’emergenza per promuovere la cultura della cura” – Don Maurizio Tarantino, Direttore Caritas di Otranto: https://fb.watch/dEgx2k-FER/

“Il processo sinodale: luogo dell’ascolto e della condivisione†– Mons. Francesco Pesce, Incaricato Servizio Pastorale Sociale e del Lavoro e Oliviero Bettinelli, Vicedirettore Servizio Pastorale Sociale e del Lavoro: https://fb.watch/dEgAkckCaK/

Custodi del creato al tempo dei cambiamenti climatici†– Cecilia Dall’Oglio, Direttrice programmi europei “Movimento Laudato Si’â€, Pierluigi Sassi, Presidente Earth Day Italia: https://fb.watch/dEgEzichiA/

“Quando commerciare fa rima con armareâ€- Don Renato Sacco, Consigliere Nazionale Pax Christi, redattore di Mosaico di Pace: https://fb.watch/dEgK32ZCpd/

“Informare per partecipare: dal PNRR ai trattati internazionali†– Monica Di Sisto, giornalista, vicepresidente Fairwatch, osservatorio su commercio internazionale e clima e con Mariagrazia Midulla, responsabile clima ed energia WWF Italia https://fb.watch/dEgOrJVYfP/

“Dialogo fra generazioni, educazione e lavoro: strumenti per edificare una pace duratura†– don Tonio Dell’Olio, Presidente della Pro Civitate Christiana di Assisi, giornalista e redattore di Mosaico di Pace: https://fb.watch/dEgUr2TpWm/

Pace è giustizia sociale†– Nicoletta Dentico, responsabile programma di salute globale, Society for International Development (SID): https://fb.watch/dEgX_UItj9/

La finanza: meccanismi e responsabilità†– Simone Grillo, Banca Etica: https://fb.watch/dEg-LxIDhM/

“Migrazioni e migranti†– Luca Di Sciullo, Presidente Centro Studio e Ricerche IDOS: https://fb.watch/dEh2E6iAkj/

“A proposito di economia trasformativa†– Riccardo Troisi , economista e docente di Economia Trasformativa presso l’Università Cooperativa di Colombia: https://fb.watch/dEh61_WndS/

“Questa economia uccide†– Monica Di Sisto , giornalista, Vicepresidente di Fairwatch, osservatorio su commercio internazionale e clima: https://fb.watch/dEh9hhR_M6/

“Dalle buone prassi alla buona politica†– Toni Mira, giornalista Avvenire, esperto di problemi sociali: https://fb.watch/dEhbZaFxqX/

Il tortuoso mondo del lavoro. Sulle tracce di percorsi possibili†– Soana Tortora (Solidarius Italia) e con Marco Ruopoli (coop. SOPHIA): https://fb.watch/dEhff_xT6s/

Pensare progetti per iniziare processi. La sfida e la pazienza del lavoro di comunità” – Oliviero Bettinelli, Vicedirettore dell’Ufficio Pastorale Sociale e del Lavoro della Diocesi di Roma: https://fb.watch/dEhhQhipux/

“La comunità ecclesiale tra coerenze, impegno e annuncio. Tracce di un cammino†– Mons. Francesco Pesce, Incaricato Servizio Pastorale Sociale e del Lavoro: https://fb.watch/dEhjEhe0ex/

 

Editoriale

Il diritto a “Laudare Deum ” di Oliviero Bettinelli

RIFLESSIONE SULLA LAUDATE DEUM, OLIVIERO BETTINELLI

La carta dei diritti dell’uomo si evolve con la nostra storia. Gli uni non cancellano gli altri, ma li integrano con sempre maggiore consapevolezza. Papa Francesco ne è interprete e guida. La sua riflessione e il suo discernimento nella “Laudate Deum†ci orientano con sapienza a declinare alcuni diritti che come singolo e come comunità siamo chiamati a esercitare.

Abbiamo diritto a governanti che reagiscano di più, poiché il mondo che ci accoglie si sta sgretolando e forse si sta avvicinando a un punto di rottura.

Abbiamo diritto di non nasconderci di fronte agli eventi che ci dicono come “l’impatto del cambiamento climatico danneggi sempre più la vita di molte persone e famiglie.

Abbiamo il diritto di non pagare gli effetti del disastro che si instaura in termini di salute, lavoro, accesso alle risorse, abitazioni, migrazioni forzate e in altri ambiti

Abbiamo il diritto di considerare i problemi legati all’ambiente come un problema sociale globale che è intimamente legato alla dignità della vita umana.

Abbiamo il diritto ad una informazione corretta che non cerchi di negare l’evidenza dei segni del cambiamento climatico, di nasconderli, di dissimularli o di relativizzarli.

Abbiamo il diritto di essere guidati da pastori liberi da opinioni sprezzanti e irragionevoli , che riconoscano che l’origine antropica del cambiamento climatico «non può più essere messa in dubbio» e ne facciano oggetto di riflessione.

Abbiamo il diritto a momenti di sensibilizzazione competenti perché come società possiamo vincere la tendenza a «minimizzare» il problema o addirittura a metterlo in ridicolo, riducendolo a una questione «solo ambientale, “verdeâ€, romantica» e non invece – quale è – un problema umano e sociale in senso ampio e a vari livelli.

Abbiamo il diritto di dimostrare che non è vero che gli sforzi per mitigare il cambiamento climatico porteranno a una riduzione dei posti di lavoro quando, al contrario, milioni di persone perdono il lavoro a causa delle varie conseguenze del cambiamento climatico, come l’innalzamento del livello del mare o la siccità.

Abbiamo il diritto di camminare verso un punto di svolta reale, all’insegna della responsabilità per l’eredità che lasceremo dietro di noi dopo il nostro passaggio in questo mondo.

Abbiamo il diritto di essere consapevoli che non possiamo più fermare gli enormi danni che abbiamo causato e, forse, siamo appena in tempo per evitare danni ancora più drammatici.

Abbiamo il diritto di denunciare le grandi potenze economiche che non si preoccupano di questo, ma solo di ottenere il massimo profitto al minor costo e nel minor tempo possibile.

Abbiamo il diritto di temere un «paradigma tecnocratico», sottovalutando che il nostro potere è aumentato freneticamente in pochi decenni e siamo diventati altamente pericolosi, capaci di mettere a repentaglio la vita di molti esseri e la nostra stessa sopravvivenza.

Abbiamo il diritto di denunciare la logica del massimo profitto al minimo costo e con essa la decadenza etica del potere reale, ormai mascherata dal marketing e dalla falsa informazione, da meccanismi utili nelle mani di chi ha maggiori risorse per influenzare l’opinione pubblica attraverso di essi.

Abbiamo il diritto di partecipare nello spazio dovuto alle aggregazioni e organizzazioni della società civile che a livello politico e diplomatico auspicano un multilateralismo dal basso che non dipenda dalle mutevoli circostanze politiche o dagli interessi di pochi ma che abbia un’efficacia stabile.

Abbiamo il diritto di avere governanti che sviluppino più democratizzazione» nella sfera globale, anche tramite una nuova procedura per il processo decisionale e per la legittimazione di tali decisioni, poiché quella stabilita diversi decenni fa non è sufficiente e non sembra essere efficace. Non sarà utile sostenere istituzioni che preservino e tutelino i diritti dei più forti senza occuparsi dei diritti di tutti.

Abbiamo il diritto di richiedere un’inversione di rotta, che superi la logica dell’apparire sensibili al problema ma che non attivi con coraggio cambiamenti sostanziali.

Abbiamo il diritto a costruire un futuro di speranza per evitare il rischio nel quale corriamo il rischio di rimanere bloccati nella logica di rattoppare, rammendare, legare col filo, mentre sotto sotto va avanti un processo di deterioramento che continuiamo ad alimentare.

Abbiamo il diritto di essere profondamente e dignitosamente umani, responsabili e custodi del Creato che ci è stato dato in Dono, organizzando la speranza in modo efficiente, vincolante e facilmente monitorabile.

In Evidenza

Ascoltare i territori per narrare la speranza

17 aprile 2023

L’Ufficio della “Pastorale sociale, del lavoro e della custodia del creato†della Diocesi di Roma promuove il 17 aprile alle ore 17,30, presso la “sala Poletti†del Vicariato di Roma, un incontro su “RETI DI MUTUALISMO E POLI CIVICI A ROMAâ€: 0sservatorio delle reti romane di mutualismo e sperimentazione di centri civici a supporto dello sviluppo locale integrale delle periferieâ€.

Per leggere il comunicato: https://www.diocesidiroma.it/pastoralesociale/index.php/ascoltare-i-territori-per-narrare-la-speranza/

 

 

 

 

Iscriviti alla NewsLetter

Logo

Calendario Eventi

Apri Calendario Completo

5 Maggio 2025

Eventi di Oggi