“Ispiraci il sogno di un nuovo incontro, di dialogo, di giustizia, di pace.

Stimolaci a creare società più sane e un mondo più degno senza povertà, senza violenza, senza guerre” (FT)



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Roma – The Last 20


Roma 10-12 settembre

The Last 20, la parola ai Paesi più poveri

Parte oggi l’evento che analizza i grandi temi globali visti con lo sguardo degli “ultimi†i Paesi più impoveriti, a rischio fame e colpiti dal climate change: dall’Afghanistan al Libano, ai Paesi africani.

La rassegna “The Last 20†fa tappa a Roma dal 10 al 12 settembre.
Tre giorni di incontri all’Università Tor Vergata con focus su insicurezza alimentare, povertà, condizione femminile: 40 autorevoli ospiti e relatori, rappresentativi dei Paesi L20, tra cui studiosi, attivisti, politici, giornalisti.

Prossime tappe in Abruzzo e Molise, a Milano dal 24 al 26 settembre, e a Santa Maria di Leuca.

Ufficio stampa e interviste, 329 1376380, https://thelast20.org

Qui il link al programma completo

Roma, 7 settembre 2021 Mentre si susseguono gli appuntamenti del G20 a presidenza italiana, dal 10 al 12 settembre si tiene a Roma la seconda tappa di “The Last 20â€, l’evento che riunisce i rappresentanti degli “L20â€, i venti Paesi più impoveriti del Pianeta in base alle statistiche internazionali e ai principali indicatori socio-economici e ambientali. Ovvero Afghanistan, Burkina Faso, Burundi, Repubblica Centrafricana, Ciad, Repubblica Democratica del Congo, Eritrea, Etiopia, Gambia, Guinea, Libano, Liberia, Malawi, Mali, Mozambico, Niger, Sierra Leone, Somalia, Sud Sudan e Yemen.

“L’obiettivo dell’evento -spiega Tonino Perna, coordinatore del comitato The Last 20– è quello diproporre un altro sguardo sul nostro Pianeta, una prospettiva nuova che -osservando le aree più marginali e fragili- ci permetta di misurare la temperatura sociale, economica e ambientale del mondo, e rivalutare gli ultimi della terra, raccontandone la sofferenza ma anche le ricchezze, le conoscenze e la cultura. Si tratta infatti di Paesi non poveri ma impoveriti da un processo globale di sfruttamento delle loro risorse umane e materiali, da guerre intestine, dagli effetti perversi del mutamento climatico che proprio sui più deboli, provoca maggiori danniâ€.

Il 10-11-12 settembre 2021 all’Università degli Studi Roma Tor Vergata, 40 tra studiosi, attivisti, politici, giornalisti provenienti degli L20 e italiani si confronteranno sui diversi aspetti di un solo grande tema: le cause dell’impoverimento nei Paesi Last 20 e i possibili percorsi d’uscita, dal punto di vista degli “ultimiâ€. I focus più importanti saranno su fame e insicurezza alimentare, povertà e condizione femminile, con particolare attenzione alle zone più “calde†del Pianeta come l’Africa ma anche l’Afghanistan e il Libano, dove la tempesta perfetta di clima e contingenze politiche, economiche e militari rischia di provocare nuovi disastri umanitari.

I principali appuntamenti:

I tre giorni sono divisi in diverse sessioni di lavori.

• Venerdì 10, dopo la presentazione di “The Last 20†e i saluti istituzionali, un’overview sui Paesi L20, i cui rappresentanti confronteranno in presenza l’immagine che emerge dalle statistiche dell’ONU e delle Agenzie Internazionali con la realtà conosciuta sul campo e le sue evoluzioni.

• Sabato 11 si affrontano i temi della fame e della terra e le possibili strade per uscire dal circolo vizioso dell’impoverimento. La giornata si apre con un keynote speech sui principali fattori che causano condizioni di insicurezza alimentare e povertà nei Paesi L20, dal traffico di armi alle guerre, dalle carestie fino al land e water grabbing. All’incontro -coordinato da Mukuna Samulomba, giurista e docente universitario di diritto- partecipa, tra gli altri, Leila Ghanem, ecologista, politologa e giornalista della rivista “Ecologistâ€del Libano, Paese dove oggi, a causa della grave crisi economica e sociale che colpisce il Paese, tre quarti della popolazione vive in condizioni di povertà.

• Nel pomeriggio il focus sull’agricoltura vede a confronto l’esperienza della storica cooperativa Iris Bio di Calvatone (CR) e quella della ROPPA, Réseau des organisations paysannes et des producteurs agricoles de l’Afrique de l’Ouest che riunisce organizzazioni di piccoli agricoltori in 13 Paesi con l’obiettivo di difendere e promuovere le aziende agricole familiari, principale sistema di produzione dell’Africa occidentale. In chiusura di giornata si discute con esperti e ricercatori su quali aiuti allo sviluppo –cooperazione internazionale, Commercio Equo e Solidale, collaborazione interuniversitaria– possano rappresentare un percorso virtuoso e senza ambiguità per cambiare le condizioni nei Paesi L20.

• La giornata di domenica 12 settembre è dedicata alla condizione femminile nei L20, con una attenzione particolare all’Afghanistan e ai diritti delle donne nel Paese, ancora più a rischio dopo il ritorno al potere dei Talebani. Numerose le relatrici che partecipano all’incontro, coordinato da Lorena di Lorenzodell’associazione “Binario 15â€: siedono al tavolo Huma Saeed, criminologa e accademica afghana dell’Università di Lovanio in Belgio, attivista per i diritti umani da anni impegnata sui temi della giustizia economica e sociale; Antonella Garofalo del Coordinamento italiano di sostegno alle donne afghane (Cisda) che lavora al fianco di organizzazioni e associazioni democratiche afghane. Al keynote speechprende parte anche Graca Machel, già ministra dell’Istruzione e della cultura del Mozambico e nota avvocata per i diritti delle donne e dei bambini, in particolare nei conflitti. Nel pomeriggio, nel corso dell’incontro moderato dal giornalista Alberto Negri, è prevista inoltre la testimonianza di una rifugiata afghana. (qui il programma completo)

“Le prossime tappe di Last 20 -spiega Perna- in Abruzzo e Molise, a Milano, e Santa Maria di Leuca, affrontano temi diversi e sono solo l’inizio di un percorso che dovrà continuare nel tempo, un tassello nella costruzione di una rete: infatti il gruppo di lavoro, plurale per la presenza di diverse nazionalità e culture, insieme a centri di ricerca, Ong, enti locali, nazionali, organizzazioni internazionali, lavorerà alla costituzione di un osservatorio permanente (L20 International Outlook) e a un Report L20 annualeche monitori nel tempo la situazione di quei Paesi, le crisi in corso e i possibili cambiamenti.

L’obiettivo finale di “The Last 20†è infatti politico: affermare che i Last 20 esistono, “contano†e non possono essere dimenticati. “È necessario -riporta il su documento programmatico – un riequilibrio sia territoriale sia socialeâ€. Un riequilibrio anche nel rapporto tra la società umana e la natura e nel rapporto tra economia reale e finanza, nell’orizzonte di un mutamento di sistema, che faccia leva sulla visione, la cultura, l’intelligenza , le esperienze, le competenze misconosciute delle popolazioni dei Paesi cosiddetti ultimi.

Tutti gli incontri, spettacoli, proiezioni e mostre si tengono presso l’Auditorium e le aule attigue alla Macro Area di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi Roma Tor Vergata, via Columbia, 1.

Sono previsti 152 posti in presenza (accesso con Green pass) e la possibilità -per giornalisti, studenti e pubblico interessato- di seguire i lavori anche in streaming sugli account social di “The Last 20â€.
Il link è:
https://www.facebook.com/The-Last-20-102529795393104/?ref=page_internal

Per registrarsi al’evento: https://bit.ly/TheLast20

I promotori di The Last 20

L’evento è promosso da: Comune e Città metropolitana di Reggio Calabria, Federazione delle diaspore africane in Italia, Focsiv (Federazione Organismi Cristiani Servizio Internazionale Volontario), Fondazione Terres des Hommes (Italia), ITRIA (Itinerari turistico-religiosi interculturali accessibili), Mediterranean Hope, Re.Co.Sol. (Rete Comuni solidali), Rete azione TerrÆ, Fondazione Casa della Carità “A. Abriani†(Milano), Parco Ludico Tecnologico Ecolandia, Net Scarl.

La tappa di Roma è curata da: Mimmo Rizzuti, Godwin Chukwu, Mani Ndongbou Bertrand H, Antonella Garofalo, Stefania Kombo Altroateneo Uniroma 2, Flccgil Uniroma 2, Rete Cinest

Contatti:

Organizzazione tappa romana : +39 3357256728, +39 3246074111, info@thelast20.org

Ufficio stampa Altreconomia:
Massimo Acanfora 3291376380, ufficiostampa@altreconomia.it, Marta Facchini, marta@altreconomia.it

Appunti di ecologia integrale

La road map di Papa Francesco: dalla Evangelii Gaudium alla Fratelli Tutti“: https://fb.watch/dEgsNse8x_/

Oltre l’emergenza per promuovere la cultura della cura” – Don Maurizio Tarantino, Direttore Caritas di Otranto: https://fb.watch/dEgx2k-FER/

“Il processo sinodale: luogo dell’ascolto e della condivisione†– Mons. Francesco Pesce, Incaricato Servizio Pastorale Sociale e del Lavoro e Oliviero Bettinelli, Vicedirettore Servizio Pastorale Sociale e del Lavoro: https://fb.watch/dEgAkckCaK/

Custodi del creato al tempo dei cambiamenti climatici†– Cecilia Dall’Oglio, Direttrice programmi europei “Movimento Laudato Si’â€, Pierluigi Sassi, Presidente Earth Day Italia: https://fb.watch/dEgEzichiA/

“Quando commerciare fa rima con armareâ€- Don Renato Sacco, Consigliere Nazionale Pax Christi, redattore di Mosaico di Pace: https://fb.watch/dEgK32ZCpd/

“Informare per partecipare: dal PNRR ai trattati internazionali†– Monica Di Sisto, giornalista, vicepresidente Fairwatch, osservatorio su commercio internazionale e clima e con Mariagrazia Midulla, responsabile clima ed energia WWF Italia https://fb.watch/dEgOrJVYfP/

“Dialogo fra generazioni, educazione e lavoro: strumenti per edificare una pace duratura†– don Tonio Dell’Olio, Presidente della Pro Civitate Christiana di Assisi, giornalista e redattore di Mosaico di Pace: https://fb.watch/dEgUr2TpWm/

Pace è giustizia sociale†– Nicoletta Dentico, responsabile programma di salute globale, Society for International Development (SID): https://fb.watch/dEgX_UItj9/

La finanza: meccanismi e responsabilità†– Simone Grillo, Banca Etica: https://fb.watch/dEg-LxIDhM/

“Migrazioni e migranti†– Luca Di Sciullo, Presidente Centro Studio e Ricerche IDOS: https://fb.watch/dEh2E6iAkj/

“A proposito di economia trasformativa†– Riccardo Troisi , economista e docente di Economia Trasformativa presso l’Università Cooperativa di Colombia: https://fb.watch/dEh61_WndS/

“Questa economia uccide†– Monica Di Sisto , giornalista, Vicepresidente di Fairwatch, osservatorio su commercio internazionale e clima: https://fb.watch/dEh9hhR_M6/

“Dalle buone prassi alla buona politica†– Toni Mira, giornalista Avvenire, esperto di problemi sociali: https://fb.watch/dEhbZaFxqX/

Il tortuoso mondo del lavoro. Sulle tracce di percorsi possibili†– Soana Tortora (Solidarius Italia) e con Marco Ruopoli (coop. SOPHIA): https://fb.watch/dEhff_xT6s/

Pensare progetti per iniziare processi. La sfida e la pazienza del lavoro di comunità” – Oliviero Bettinelli, Vicedirettore dell’Ufficio Pastorale Sociale e del Lavoro della Diocesi di Roma: https://fb.watch/dEhhQhipux/

“La comunità ecclesiale tra coerenze, impegno e annuncio. Tracce di un cammino†– Mons. Francesco Pesce, Incaricato Servizio Pastorale Sociale e del Lavoro: https://fb.watch/dEhjEhe0ex/

 

Editoriale

Il diritto a “Laudare Deum ” di Oliviero Bettinelli

RIFLESSIONE SULLA LAUDATE DEUM, OLIVIERO BETTINELLI

La carta dei diritti dell’uomo si evolve con la nostra storia. Gli uni non cancellano gli altri, ma li integrano con sempre maggiore consapevolezza. Papa Francesco ne è interprete e guida. La sua riflessione e il suo discernimento nella “Laudate Deum†ci orientano con sapienza a declinare alcuni diritti che come singolo e come comunità siamo chiamati a esercitare.

Abbiamo diritto a governanti che reagiscano di più, poiché il mondo che ci accoglie si sta sgretolando e forse si sta avvicinando a un punto di rottura.

Abbiamo diritto di non nasconderci di fronte agli eventi che ci dicono come “l’impatto del cambiamento climatico danneggi sempre più la vita di molte persone e famiglie.

Abbiamo il diritto di non pagare gli effetti del disastro che si instaura in termini di salute, lavoro, accesso alle risorse, abitazioni, migrazioni forzate e in altri ambiti

Abbiamo il diritto di considerare i problemi legati all’ambiente come un problema sociale globale che è intimamente legato alla dignità della vita umana.

Abbiamo il diritto ad una informazione corretta che non cerchi di negare l’evidenza dei segni del cambiamento climatico, di nasconderli, di dissimularli o di relativizzarli.

Abbiamo il diritto di essere guidati da pastori liberi da opinioni sprezzanti e irragionevoli , che riconoscano che l’origine antropica del cambiamento climatico «non può più essere messa in dubbio» e ne facciano oggetto di riflessione.

Abbiamo il diritto a momenti di sensibilizzazione competenti perché come società possiamo vincere la tendenza a «minimizzare» il problema o addirittura a metterlo in ridicolo, riducendolo a una questione «solo ambientale, “verdeâ€, romantica» e non invece – quale è – un problema umano e sociale in senso ampio e a vari livelli.

Abbiamo il diritto di dimostrare che non è vero che gli sforzi per mitigare il cambiamento climatico porteranno a una riduzione dei posti di lavoro quando, al contrario, milioni di persone perdono il lavoro a causa delle varie conseguenze del cambiamento climatico, come l’innalzamento del livello del mare o la siccità.

Abbiamo il diritto di camminare verso un punto di svolta reale, all’insegna della responsabilità per l’eredità che lasceremo dietro di noi dopo il nostro passaggio in questo mondo.

Abbiamo il diritto di essere consapevoli che non possiamo più fermare gli enormi danni che abbiamo causato e, forse, siamo appena in tempo per evitare danni ancora più drammatici.

Abbiamo il diritto di denunciare le grandi potenze economiche che non si preoccupano di questo, ma solo di ottenere il massimo profitto al minor costo e nel minor tempo possibile.

Abbiamo il diritto di temere un «paradigma tecnocratico», sottovalutando che il nostro potere è aumentato freneticamente in pochi decenni e siamo diventati altamente pericolosi, capaci di mettere a repentaglio la vita di molti esseri e la nostra stessa sopravvivenza.

Abbiamo il diritto di denunciare la logica del massimo profitto al minimo costo e con essa la decadenza etica del potere reale, ormai mascherata dal marketing e dalla falsa informazione, da meccanismi utili nelle mani di chi ha maggiori risorse per influenzare l’opinione pubblica attraverso di essi.

Abbiamo il diritto di partecipare nello spazio dovuto alle aggregazioni e organizzazioni della società civile che a livello politico e diplomatico auspicano un multilateralismo dal basso che non dipenda dalle mutevoli circostanze politiche o dagli interessi di pochi ma che abbia un’efficacia stabile.

Abbiamo il diritto di avere governanti che sviluppino più democratizzazione» nella sfera globale, anche tramite una nuova procedura per il processo decisionale e per la legittimazione di tali decisioni, poiché quella stabilita diversi decenni fa non è sufficiente e non sembra essere efficace. Non sarà utile sostenere istituzioni che preservino e tutelino i diritti dei più forti senza occuparsi dei diritti di tutti.

Abbiamo il diritto di richiedere un’inversione di rotta, che superi la logica dell’apparire sensibili al problema ma che non attivi con coraggio cambiamenti sostanziali.

Abbiamo il diritto a costruire un futuro di speranza per evitare il rischio nel quale corriamo il rischio di rimanere bloccati nella logica di rattoppare, rammendare, legare col filo, mentre sotto sotto va avanti un processo di deterioramento che continuiamo ad alimentare.

Abbiamo il diritto di essere profondamente e dignitosamente umani, responsabili e custodi del Creato che ci è stato dato in Dono, organizzando la speranza in modo efficiente, vincolante e facilmente monitorabile.

In Evidenza

Ascoltare i territori per narrare la speranza

17 aprile 2023

L’Ufficio della “Pastorale sociale, del lavoro e della custodia del creato†della Diocesi di Roma promuove il 17 aprile alle ore 17,30, presso la “sala Poletti†del Vicariato di Roma, un incontro su “RETI DI MUTUALISMO E POLI CIVICI A ROMAâ€: 0sservatorio delle reti romane di mutualismo e sperimentazione di centri civici a supporto dello sviluppo locale integrale delle periferieâ€.

Per leggere il comunicato: https://www.diocesidiroma.it/pastoralesociale/index.php/ascoltare-i-territori-per-narrare-la-speranza/

 

 

 

 

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